Torno ad occuparmi dei romani WakeUpCall a distanza di ben 5 anni dal loro primo album ufficiale ‘Batteries Are Not Included‘ che mi aveva ben impressionato.

Cinque anni sono tanti tra un cd e l’altro e si rischia di perdere il contatto con il pubblico che, nei tempi moderni, macina senza pietà band di importanza maggiore, ma in questi anni il quartetto romano ha girato l’europa in lungo e in largo per molti live, subendo però anche un doppio cambio di formazione (basso e batteria). Tutto questo ha portato anche diverse situazioni come essere protagonisti di uno spot pubblicitario importante, arrivare terzi nella battle of the band di Virgin Radio e ricevere i complimenti di Piero Pelù, insomma non sono certo stati con le mani in mano e hanno anche scritto questo nuovo album che è una vera e propria rock opera, infatti l’intento (riuscito) è quello di mescolare il loro rock aggressivo con la musica classica. Insieme al cd esce anche un resoconto di tutto ciò in un fumetto curato da Arianna Beffardi nel quale i grandi compositori del passato si trovano alle prese con locali vuoti, talents show e cover band..

Conoscendo bene la band posso aggiungere che in questi anni, pur ricevendo svariate proposte, non hanno mai venduto la propria anima per diventare una boy band e di questo gli va dato ampio merito, pur considerando che uscire dall’underground sarà compito assai arduo.

Venendo ai brani si parte con la quinta sinfonia di Beethoven che fa da intro e viene miscelata nei suoni punk di ‘My Last Song‘, ottimo inizio in cui si prende nota dell’ottimo impatto che la nuova formazione ha. La successiva ‘Sex Hallelujah‘ è ispirata da Handel e dalla sua quasi omonima composizione inserendo contaminazioni di vario genere che non snaturano l’anima rock che pervade tutto il cd. Interessante il coro ruffiano con tocchi di elettronica ammiccanti. Ritmo e allegria. Arriva Mozart su ‘Twinkle Falling Star‘ che sfocia nell’alternative non di maniera con qualche ispirazione grunge ma sempre mantenendo la propria identità.

We Music‘ ci riporta su Beethoven e sul rock nudo e crudo ed è un omaggio alla musica che riesce a rendere le giornate più tristi meno difficili da affrontare. Debussy e Chopin per ‘I Feel Nothing‘, una ballata dai toni foschi e malinconici, molto sofferta nel cantato risultando molto autobiografica.

Disposable‘ è vivace, allegra, spensierata, molto eighties con Beethoven e la sua celebre Per Elisa a fare da contorno in una canzone affascinante e da ascoltare più volte, ma non poteva mancare il più rock Tchaikowsky con ‘Boys Don’t Cry‘ (titolo storico..) che strizza l’occhio agli anni ’90 e al grunge più solido e votato all’hard rock.

La title track esalta la prova del quartetto romano ormai maturo per un pubblico più esigente, otto minuti di rock e di musica classica con ben nove riferimenti ai colossi del genere, riferimenti che contaminati di sano rock ed elettronica rendono molto piacevole l’ascolto, e se davvero Beethoven fosse stato un punk dei giorni nostri (sicuro lo era della sua epoca) probabilmente avrebbe scritto lui questo brano!

Siamo arrivati alla fine e ‘Still A Fighter‘ è un’altra ballata molto intimistica e sofferta (su un’aria di Dvorak) però con accenni di positività. Insomma i WakeUpCall tornano con questa opera rock molto impegnativa ma dal risultato assai positivo. Come ho scritto prima la band ha raggiunto la maturità dovuta e meriterebbe maggiore attenzione, speriamo che questa sia la volta buona, sarebbe il giusto compenso per chi crede in se stesso e non vende l’anima al diavolo per emergere.

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. My Last Song
  2. Sex Hallelujah
  3. Twinkle Falling Star
  4. We Music
  5. I Feel Nothing
  6. Disposable
  7. Boys Don’t Cry
  8. If Beethoven Was A Punk
  9. Still A Fighter

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Hard Rock

 

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