Voto: 9.5

Anticipato dal singolo ‘Only The Brave‘, di cui è uscito anche il video, questo undicesimo ed omonimo album della band inglese è sulla mia scrivania già da diverse settimane, ma dato che l’uscita ufficiale è prevista per il 21 ottobre ho preferito ascoltarlo più e più volte prima di decidermi a scrivere la recensione.

Inutile vi spieghi il perchè un cd di una band inglese sia recensito sulle nostre pagine virtuali dato che l’ho già fatto in precedenza e se non sapete che alla voce c’è il toscanissimo Iacopo Meille allora passate ad ascoltare il prossimo gruppo neo melodico e lasciate queste pagine.

Bando alle ciance che il metal graffiante del gruppo di Albione parte alla grande col singolo sopracitato, fiammata di puro heavy metal canonico figlio della NWOBHM di cui la band in questione è stata una delle iniziatrici storiche. Il lavoro delle sferzanti chitarre del leader storico Robb Weir e di Micky Crystal viene esaltato in modo prepotente, ‘Only The Brave‘ è il singolo dell’anno senza se e senza ma, il nosto Iacopo giganteggia da par suo confermandosi una delle migliori ugole d’oro del metal tricolore. Se il buongiorno si vede dal mattino questo si preannuncia come uno dei migliori, se non il migliore, album della storia della band.

Il suono cadenzato di ‘Dust‘ vede ancora la coppia di asce agire con destrezza magistrale, il pezzo unisce elementi heavy con altri più rock riuscendo a colpire nel segno con decisione e personalità massime. Imponente il solo a metà brano in un contesto dove tutto è curato alla perfezione. A tal proposito il disco è stato registrato presso i The Blast Studio di Newcastle, mixato poi da Soren Andersen (Glenn HughesMike Tramp) nei suoi Medley Studio.

Mid tempo per ‘Glad Rags‘ che strizza l’occhio alla band proveniente dal paese dei canguri con i suoi riff blues virati all’hard rock in questo caso più aerosmithiano, emozionante il coro centrale e prova al solito ineccepibile del cantante. Ottimo anche il lavoro del batterista Craig Ellis.

L’intro di chitarra tagliente ci introduce la virulenta e classicamente speed ‘Never Give In‘, canzone che rispecchia l’heavy metal perentorio della band nel quale la voce trova il suo giusto ambiente naturale, le chitarre macinano riff su riff ed anche il lavoro del basso a cura di Gav Gray assume il suo compito evidenziandosi maggiormente. Siamo a quattro canzoni e non una sola che non sia all’altezza del compito, andiamo avanti.

Il mio vecchio cuore di rocker non può non struggersi di fronte all’intensità di ‘The Reason Why‘, ballata elettrica che arriva dritta al bersaglio, quello di emozionare, ascoltate il solo e ditemi se non provate quel senso di beatitudine di chi sta bene con se stesso ma ricorda quello che poteva essere e non è stato con un pizzico di nostalgia. Magia pura.

Se invece il lato melodico romantico non è roba per voi pazientate, perchè la successiva ‘Do It Again‘ vi riporta alla realtà fatta di energia galoppante, di nuovo lo sferraglio incessante delle chitarre supportate dalla vigorosa sezione ritmica produce quel suono compatto che distingue i vecchi leoni sin dalla loro nascita quasi 40 anni fa.

Perticolare attenzione richiede ‘I Got The Music In Me‘, motivo? Il sound heavy del quintetto infatti viene corroborato da una letale (in senso positivo) iniezione di funky e qui permettetemi di dirlo la grande voce del nostro connazionale si erge a regina incontrastata, lui è davvero uno che può cantare di tutto. Tornando al brano, pur uscendo dal solito trend va apprezzato proprio per la voglia di stupire e al tempo stesso dimostrare che si può fare grande musica anche senza rimanere ancorati per forza alle proprie radici.

Praying For A Miracle‘, quante volte sarà capitato anche a voi truci metalheads? Bene adesso avete il vostro salmo metallizzato. La liturgia si evolve partendo con pacatezza, trovando poi quel suono potente che ben si addice a chi fa del metal rock la propria fede e si chiude sognando momenti migliori non lasciando mai la speranza che il miracolo si avveri. Bella.

Viene introdotta con estrema pacatezza ‘Blood Red Sky‘ ma dei colpi di batteria fanno presagire che non sarà così per sempre e infatti l’esplosione di chitarre e basso ne danno presto conferma. Si torna a sperimentare un suono più d’avanguardia, ovviamente sempre legato alle radici della band, ma con uno sguardo verso modernità rock più evolute, forse il pezzo meno coinvolgente ma sono gusti personali e comunque non c’è calo di tensione e subito dopo ‘Angel In Disguise‘ si propone come seconda ballata che ferisce il mio cuore, neanche due minuti in cui si condensano emozioni importanti, in cui la mente è aiutata a sognare, ripercorrere attimi di vita andati, eccezionale.

Rullino i tamburi, ci si alzi dalle sedie, si cominci a scuotere la testa, smuovere le anche, saltellare, tutti insieme dai! Il finale è incandescente, con ‘The Devil You Know‘ i Tygers Of Pan Tang salutano i propri discepoli confezionando l’ennesima perla metal rock che suggella un album senza difetti per una band che sta vivendo una seconda giovinezza forse impensabile 10/15 anni fa. Travolgenti ed emozionanti questi sono i Tygers Of Pan Tang!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  1. Only The Brave
  2. Dust
  3. Glad Rags
  4. Never Give In
  5. The Reason Why
  6. Do It Again
  7. I Got The Music In Me
  8. Praying For A Miracle
  9. Blood Red Sky
  10. Angel In Disguise
  11. The Devil You Know
  • Anno: 2016
  • Etichetta:  Mighty Music
  • Genere: Heavy Metal

Links:

Sito Ufficiale

Facebook

Bandcamp

Autore