I livornesi Supernaughty prendono vita e forma nel 2014 da un’idea di Filippo Del Bimbo (chitarra) accompagnato da Alessio Franceschi (batteria), Angelo Fagni (voce) e Andrea Burroni (basso) successivamente sostituito da Luca Raffoni. Nei primi tempi la band si dedica a suonare cover dei Black Sabbath e a rodarsi live, nel frattempo inizia a comporre pezzi propri uscendo nel 2015 con un’Ep 3 tracks dal titolo ‘Welcome To My V‘ che li fa conoscere maggiormente. Si arriva così al 2017 nell’estate del quale registrano questo ‘Vol.1‘ che uscirà nel febbraio di quest’anno sotto l’egida della Argonauta Records.

Il cd si compone di 7 brani che spaziano dall’heavy rock al grunge allo stoner con spruzzate psichedeliche. Si parte con la potente ‘Mistress‘ tra blues acido e stoner fluttuante in cui la voce conduce il gioco dei suoni mutando in base al pathos che il brano stesso emana. Decisamente più granitica ‘Bad Games‘ con riferimenti neanche tanto velati ai primi anni ’90 tra grunge e stoner con la chitarra che macina riff pesanti.

The Slicers‘ si apre con un maestoso intro marziale dipanandosi poi nei tratti melodici del cantato intrisi appunto dei suoni imponenti che lo circondano in un connubio decisamente efficace specialmente nella parte centrale del brano stesso. Penso che il giusto appeal di questa song possa espletarsi molto meglio in sede live che non su cd.

La psichedelia anni ’70 prevale nei suoni di ‘Andy’s Abduction‘ strutturata comunque su basi decisamente compatte e potenti. Sembra di essere proiettati indietro nel tempo e questo è un gran bene.

Kiss The Death‘, desert e stoner si abbracciano a influenze grunge e psich, il cantato è devoto agli anni ’90, il tutto si fa piacevolmente ascoltare grazie anche alle melodie che ne fuoriescono ma nel complesso forse è il pezzo più debole rispetto agli episodi precedenti. ‘Y.A.T.‘ riprende certi momenti di psichedelia presenti in ‘Andy’s Abduction‘ rimodellandoli e spaziando verso territori sonori massicci. Molto bello il break strumentale centrale dove tutti i componenti esprimono il meglio di se.

Vol.1‘ si chiude con ‘Fuck’n Drive‘, completamente fuori dagli schemi di quanto fin qui ascoltato. Heavy rock’n roll esagitato e diretto ma sempre con il riff portante decisamente pesante nella parte iniziale e un blues stoner acido a chiudere! Un finale dunque esplosivo degno di un album maturo che mette in orbita una band dal grande potenziale.Li aspettiamo col nuovo lavoro per confermare quanto detto.

 

Klaus Petrovic

  • Anno: 2018
  • Etichetta: Argonauta Records
  • Genere: Heavy Rock/Stoner

 

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