Voto: 9

Altro gruppo che non ha nessun bisogno di presentazione sono i Bad Bones, fondati nel lontano 2007 in provincia di Cuneo dai fratelli Stefano e Raffaele Balocco e dal chitarrista Domenico Borra. Il quartetto, cui si sono uniti il chitarrista Sergio Aschieris che nel 2013 ha sostituito Domenico Borra e il prodigioso cantante Max Malmerenda ha già all’attivo ben tre album, oltre ad un Ep e vanta una ricchissima carriera live, sui palchi europei e statunitensi (dove ha avuto modo di esibirsi al mitico Whisky a go-go di Los Angeles).

Lo stile del gruppo è un misto di hard-rock grezzo e stradaiolo in puro stile west-coast con sfumature melodiche vicine ai Van Halen ed un pizzico di classic rock con influenze come Motorhead Thin Lizzy da loro stessi dichiarate (c’è da aggiungere anche un pizzico di Whitesnake, a mio avviso).

La loro nuova fatica “Demolition Derby” si apre con il primo singolo “Me Against Myself”, con un riff coinvolgente ed una bella linea vocale che fa l’occhiolino alla melodia. Marcia in più è la registrazione che mette in risalto ogni strumento, in particolare il pedale di basso che sostiene con la sua linearità l’intero brano.

Anche “Endless Road” va nella medesima direzione, con un basso pulsante e metallico che ricorda lo stile di Duff McKagan. All’inizio il brano ricorda i Guns n’ Roses di Use your Illusion anche per il sound della chitarra, chiaramente riferito alla Les Paul di Slash, sia nel riff che nel riuscitissimo assolo. Ma sono ancora la melodia ed il ritornello veramente catchy che ci riportano verso le atmosfere più radiofoniche.

Con “Some kind of Blues” i “Bad Bones” fanno sul serio; il ritmo rallenta ed è proprio il blues elettrico in stile Cinderella a venire fuori; la voce di Max Malmerenda è calda ed in perfetta sintonia con il brano, davvero ben riuscito.

Dopo la più scontata “Stronger” è la volta di “Rambling Heart”, super ballatona acustica che con il suo ritmo lento e cadenzato ci accompagna nel lungo viaggio di un vagabondo sulle strade del mondo. Anche in questo brano i Bad Bones si dimostrano una band che suona in maniera impeccabile e che ha imparato a costruire canzoni che nulla hanno da invidiare a più blasonati combo d’oltreoceano.

Con “Rusty broken song” si torna a correre con un pezzo non memorabile ma capace di sollevare ancora una volta l’attenzione, dopo la parentesi più ragionata di “Rambling Heart”. E’ si tratta di un passaggio necessario verso il vero lento dell’album.

“Red Sun” è un pezzo in puro stile anni ’80, con echi di Bon Jovi e Poison, anche nel suono della chitarra più vicino a quello di Richie Sambora e C.C. Deville che del già citato Slash. La canzone è davvero molto bella e promette di catturare il pubblico dal vivo con gli accendini o meglio gli smartphone accesi.

L’album va poi verso la chiusura con quattro brani veloci in quello che è lo stile dei Bad Bones: chitarre taglienti, ritmica pulsante e gran bei ritornelli che lasciano spazio alla voce calda e potente di Max. Degni di nota sono soprattutto “Shoot you down” e la title track “Demolition Derby”.

Un album che ha già raccolto giudizi più che lusinghieri sulle testate specializzate non può che uscire a pieni voti anche dalla nostra recensione. Di certo i Bad Bones sono una certezza nel panorama dell’hard rock nostrano e hanno tutti i numeri per continuare la brillante carriera che li ha portati ad esibirsi anche all’estero, come dimostrano le date già fissate per la primavera del 2017.

 

Alberto Trump

 

TrackList

  1. Me against myself
  2. Endless Road
  3. Some kind of Blues
  4. Stronger
  5. Rambling Heart
  6. Rusty broken song
  7. Red Sun
  8. Perfect Alibi
  9. Shoot you down (El Mariachi)
  10. The Race
  11. Demolition Derby

 

  • Anno: 2016
  • Etichetta: Sliptrick Records
  • Genere: Hard Rock

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