Voto: 7.5
I veneti Burning Black, nati nel lontano 2004, non sono certo un nome nuovo della scena metal italiana ed internazionale. Con all’attivo ben 3 album e 2 demo di grande successo, vantano esibizioni live a fianco di bands del calibro di U.D.O., Primal Fear, Volbeat e Rage e la più recente tournée italiana in cui hanno diviso il palco con Metal Church e White Skull.
La band si rifà alle sonorità dell’Heavy Metal e del Power, traendo ispirazione da entrambe le sponde dell’Atlantico; da un parte gli americani Crimson Glory ed Iced Earth (nelle linee vocali che riportano al grande Matt Barlow), dall’altra i teutonici Accept e Gamma Ray. Il sound dei veneti è quindi estremamente potente e veloce, ma non mancano belle aperture melodiche e ritornelli accattivanti che, senza rinunciare a chitarre taglienti e ad una sezione ritmica estremamente solida e martellante, strizzano l’occhio all’hard rock americano.
L’Ep non contiene materiale inedito, bensì quattro pezzi registrati e prodotti dalla nuova line up della band veneta, tre dei quali contenuti nell’album ‘Remission of Sin’ del 2014 ed uno nel precedente ‘MechanicHell’ del 2009. A questi si aggiunge la bella cover di ‘Balls to the Wall’, classicone dei tedeschi Accept, che conserva il tiro dell’originale anche se, dovendo rinunciare alla spigolosità della voce di Udo, viene resa più moderna, con il sound della chitarra che si rifà ai Metallica del ‘Black Album’ e con l’inserimento di un tappeto di tastiere nella strofa.
Con riferimento alle canzoni firmate dalla band, i Burning Black hanno deciso di inserire brani con ispirazioni diverse: da un lato pezzi più influenzati dall’hard rock, come la title track ‘Flag of Rock’, molto coinvolgente e facile da interiorizzare anche per gli ascoltatori più distratti.
Decisamente più complesse e veloci ‘Far away’ e ‘Love me’. La prima si apre con un intro di chitarra acustica spagnoleggiante e poi decolla, grazie soprattutto all’incedere martellante della batteria. Sugli scudi la chitarra solista, con un assolo breve ma decisamente ben riuscito, sospeso tra la tecnica e la melodia. Affine è il sound di Love me, anche se in questo caso tutto il brano ruota intorno al ritornello, ripetuto più volte, senza però diventare noioso.
‘Purgatory Child’ chiude il lavoro. In questo caso non si tratta di una nuova registrazione ma del remix della canzone originale da parte del notissimo produttore Beau Hill (che ha all’attivo album di band hard rock di primissimo piano come Ratt, Europe, Winger e Warrant). Il sound è più morbido, diverso da quello dei brani precedenti ed evidentemente è più orientato verso l’uso delle tastiere, con la sezione ritmica in secondo piano. Il brano è comunque coinvolgente e ancora impreziosito da un bell’assolo di chitarra (molto anni ’90, per gli amanti del genere vicino al sound di Kee Marcello su Prisoners in Paradise degli Europe, non a caso prodotto proprio da Beau Hill).
Per concludere, se è certo che la band veneta è andata sul sicuro, pescando sapientemente dal proprio catalogo per proporre questo EP in attesa di un nuovo lavoro in studio, c’è da dire che le canzoni sono molto ben composte e suonate e per chi non li conosce l’ascolto è altamente consigliato.
Alberto Trump
TrackList
- Flag of Rock
- Balls to the Wall (Accept cover)
- Far Away
- Love me
- Purgatory Child
- Anno: 2016
- Etichetta: LMP
- Genere: Heavy Power Metal
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