– Ciao Steve come va?

– Abbastanza bene Joe, e te come te la passi?

– Ma sì dai tiro avanti. Lo hai ascoltato il cd? Il ragazzo mi pare che meriti, che ne dici?

– Non è male, no. A volte mi ricorda il periodo di quando ero ragazzo e giravo con Zappa i palchi di mezzo globo.

– Chissà che ne penserà quell’altro capellone… Ma non è ancora arrivato?

– No macchè, sarà perso come al solito in uno dei suoi assoli infiniti.

Ed ecco che proprio in quel momento la porta si aprì e lo svedesone (tale era ormai la mole) entrò nella stanza, tronfio e con andatura fiera alla quale cosa avevamo preso abitudine, in questi ultimi anni, tutti noi.

– Scusate – feci io timidamente – ma mi pare che questo Marshall ci sappia andare con la chitarra come si suol dire.

– Taci Tu! – Il corpulento chitarrista mi ghiacciò con una occhiattaccia che non ammetteva repliche – suoni, e già questo trasuda di blasfemia musicale, per di più violenti un quattro corde e vorresti quindi anche dissertare con sofismi linguistici per addentrarti in territori che a te sono totalmente oscuri quali la struttura armonica e la sua costruzione, il passaggio degli accordi, arpeggi e cosa a te totalmente ignota quanto la fisica quantistica e cioè gli assoli?

Improvvisamente la porta si spalancò e venne in mio soccorso, con fare deciso, uno che sulle quattro, cinque e sei corde si muoveva con maestria e padronanza navigate.

– Quindi? – disse con un ghigno beffardo.

– Dai non litighiamo – fece Steve con un tono molto distensivo allargando le braccia quasi in segno di resa.

– Va bene – replicò lo svedese lasciandosi andare in un sorriso inaspettato. – Ho portato una bottiglia di tequila… Tu – indicandomi con il dito indice – inizia a fare suonare questo cd e sentiamo quanto è bravo questo fenomeno delle sei corde. Sicuramente non sarà più veloce di me. E si lasciò andare in una serata grassa e sonora.

Prendo il cd, lo scarto, apro lo sportellino ed appoggio il cd sul lettore, premo play e… mi sveglio un po’ agitato ed anche un po’ sudato; che dire un sogno interessante.

Ripensando al sogno i quattro, che avrete capito chi sono, secondo me avrebbero espresso una opinione positiva di questo “Speakeasy“, lavoro di esordio per Albert Marshall.

Con un cognome simile (anche se scelto come nome d’arte) la responsabilità non è piccola: diciamo che il patavino non se la cava davvero male e presenta in questi 8 pezzi tutta la sua bravura ed anche la sua esperienza accumulata in questi anni si palesa enormemente: inizia a suonare a 16 anni, consegue il diploma presso il Modern Music Institute diretto da Alex Stornello e nel 2016 suona con la band metal Altair come spalla ai Blind Guardian; due i pezzi cantati “Fallen Angel” e “Tristam Fireland” dove l’ugola di Mark Boals (già con MalmsteenU.J. Roth, Ring of Fire) padroneggia e va a braccetto con la chitarra del nostro, senza peraltro cadere in una assurda gara della serie guardiamo un po’ chi è il più bravo della classe. Oltre al cantante, Marshall si avvale della collaborazione di signori musicisti: Denzy Novello alla batteria, Simon Dredo (L.A. RoxAlex De RossoAdam Bomb) al basso,  e presente nella sola traccia due Roberto Gualdi (PFMVecchioniGlenn Hughes) alla batteria.

Un buon Hard Rock, con vaghi accenni blues e con citazioni non propriamente velate e nascoste come nella opener “Butler’s Revenge” anche ai tocchi di un certo Marty Friedman, tanto per non farsi mancare nulla.

Il cd si chiude con due pezzi: “Ramshakle Blues” un Blues un pochino scontato che nulla aggiunge a livello di qualità sonora al resto delle canzoni ma che anzi, secondo me, fiacca leggermente la corsa ben avviata di tutto il cd; io personalmente l’avrei evita (ma si sa de gustibus…) ed avrei concluso le mie fatiche con la ninna nanna vaniana di “Eclipse” una degna chiusura, onirica, breve ma intensa.

Non è propriamente il genere che più ascolto in ambito metal, considerato in generale, ma ascoltando le canzoni anche ora che sto scrivendo, sono tutte godibilissime e anche quelli strumentali che a volte in lavori simili possono risultare autoreferentesi.

 

Leonardo Tomei

 

TrackList

  1. Butler’s Revenge
  2. Badlands
  3.  Fallen Angel
  4. Re Marzapane
  5. Dreamlover
  6. Tristam Fireland
  7. Ramshakle Blues
  8. Eclipse
  • Anno: 2018
  • Etichetta:  Red Cat Records
  • Genere: Hard Rock Blues

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