Non fatevi ingannare dal nome: il quintetto veneto non ha nulla di boemo, ma deriva il proprio appellativo dal nome del fondatore e leader del progetto Christian Zecchin.
Non fatevi ingannare dalla copertina: non sono fricchettoni in un bosco della West Coast, lì mica ci sono faretti ai piedi degli alberi…
Non fatevi ingannare dal suono caldo, vero, pulito e vivo: non è un disco di cinquanta anni fa!
Ma la C. Zek Band non è certo qui per ingannarci, dato che la passione con cui si dedicano ad un rock blues fortemente venato di soul e leggermente speziato di funky appare come assolutamente genuina e credibile.
Inevitabilmente il risultato di uno sforzo creativo così fortemente incentrato su un passato dall’identità ben connotata è una musica derivativa e datata.
Non per questo sgradevole.
Non siamo di fronte a brani che riscriveranno la Storia del Rock o che ci si incastreranno in mente per sempre, ma preferisco superare il limite del singolo brano e apprezzare il disco nella sua interezza, come una bolla di suono fuori dal tempo da cui lasciarsi inglobare.
È un’ottima musica da sottofondo per un lungo aperitivo estivo, ad esempio.
È un habitat accogliente che non pretende troppo, morbido, casual, tradizionale, informale, con ampio parcheggio.
I brani sono quasi tutti cantati da Roberta Dalla Valle, la cui voce sembra sempre fermarsi un poco prima di incrinare la membrana emotiva e coinvolgere e convincere l’ascoltatore. Sembra un po’ artefatta e non riesce mai a dare “il Brivido”.
Anche il nostro Christian Zecchin si cimenta dietro al microfono (ad esempio sulla title track “Set You Free”) ma, che dire… lo preferiamo di gran lunga alla chitarra!
Credo il grosso problema per entrambi sia riuscire ad essere veri e credibili nel momento in cui si canta in una lingua diversa dalla propria, ma questa è una mia opinione generale e non una colpa loro.
Il resto della band è composto da musicisti davvero di pregio (probabilmente colleghi di Zecchin all’Istituto Musicale in cui insegna) che contribuiscono fortemente a quel senso di solidità, piacevolezza e sicurezza, ma anche di tranquillizzante normalità, che ci regala l’ascolto di queste tracce.
Ho ritrovato in “Tell Me” piacevoli echi dei Big Brother and the Holding Company, paragone che risulterebbe impietoso nei confronti della povera Dalla Valle, che ho invece apprezzato e rivalutato su “Kissed Love”.
La composizione si apre a idee più variegate su “It Doesn’t Work Like This” con la sua andatura saltellante e i suoi stacchi, mentre “Drink With Me” chiude il disco con una coda di vocalizzi tenuti al guinzaglio che confermano le mie perplessità.
Si segnala la presenza di una non particolarmente entusiasmante cover di “Gimme Shelter”.
Se avete voglia di ricordare le atmosfere di un vecchio vinile godendovi un chitarrismo di classe, se volete fare bella figura con gli amici al vostro party a bordo piscina o se siete a bere qualcosa al pub, ecco… io ve li consiglio!
Marcello M.
TrackList
- John Corn
- I’m So Happy
- Tell Me
- Kissed Love
- Set You Free
- Gimme Shelter (Rolling Stones cover)
- Boring Day
- It Doesn’t Work This Way
- Drink With Me
- Anno: 2017
- Etichetta: Andromeda Relix
- Genere: Blues/Hard Rock
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