I toscani Vexovoid li avevamo conosciuti con il lodatissimo Ep di debutto ‘Heralds Of The Stars‘ uscito nel 2015 e li ritroviamo 3 anni dopo sulla lunga distanza con il presente ‘Call Of The Starfoger‘ (uscita datata 2017 per essere precisi). L’attesa era tanta anche per le ottime recensioni dei loro live e per la partecipazione nel 2017 al Metal Days dove il pubblico aveva apprezzato la loro esibizione.

Attesa che non viene delusa, infatti ‘Call Of The Starforger‘ alza il livello dell’asticella del trio toscano, maturità e personalità emergono dal supporto ottico, il loro progressive technical thrash mantiene le coordinate imposte aggiungendo connotazioni sci-fi che lo rendono ancora più appetibile al pubblico. I rimandi a band storiche come Vektor e Voivod rimangono forse un po’ troppo espliciti, ma la grinta e le doti tecniche dei tre ragazzi sopperiscono a questa che non è poi una lacuna ma un omaggio verso artisti che ammirano e che hanno fatto la storia del genere in questione.

Il viaggio intergalattico della navicella Vexovoid inizia con la spartana ‘Omega Virus‘ in un groviglio di riff e cambi di tempo articolati e suggestivi nei quali la voce di Danny Brunelli (voce e basso) si erge protagonista e la chitarra di Leonardo Bellavista imperversa impazzita senza fare prigionieri. Interessanti le parti rallentate che sanciscono l’enorme potenziale compositivo della band.

Infinite Collector‘ si presenta più breve ma molto più compatta e determinata a travolgere qualsiasi cosa le si presenti frontalmente, solo un breve break centrale per riprendere fiato in una corsa senza fine. Tecnicismi di livello eccelso. Le atmosfere si fanno più tetre nell’intro di ‘Quantic Rupture‘ divenendo poi sempre più sostenute sotto la guida della voce completamente immersa nella sua parte di Danny, il cui basso qui giganteggia nel gareggiare con le note espresse da Leonardo. Il tutto sotto l’imponente suono creato da Mattia Mornelli alla batteria! Un brano che riassume tutta la grinta e la capacità dei ragazzi toscani, come del resto nella successiva ‘Waking Mars‘ che rispetto alla precedente ha meno melodia e più impatto inserendo anche un a-solo di classe innata.

Siamo dunque al giro di boa e ciò avviene con ‘Galaxy’s Echoes‘ e qui signori miei (giusto per citare un politico non troppo gradito ai più) tutti in piedi a decretare la standing ovation. Si, qui si superano i limiti tra buono e molto buono, otto minuti di pura apoteosi, un viaggio nelle varie sfaccettature del thrash, classico, tecnico, speed e prog, pura gioia per il vostro scribacchino. Grandi è dire poco! Da ascoltare e comprendere secondo dopo secondo, nota dopo nota.

Prophet Of The Void‘ l’avevamo già conosciuta sull’Ep, ma fa sempre bene risentirla in tutta la sua rabbia sonora e il suo ritmo incessante sferzato da riff incandescenti, più old style rispetto alle altre. Si va avanti con ‘Hexaspark Fortress‘ impetuosa, a tratti arcaiaca ma efficace come un po’ tutte le song fin qui sentite, qualche a-solo più lungo del solito e tanto ritmo.

Dead Planets Throne‘ esalta il lavoro di chitarra disponendo la propensione estetica per il bello che emerge da ogni nota del brano e non solo, basti ascoltare la parte finale, un tripudio di suoni magici e ammalianti. L’affiatamento tra i componenti della band, spesso soggetti a lunghi viaggi per ritrovarsi, Danny e Mattia sono di Aulla e Leonardo di Siena, ne fanno un combo davvero coeso e risoluto che non si ferma dinanzi ad alcun ostacolo.

Siamo arrivati alla fine del viaggio, la navicella Vexovoid sta per atterrare sul pianeta del metal e ‘The Starforger‘ ne è la degna base di atterraggio, l’esaltazione di quanto sinora sentito. Il techno/prog/thrash del trio viene qui una volta di più reso imperioso, incisivo, un gran finale.

Se ancora ci fossero i voti sul nostro portale qui ci si avvicinerebbe al massimo, non ho dubbi che questo verrà raggiunto la prossima volta con un ulteriore virata verso una propria identità che già è ben definita. Un grande album per una grande band, senza dimenticare che questo è il primo lavoro sulla lunga distanza e non il decimo.. Meditate gente meditate.

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. Omega Virus
  2. Infinite Collector
  3. Quantic Rupture
  4. Waking Mars
  5. Galaxy’s Echoes
  6. Prophet Of The Void
  7. Hexaspark Fortress
  8. Dead Planets Throne
  9. The Starforger

 

  • Anno: 2017
  • Etichetta: Earthquake Terror Noise
  • Genere: Progressive Technical Thrash

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