Voto: 9
La vita spesso ci presenta di fronte a scelte che potrebbero decidere il nostro futuro, il famoso bivio dal quale il destino può farci uscire forti e vincenti oppure definitivamente perdenti. I genovesi Tenebrae dopo due album fantastici, ‘Memorie Nascoste‘ e ‘Il Fuoco Segreto‘ si sono presentati al bivio prendendo la strada del cantato in inglese, variando un po’ il loro suono, spingendosi verso lidi più cupi, a volte doom altre volte atmosferici, altre ancora vigorosi e spiazzanti.
Se nel primo caso la decisione di adeguarsi a una lingua internazionale si può interpretare come un messaggio ad altri paesi per ricevere nuovi consensi, dall’altro potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Mi spiego, chi come me adorava i Tenebrae cantare in italiano anche per seguirne meglio i testi molto concettuali e pieni di significati non apprezzerà molto questa novità, ma va dato atto al gruppo di Marco Arizzi di avere coraggio e non fermarsi di fronte a nulla. I vari cambi di formazione avvenuti in modo continuativo non hanno mai seriamente minato la coesione della band che ogni volta ci presenta lavori impeccabili.
Tornando a quanto detto sopra in questo ‘My Next Dawn‘ i suoni si fanno più cupi rispetto al passato ma non meno interessanti e ben fatti. Già dalla intro strumentale si intuisce questo cambio che a suo modo però segue l’iter musicale dei Tenebrae, sono le atmosfere che lo rendono più invitante, quasi come se il gruppo volesse guidarci attraverso i testi a cura di Antonella Bruzzone. ‘Black Drape‘ sfoggia questa nuova via colma giustappunto di atmosfere che spesso sfiorano quelle gelide del nord europa ricordandoci alcuni gruppi black della prima ondata, ovviamente di black metal non si tratta anche se il growl di Paolo Ferrarese alternato al clean rievoca quelle lande oscure. Inizio quindi affascinante.
‘Careless‘ inizia in modo sinistro con le tastiere di Fulvio Parisi a fare da intro, subito dopo suoni di chitarra particolarmente efficaci cominciano a farci addentrare nel brano, il tutto scorre tra incroci epici e altri più grandguignolenti. Più ripeto gli ascolti e più queste nuove canzoni fanno breccia nel mio cuore, in italiano o meno che siano i testi. La voce con i vocalizzi lirici di Paolo a metà brano colpiscono nel segno.
Dall’arco dei Tenebrae scocca un’altra freccia importante, ‘Grey‘; alta drammaticità e pathos fanno insieme all’acustica suonata dall’ospite Laura Marsano il loro lavoro in modo impeccabile, più la ascolto e più mi convinco del valore di questa song! L’apocalisse è alle porte e ‘The Fallen Ones‘ ne è il manifesto/racconto, qui i suoni entrano anche in un contesto in cui si sente una evocazione di anni ’80 post new wave, non si intimoriscono di stupire ogni volta, questo è bene, solo chi osa si sa, può vincere.
Il fervore compositivo trova un’altra conferma con ‘The Greatest Failure‘, l’alternarsi di momenti vigorosi con altri più tenui fanno la grande forza della canzone, il lavoro oscuro ma pressante della sezione ritmica (Massimiliano Zerega-batteria e Fabrizio Garofalo-basso) è ben struttrato e incisivo al punto giusto.
Ho seguito passo passo l’evolversi di questo album sin dalle prime prove in studio non avendo mai avuto dubbi che alla fine sarebbe uscito qualcosa di clamoroso e quando ascolto ‘Behind‘ ne ho un’altra conferma. Le sottili e flebili armonie iniziali fanno posto all’incedere sempre più veemente del suono condotto dalla voce dispotica di Paolo, dove per dispotica si intenda come voce guida dell’esercito Tenebrae sulla via della vittoria.
‘Lilian‘ si fa notare per l’incessante uso di tastiere, uso come sempre inappuntabile. Qui siamo quasi su suoni sperimentali, un sound molto leggero condito da atmosfere sognanti, sogni che vengono spenti dal cantato (quasi narrato) in growl moderato ma sinistro. Il resto è qualcosa che tocca le corde dell’anima.
La title track tiene alta l’attenzione su questo album che non presenta cadute di tono ma anzi man mano che va avanti cresce di intensità; direi che in questa song si celebra un po’ tutto il nuovo corso intrapreso e non poteva essere altrimenti.
La chiusura rimane su livelli molto alti, difatti ‘As The Waves‘ spicca per la sua drammaticità, il suo procedere pacato ma al tempo stesso solenne, una grande chiusura per un grande album!
Terza prova, terzo cambio di rotta ma la nave Tenebrae procede il suo viaggio senza ostacoli, ormai una certezza nel panorama metal e non solo.
Klaus Petrovic
TrackList
- Dreamt Apocalypse
- Black Drape
- Careless
- Grey
- The Fallen Ones
- The Greatest Failure
- Behind
- Lilian (changing shades)
- My Next Dawn
- As The Waves (always recede)
- Anno: 2016
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Gothic Doom Metal
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