Quando si uniscono le forze e queste forze hanno i nomi di Thomas Hand Chaste e Alex Scardavian ai quali si aggiunge come special guest Claud Galley, credo che non possa non venire fuori qualcosa di clamoroso e difatti il progetto dei due artisti dal nome Where The Sun Comes Down, lo è! Senza contare che in un brano riemerge la voce di Sanctis Ghoram (R.I.P.)!
Non tragga d’inganno poi la copertina che potrebbe far pensare a qualcosa di allegro o perlomeno più easy, no, qui si tratta e non poteva essere diversamente visti i componenti, di puro heavy-doom!
‘Mister Lie‘ ci introduce nel sabba perentorio scandito dalle guitar di Scardavian mentre il ruolo di Chaste è quello del cerimoniere nero che pesta le pelli con cauta padronanza. Il suono dell’organo rende il tutto più oscuro. Inizio folgorante subito bissato da ‘A Snowin’ Day‘ che ne ricalca in parte le lugubri atmosfere ribadendo il concetto malinconico che pervade tutto l’album. Interessante l’inserimento del sax che scavalca i generi fondendosi con i nevrotici riff mitragliati dall’ascia di Alex Scardavian.
‘Voyage‘ è pregna di dolore, si innesca su trame sofferte e procede lenta e inesorabile nel cammino verso la morte, il sound è prettamente settantiano, anche nella produzione del cd stesso questo alone è ben presente evitando orpelli tecnici che avrebbero tolto la polvere del tempo facendo risultare questo lavoro solo inutile commercio. Da brividi il solo conclusivo. In ‘Myself‘ dopo brevi note che sembrano orientare verso qualcosa di più romantico si innesca invece un tetro apparire horror guidato dalla voce maligna di Thomas Hand Chaste! Momenti solenni inducono l’ascoltatore a immergersi in una specie di sabba tra alti e bassi di vibrazioni cariche di malvagie armonie.
La title track omaggia un’artista oscuro di cui molti forse si sono dimenticati, il grande Sanctis Ghoram (R.I.P.) infatti viene inserito rieditando vecchie incisioni, tutto questo rende il brano decisamente più oscuro e cupo della media riportandoci indietro di almeno 40 anni rivivendo momenti indissolubili della storia del metal tricolore e non solo. Nel complesso il brano risulta davvero di caratura mondiale suonando schizofrenico e pieno di sana demoniaca tensione.
‘Because We Were Fools‘ è macabra e insolente, sale e scende dai sentieri del suo inferno con maestria, altalenando soavi melodie ad armonie sinistre e lagnanti dove si legga questo termine in senso positivo. Una danza lenta e macabra senza speranza. La chiusura prende il nome della band ‘Where The Sun Comes Down‘ e per metà brano si permea di strane atmosfere per poi deflagrare imponente col suo incedere doomeggiante, chiudendosi in una spettrale litania.
Alla resa dei conti ‘Welcome‘ porta alla ribalta pezzi di storia e artisti veri della scena italiana underground che meriterebbero palcoscenici ben più importanti per quanto hanno fatto nella loro carriera. Lunga vita ai Where The Sun Comes Down!
Klaus Petrovic
TrackList
- Mister Lie
- A Snowin’ Day
- Voyage
- Myself
- Welcome
- Because We Were Fools
- Where The Sun Comes Down
- Anno: 2017
- Etichetta: Minotauro Records
- Genere: Doom Metal
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