Esame finale, prova selettiva di conclusione del corso accademico; gli studenti nelle prime file, genitori, parenti,amici, amiche e fidanzate qualche fila più indietro.

Questi cinque giovani ci danno l’ennesima dimostrazione che studiare rende i suoi frutti e che la pratica dell’esercizio quotidiano avvicina l’artista alla perfezione. I rimandi indicati nella nota di accompagnamento sono quelli noti fra i mostri sacri del prog storico (King CrimsonGenesisGentle Giant) oltre a quelli altrettanto conosciuti nel mondo del prog metal (uno su tutti Dream Theater).

Atmosfere oniriche, tempi dispari, voci soffuse, echi portentosi, vi è qui presentato tutto il compendio della tecnica imparata a scuola e messa in pratica: “Inner Tide” mette in risalto le doti vocali di Nicolò Cantele ed in effeti si può sentire fortemente il parallelismo nelle dinamiche relative all’uso della voce con il singer dei Gentle Giant; non da meno comunque le caratteristiche strutturali del pezzo che prendono a piene mani le lezioni impartite anni orsono dal combo britannico del gigante gentile.

La presenza ponderante è data e dettata dalla sezione ritmica: precisa, vicina alla freddezza, ossessiva, quasi distaccata, mai con una sbavatura, mai un cedimento. Mattia Cingano al basso e Francesco  Tresca alla batteria non sbagliano un colpo nemmeno volendo.

Accenni di Porcupine Tree in “Alienation Deal” ma anche spruzzate di Opeth. In generale quello che si respira durante l’ascolto del cd è un’aria da scuola, da accademia, tale è la perfezione tecnica raggiunta. A volte però, come spesso accade in questi casi in questi esempi di bravura, questa marea di note risulta essere fine a se stessa. Sembra forse ci sia la volontà di un auto proclamarsi come paladini futuri della giusta applicazione della tecnica alla musica, scordando che tendenzialmente un passaggio do maggiore re minore può risultare suggestivo in taluni casi.

Tutto molto ben suonato, tutto pultio, mai una cosa fuori posto, studiato a puntino, come se si fossero messi intorno ad un tavolino ed avessero deciso passo passo le strutture dei pezzi. Ma ciò che manca è la follia, un briciolo di sana pazzia, un coraggio verso lo scarto, un azzardo alla finta, quella finta imprevedibile. Manca quel tocco di genio, ma è chiedere probabilmente un qualcosa che attualmente va oltre alle possibilità di questi cinque ragazzi, musicisti veri che peccano presumibilmente della non matura età. Voglio chiarire una cosa: non è fatto automatico che con il passare degli anni si possa migliorare la tecnica dello strumento (ero una capra a suonare quando avevo 30 anni e lo sono tuttora), ma presumo che per gli Watershape il discorso sia profondamente diverso. Visto l’impegno e notata la già eccelsa qualità presente nelle composizioni, allenandosi ulteriormente si potrà andare incontro a margini di miglioramento ulteriori, riuscendo ad acquisire quel gusto per l’imprevisto, per quel passaggio inaspettato, quei cambi veramente spiazzanti tutte caratteristiche rintracciabili per esempio in un gruppo storico per quanto concerne il mondo prog italiano e non solo, quali gli Area.

Questo “Perceptions” evidentemente è un punto di partenza, un trampolino di lancio verso nuove allucinanti avventure musicali ed i nostri sicuramente non ci deluderanno, abbinando vieppiù pathos interiore, angoscia esistenzialistica, sofferenze celestiali a peripezie strumentali, lascinandoci sbalorditi di fronte a nuovi accordi, a cambi di tempo e strutture armoniche inaccessibili a livello tecnico per i più.

Continuate così evitando di compiacersi nella esecuzione e lasciatevi trasportare maggiormente dalla vostra emozionalità.

Comunque complimenti vivissimi!!!

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Beyond The Line Of Being
  2. Cyber Life
  3. Alienation Deal
  4. Stairs
  5. The Puppets Gathering
  6. Inner Tide
  7. Fanciful Wonder
  8. Seasons
  9. Cosamic Box #9

 

  • Anno: 2018
  • Etichetta: Atomic Stuff
  • Genere: Prog Rock

 

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