Attivo dal 2006 il trio pugliese dei Rainbow Bridge si autodefinisce “Un tributo personale e visionario alla musica di Jimi Hendrix e allo spirito degli anni ’60“, e ascoltando le 5 tracce che compongono questo Ep d’esordio devo ammettere che di questo si tratta.

Cinque tracce che ripercorrono la storia del blues più psichedelico registrate live in una sporca domenica di ottobre dello scorso anno, cinque tracce incise come una jam, con il cuore e la passione che ci dovrebbero sempre essere, senza sovraincisioni o magheggi tecnologici. Il trio che la webzine Sodashop (USA) ha definito “a fucking cool tribute” ci delizia senza pensare troppo alla commercialità del prodotto inserendosi in un campo abbastanza scoperto nella musica italiana, si può obbiettare sulla resa sonora, sui tecnicismi che si vengono a perdere ma vuoi mettere con i prodotti confezionati a tavolino, no dai, molto meglio i Rainbow Bridge.

Come non farsi trascinare dai suoni psichedelici e robusti di ‘Dirty Sunday‘ (la song) o dalle schitarrate schizofreniche di ‘Hot Wheels‘ e dai suoi bilanciamenti puramente hendrixiani, e l’ombra del mito Hendrix ci appare nella sua grandezza nella bellissima ‘Rainbow Bridge‘ vero e proprio tributo all’eroe della sei corde.

Scorre buona musica nei solchi di questo Ep, spartano ma assolutamente coerente con quello che si vuole rappresentare, la buona musica a distanza di 50 anni non ha bisogno di inutili orpelli tecnologici ma vuole i suoi spazi di sudore e passione pura.

Rainbow Bridge tutto questo cel’hanno nel dna e nonostante i brani siano assai lunghi e solo strumentali è un gran bel sentire!

 

Gary Stone

 

TrackList

  1. Dusty
  2. Dirty Sunday
  3. Maharishi suite
  4. Hot Wheels
  5. Rainbow Bridge
  • Anno: 2017
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Desert Rock Psichedelia Stoner Blues

Links:

Facebook

Bandcamp

Autore