I lombardi Silenzio Profondo, guidati dal chitarrista Gianluca Molinari e dal cantante Maurizio Serafini, dopo una lunga serie di vicissitudini, tornano a produrre nuova musica ad alcuni anni di distanza dall’ultimo album ‘Heartquake’, caratterizzato da testi in inglese. Il nuovo lavoro prende il nome dalla band e vuole riportare il gruppo verso un nuovo inizio e al ritorno alle origini, sia per quanto riguarda le sonorità che per la scelta di cantare rigorosamente in italiano.
Si tratta di una band decisamente influenzata dal metal old school che prende spunto a piene mani dai mostri sacri provenienti da entrambe le sponde dell’Atlantico, in particolare Metallica, Iron Maiden e Judas Priest.
Fin da ‘Senzanima’, brano di apertura, la loro proposta musicale è infatti piena di energia e velocità, con riff taglienti e distorti, cui però i nostri sanno sapientemente abbinare passaggi più melodici nei bridge e ritornelli. Pregevole è il lavoro delle chitarre sia in fase ritmica che solista, con alcuni passaggi armonici di ottima fattura.
Non è da meno la successiva ‘A Stretto Contatto’, in cui i Silenzio Profondo sono davvero bravi a costruire un’atmosfera inquieta che conduce ad un bel ritornello ripetuto e martellante, capace di fare presa immediata. Ma l’album non concede cali di tensione nemmeno con le successive ‘Terzo Millennio’, dall’incedere cadenzato e coinvolgente e ‘Jack Daniel’s’ decisamente più diretta e rockeggiante.
I due brani sono intervallati da ‘Fragile’, decisamente più lunga e complessa che, dopo un intro lenta e ritmata con echi dei Metallica di ‘Unforgiven’, lascia spazio alla strofa in cui la chitarra arpeggiata accompagna la calda voce di Maurizio Serafini. Non si tratta però della classica ballad perché ben presto le chitarre distorte riprendono il centro della scena in un bel finale in crescendo in cui non mancano i rimandi al power e addirittura al doom dei primi Black Sabbath.
Nemmeno un momento per rifiatare ed è la volta di ‘Fuga dalla Morte’; l’inizio del brano è ancora all’insegna dei Metallica, di ‘Orion’ e ‘The Thing that should not be’ ma ben presto un riff veloce e graffiante ben sostenuto dalla sezione ritmica riporta i Silenzio Profondo nei territori di quella velocità in cui si trovano perfettamente a loro agio. Che dire poi dell’assolo di chiusura? Certamente un ottimo modo per concludere il brano più riuscito dell’intero lavoro, almeno nell’opinione di chi scrive.
L’album va verso la fine con ‘Donna senza Testa’ e soprattutto ‘Silenzio Profondo’ che richiama nel titolo anche il nome della band e i suoi tratti musicali, così come le influenze, reinterpretate alla maniera del gruppo lombardo. Altra prova decisamente brillante.
Come testimoniato dai recenti successi delle band storiche, come non citare in proposito il recente ritorno agli antichi splendori dei Judas Priest di ‘Firepower’, il metal più classico non solo non è morto, ma sta tornando a rifiorire, anche grazie alle band nostrane di cui i Silenzio Profondo sono alfieri di sicuro valore.
Il loro album va ascoltato, apprezzato e condiviso. Bravi!
Alberto Trump
TrackList
- Senzanima
- A Stretto Contatto
- Terzo Millennio
- Fragile
- Jack Daniel’s
- Fuga dalla Morte
- Donna senza Testa
- Silenzio Profondo
- Anno: 2017
- Etichetta: Andromeda Relix
- Genere: Heavy Metal
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