Necrodeath? Fucking extreme black metal! You Italians should be proud because they are one of the best extreme groups ever! ”

[Necrodeath? Fottuto black metal estremo! Voi italiani dovreste esserne fieri, perché sono uno dei migliori gruppi estremi di sempre!]

Questa l’opinione dichiarata dal grande Phil Anselmo riguardo alla band in un’intervista del 2004. E come dargli torto! I genovesi Necrodeath sono una delle più belle realtà estreme del nostro paese. In piedi fin dal lontano 1984 e scioltisi (purtroppo) nel 1989 ritorneranno insieme nel 1999 per continuare una carriera tutt’ora attiva e costellata di lavori qualitativamente ineccepibili. La loro importanza nell’ambito del metal più duro e oltranzista è indiscutibile, prova ne sia la loro influenza nei riguardi di moltissimi gruppi internazionali come MayemMardukCradle of Filth e Immortal; particolare importantissimo non solo perché le bands citate siano posteriori all’act genovese, ma anche e soprattutto perché in questo caso vediamo come un gruppo italiano si renda punto di riferimento e ispiratore di altre bands straniere (caso più unico che raro nel periodo che passa a cavallo tra i due decenni ‘80 e ‘90).

La loro formazione ha subito parecchi cambi dalle origini ai giorni nostri. Oggi troviamo tra le fila il batterista Peso, unico membro fondatore rimasto all’interno della compagine, il virtuoso chitarrista Pier Gonella, autentico “mercenario” e maestro della chitarra, visto anche tra le fila dei Labyrinth, il bassista GL (ovvero Gianluca Fontana, milanese, pesantemente influenzato dal grande Steve DiGiorgio) e il cantante Flegias, voce alla soda caustica e già membro dei Cadaveria (con lo pseudonimo di Marçelo Santos) e degli Opera IX (in entrambe le band partecipa nel ruolo di batterista).

Per i suoi meriti, a 33 anni dalla fondazione, viene riconosciuto oggi alla band il giusto tributo tramite un album di cover. Ecco allora che, tramite la collaborazione delle due labels Black Tears records e Kult of Cthulhu viene realizzata la compilation “The Cult of Necrodeath”, una raccolta di tredici brani storici (tredici cavalli di battaglia) eseguite da diverse band con l’aggiunta di una quattordicesima traccia, un inedito realizzato dagli stessi Necrodeath. Va detto che il lavoro è costituito da una scaletta molto ben calibrata e i vari gruppi (quasi tutti liguri) che si avvicendano nello svolgimento di questo tributo svolgono il loro compito egregiamente, interpreti capaci e tecnicamente ben equipaggiati. Di fatto si tratta di una sequenza scelta con criterio, presentando al pubblico una raffica di brani caratteristici dei genovesi e proprio per questo motivo, considerando la già nota validità di queste composizioni, verranno di seguito prese in esame le band e le loro interpretazioni delle canzoni stesse.

Dal loro primo album “Into the Macabre” (che ha da pochissimo compiuto i 30 anni d’età) viene tratta la traccia d’apertura della raccolta, “At the mountains of Madness”. E’ il gruppo veronese Death Mechanism a occuparsi dell’esecuzione di questo pezzo veramente assassino, che già all’epoca (come tutti i brani dello stupendo esordio) seppe mettere le cose in chiaro nei confronti del pubblico. La band veneta interpreta gli intenti dei Necrodeath nel migliore dei modi, proponendo il pezzo in maniera fedele pur concedendosi di adattare le sonorità ai tempi odierni (e in casi come questo non potrebbe essere altrimenti).

Sempre dal primo album viene ripresa “Mater Tenebrarum” (per chi scrive uno dei pezzi migliori del combo), eseguita dal gruppo genovese Malignance. Le atmosfere cupe presenti nella breve introduzione e la violenza sonora del brano non mancano nella versione riproposta e va dato atto ai Malignance di essere riusciti a riproporre il pezzo nel modo più fedele, con cattiveria e convinzione. Bravi!

Da Genova provengono anche i Damnation Gallery, che si occupano dell’esecuzione di “At the Roots of Evil”, song appartenente al terzo album (quello della rinascita dei Necrodeath“Mater of All Evil” del 1999. i DG interpretano il brano con grande mestiere, come occorre fare per qualunque cover, ma ci mettono comunque del loro, presentandolo in modo più “monolitico” (soprattutto per quello che riguarda la batteria). Una riproposizione eccellente dove la pofessionalità c’è e si sente.

Killers Lodge prendono le redini per l’esecuzione di “The Creature” (anche questa proveniente dalla terza fatica dei Necrodeath). L’esecuzione è di innegabile qualità e il gruppo ci mette davvero del suo nella riproposizione del pezzo. Tuttavia va detto che, nonostante una voce tecnica e potente, il timbro vocale troppo basso e tenebroso mal si adatta al contesto. Un vero peccato per chi conosce la malvagità della canzone originale. Va aggiunto comunque che non abbiamo qui difetti o sbavature tecniche, ma solo quella che potremmo definire come l’interpretazione più “personale” in questa raccolta di cover.

Usciamo dal territorio europeo e vediamo entrare in azione il combo canadese E-Force, nel quale troviamo l’illustre presenza di Eric Forrest (vi dice niente il nome Voivod?). A loro l’incarico di riproporre “Master of Morphine”, quarta traccia dall’album del 2006 100% Hell” e sicuramente una delle meglio qui eseguite.

Traccia numero sei è la feroce “Red as Blood” (dall’album “Black as Pitch” del 2001), eseguita magistralmente dagli spezzini Fog: chirurgica precisione, ferocia esecutiva e la volontà di devastare ogni cosa si adattano ottimamente alla ripresa di un brano rappresentativo di una band e di un intero genere.

A-e Reixi Do Ma” è l’esperimento dei genovesi Barche a Torsio contenuto nella compilation. Chi scrive è bolognese e non conosce il dialetto genovese, usato per cantare questa canzone, che non è stato possibile collegare a un lavoro dei Necrodeath (non vi è alcuna indicazione o rimando nei credits e vanno le personali scuse sia alla band storica che agli esecutori). La voce grida (bene), è corrosiva come bile e personale. Il resto sono chitarre acustiche a comporre l’ossatura del pezzo, che, pur molto interessante non è nemmeno riconducibile al genere qui trattato.

Ottava song è “Thanatoid”, che riprende il secondo album “Fragments of Insanity” (uscito nel 1989), riproposta dagli spagnoli Cadalso. Gli iberici eseguono la composizione in modo molto personale e senza risparmiarsi. Ottima la sezione ritmica (il batterista, conoscitore esperto della tecnica del blast-beat, pare voler devastare il proprio drum-set) e musicisti capaci, al punto di riuscire a fare propria una canzone che, secondo diverse recensioni passate, era considerata una delle più deboli nella discografia Necrodeath. Qui invece la traccia acquista vita autonoma, esasperata dalla voce demoniaca del cantante e dagli ottimi fraseggi chitarristici. Un altro momento sugli scudi.

The Flag of Inverted Cross” era la traccia di apertura del crudelissimo disco d’esordio “Into the Macabre”, album (è veramente il caso di ribadirlo) ancora oggi importantissimo sia per la band madre che per il genere black/thrash italiano (forse il primo vero e proprio vagito di musica estrema e scevra da compromessi a venire stampato in territorio nazionale e distribuito al pubblico). Gli Hörnhammer di Taranto prendono sulle spalle la responsabilità di riuscire a mantenere intatta non solo la qualità della versione originale, ma anche la stessa atmosfera diabolica, la stessa aura minacciosa e la pesantezza d’insieme. Missione compiuta, considerando che la voce non concede un millisecondo di tregua in ambito di malvagità ed espressività e gli strumentisti eseguono le parti in maniera impeccabile. Una nota di merito a questo gruppo che ha dovuto prendere a mano uno dei brani più difficili in ambito emozionale.

Dieci anni fa vedeva la luce il velenoso album “Draculea” del quale viene qui proposta “Smell of Blood”. Spetta ai genovesi Path of Sorrow” l’incarico di mantenere intatta la carica sanguigna della traccia, constatando all’ascolto di come questi ragazzi siano capaci di autentica malignità e abilità esecutive e una voce gutturale e abrasiva e mordente. Ottima prova.

Riprendiamo nuovamente materiale da “Black as Pitch”“Process of Violation” eseguita dagli spezzini Septem. Prova riuscita a metà. La band è infatti tecnica e capace, e il cantante decisamente dotato, abilissimo a passare con disinvoltura dal pulito al growl (peculiarità certo non comune a tutti i singer) ma il risultato finale è una canzone molto differente dall’originale. La qualità è e resta eccezionale, ma la proposta potrebbe non piacere ai puristi o ai fan di vecchia data dei Necrodeath.

Fragments of Insanity” è l’album dal quale verranno tratte le ultime due cover. I Necrobreath (chiaramente una tribute-band dei genovesi) si fanno carico dell’esecuzione di “Eucharistical Sacrifice” eseguendo egregiamente il loro compito (uno dei pezzi più alla “carta carbone” tra tutti quelli qui presentati).

Gli Schizo (band catanese non meno importante e nota rispetto ai Necrodeath) propongono “Enter my Subconscious”. Chi ha avuto modo di ascoltare l’originale riconoscerà sicuramente ai siciliani di essere stati i migliori in questo lavoro a rendere omaggio ai colleghi liguri: professionalità, malvagità, tecnica ed espressività vengono messe al servizio di quello che pare essere un brano proposto direttamente dalla band madre. Ottima la prova del singer e bravissimi gli esecutori strumentali.

Pezzo inedito in chiusura, come detto proposto dai Necrodeath stessi è “The Cult of Shiva”. Sperimentazione (sempre al servizio della cattiveria più intransigente, sia chiaro) e un’altra grande prova di questo straordinario gruppo che dimostra di riuscire sempre a tirare fuori dal cappello idee assolutamente originali. Il sitar in sottofondo e i momenti acustici donano un tono particolare alla composizione (bellissimo sentirli accompagnare il solo di chitarra del grande Pier Gonella). La voce di Flegias non ha perso un briciolo della sua proverbiale acidità. Una costante conferma.

In sintesi abbiamo qui un tributo realizzato da artisti capaci (pur con i dovuti distinguo dove sopra elencati). Se non avete nulla dei Necrodeath, questo è senza dubbio un acquisto da consigliare, per imparare a conoscere la band, il suo indubbio valore e il perché dell’importanza attribuitagli negli anni.

Per tutti gli altri, la possibilità di conoscere altre band di talento e apprezzare un inedito davvero ben strutturato.

Fabrizio Travis Bickle Zànoli

TrackList

  1. DEATH MECHANISM “At the Mountains of Madness”
  2. MALIGNANCE “Mater Tenebrarum”
  3. DAMNATION GALLERY “At the Roots of Evil”
  4. KILLERS LODGE “The Creature”
  5. E-FORCE “Master of Morphine”
  6. FOG “Red as Blood”
  7. BARCHE A TORSIO “A-e Reixi do Ma”
  8. CADALSO “Thanatoid”
  9. HORNHAMMER “The Flag of the Inverted Cross”
  10. PATH OF SORROW “Smell of Blood”
  11. SEPTEM “Process of Violation”
  12. NECROBREATH “Eucharistical Sacrifice”
  13. SCHIZO “Enter my Subconscious”
  14. NECRODEATH “Cult of Shiva” (bonus track).
  • Anno: 2017
  • Etichetta: Black Tears records/Kult of Cthulhu
  • Genere: Thrash Metal

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