Voto: 8
Ci voleva veramente una band che ci riportasse indietro nel tempo, precisamente agli ’60 e ’70 quando Doom e Psichedelia vivevano il loro momento d’oro. I The Ossuary sono proprio questo, una realtà giovanissima che però guarda al passato con grandissimo rispetto, strizzando l’occhio al proto Doom di Black Sabbath e Black Widow così come all’Hard Rock di Blue Cheer e Atomic Rooster ma anche allo Stoner Metal.
La band di Bari nasce nell’ottobre del 2014 da una costola (anzi tre) dei Natron (Death Metal), abbiamo Max Marzocca dietro le pelli, Dario De Falco al basso, Domenico Mele alla chitarra e l’ex Twilight Gate Stefano Fiore al microfono. Questi quattro ragazzi arrivano immediatamente al traguardo del primo disco ufficiale, “Post Mortem Blues“, uscito lo scorso 17 febbraio per l’etichetta tedesca Supreme Chaos Records.
Introdotto da una copertina a metà strada fra il Thrash e il Death Old School in cui viene raffigurata la “Grande falciatrice” in procinto di compiere il proprio dovere su di un paesino della costa pugliese, il disco viaggia su otto episodi di sanissimo Hard & Doom settantiato.
Con l’iniziale “Black Curse” ci addentriamo in territori oscuri scanditi da una musica a base di ritmiche cadenzate, refrain plumbei ed un incedere che tanto ricorda gli inni sepulcrali dei migliori Candlemass, qua in salsa meno epica. “Witch Fire” e “Blood On The Hill” ripercorrono i fasti sonori dell’Hard oscuro settantiano attraverso un approccio compositivo molto semplice ma di immediato coinvolgimento emotivo, da menzionare il lavoro di chitarra nel primo pezzo.
La cerimonia continua con “Graves Underwater“, episodio dai connotati Heavy-Blues e la title-track nella quale i nostri ci accompagnano in territori Stoner.
I fraseggi di chitarra che introducono la successiva “The Crowning Stone” possiedono una carica primordiale che non può far rimanere impassibile l’ingenuo ascoltatore, il pezzo si struttura su una ritmica decisamente Sabbathiana ma con soluzioni di matrice Stoner e Doom (Red Fang, primi Cathedral).”Evil Churns” e “The Great Beyond” concludono alla grande, omaggiando la grande scuola dell’Hard anni ’70.
“Post Mortem Blues” segna un inizio folgorante per questa band del Sud, trattasi di un lavoro che mescola in maniera originale una formula vecchia quanto questo genere musicale. Direttamente dai meandri dell’Underground più putrido e oscuro, i The Ossuary ci regalano otto episodi di hard old school suonati con passione e rispetto, omaggiando i grandi del genere (Black Sabbath e i gloriosi, seppur quasi dimenticati Pentagram). Tra i migliori pezzi del lotto c’è da menzionare le splendide “Evil Churns“, “The Great Beyond“, “The Crowning Stone“, manifesto di un epoca fondamentale per la musica Rock e soprattutto Metal. Quindi non faccio altro che consigliare fortemente l’ascolto di questa ottima band, supportateli, andateli a vedere dal vivo e ovviamente comprate il disco, non ve ne pentirete.
Sonia Giomarelli
TrackList
- Black Curse
- Witch Fire
- Blood on the Hill
- Graves Underwater
- Post Mortem Blue
- The crowning stone
- Evil Churns
- The great beyond
- Anno: 2017
- Etichetta: Scarlet Records
- Genere: Doom/Hard Rock
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