Voto: 8.5
Importante uscita quella che sto per recensire, infatti mi trovo tra le mani il nuovo cd dei mitici Rod Sacred, 7 nuovi brani e la ristampa dello storico Lp datato 1989. Esaminiamo quindi il tutto!
L’ultimo lavoro dei Rod Sacred risale al 1997, ‘Sucker of Souls‘ sembrava poter rilanciare il gruppo sardo dopo anni di assenza dall’omonimo esordio targato 1990, invece nulla, tutto sembrava finito. Dopo un lungo oblio riappaiono in sede live nel 2013 e la voglia di esserci ancora ha portato a questo gradito ritorno discografico che avverrà tra poche settimane tramite la tedesca Pure Steel Records.
Il cd si compone di 7 tracce improntate al più classico degli heavy rock metal, la band di Franco Onnis (basso e backing vocals) resta fedele ai propri stilemi degli esordi ma togliendo la polvere dagli strumenti riesce a dare una nuova carica che come già nell’iniziale ‘Submission‘ scaturisce con rabbia. Il brano riporta a certe sonorità di fine eighties in bilico tra puro heavy e classico hard rock. Più vivace ‘Hyper Drive‘ sapientemente interpretata da Tonio Deriu che ci ricorda un incrocio tra Biff dei Saxon e Klaus Meine degli Scorpions, anche il lavoro del basso è ben impostato, cuore pulsante del suono Rod Sacred.
Mi preme altresì segnalare la produzione davvero ben fatta e calibrata, senza sbavature, non dimenticando l’ottimo lavoro fatto nell’esaltare al massimo le due guitars.
Uno splendido suono di chitarra introduce ‘Stop Fear‘, brano in cui il lato melodico sembra prendere il sopravvento, il tutto con la classe che è tipica dei ragazzi sardi, quattro minuti dunque di grande maestria.
Con ‘Let Yourself Go‘ si sale di ritmo virando verso un robusto hard rock, merito anche del bravo Andrea Atzeni alla batteria, il brano si dipana alla vecchia maniera dei Rod Sacred, un tuffo nel passato ma con lo sguardo ben diretto al futuro.
‘Rod Sacred‘ è una composizione strumentale che si divide in due parti, suoni che ci rimandano al passato dell’heavy metal, refrain orecchiabile, giochi di chitarra pieni di melodia e dinamicità al tempo stesso nella prima parte e suoni più oscuri e cupi nella seconda. Qui si segna indelebilmente il marchio della band, sarà esaltante vederli live con composizioni simili.
‘A Strange Life‘ è una canzone decisamente più elaborata dall’incedere lento ma costante, con la voce di Tonio sempre sugli scudi e le chitarre a cucirgli intorno riff e soli da brivido, si sfocia quasi nel prog in alcune parti, insomma altra chicca di questo ritorno.
La chiusura è affidata a un brano decisamente più easy ma dalla grande presa commerciale a mio avviso, trattasi di ‘Radio‘ che già dal titolo conferma il mio pensiero. Un solido heavy rock da classifica se spinto adeguatamente, questo non significa che sia qualcosa di troppo pop anzi, credo che piacerà molto ai kids della vecchia guardia.
In definitiva questo ‘Submission‘ sia pure in soli 7 brani riporta alla ribalta un combo che già ai tempi avrebbe meritato miglior sorte, diamogli ora la possibilità di avere quel successo rimasto lì nel limbo solo per pochi ma fedeli estimatori. Per me è un grande ritorno!
Per quanto riguarda invece la ristampa di ‘Rod Sacred‘ cosa dire? Per chi non avesse l’originale, assai difficle da trovare, e per chi non li avesse mai sentiti è senza dubbio prezioso poter avere l’opportunità di ascolttare queste nove canzoni dal suono potente e vagamente retrò adatto a chi ama il metal schietto e genuino degli anni ’80!
‘Dont Fear The Rain‘ a distanza di tanti anni mantiene ancora il tiro dell’epoca, diretta, potente, gioiellino del metal tricolore, con il basso di Franco e la chitarra di Martino Vargiu incalzanti a dire poco. ‘Live Your Life Again‘ ancora decisamente ritmata però con qualche difetto vocale di un’ancora forse acerbo Tonio, anche se il suo accostamento a Klaus Meine è ben evidente.
‘Lonely Between Mass Of Puppets‘ è un brano che man mano che avanza incrementa la sua qualità, metal rock a volontà e solo di Martino encomiabile. Uno dei migliori brani del disco, seguito a ruota da ‘The Mistery Of Quid‘, qui i Rod Sacred si cimentano in qualcosa che include riff sabbathiani con inflessi melodici forse un po’ troppo accentuati, comunque bello il solo centrale.
‘Crazy For You‘ è bella aggressiva dopo un inizio hard rock infatti si porta su trame metal con ardore e valore, refrain accattivante e riff potenti seguiti dal solo maestoso, basso e batteria costanti e sempre cattivi. Finale imperioso, grande brano!
‘Circle of Lust‘ conferma l’attitudine metal della band, tirata e concisa, veloce e ritmata con il basso di Franco presente più che mai, questi sono i Rod Sacred che ci piacciono di più! ‘The Enter‘ è una breve strumentale, malinconica ma eseguita in modo superbo, forse troppo breve per esaltare le doti dei singoli musicisti.
‘Dreaming‘ dal testo toccante ci presenta otto minuti di melodie intense e coinvolgenti, ballata rock degna dei migliori Scorpions. Infine ‘Will Of Living‘ è lo scoppiettante finale di un album che a modo suo ha fatto la storia del metal italiano, un cult che oggi viene riportato giustamente alla luce!
Quindi signori miei il ritorno dei Rod Sacred è un ritorno di fondamentale importanza, a voi scegliere da che parte stare, se col metal vecchio stampo o con le mode del momento.
Klaus Petrovic
TrackList
- Submission
- Hiper Drive
- Stop Fear
- 4. Let Yourself Go
- Rod Sacred
- Strange Life
- Radio
- Don’t Fear the Rain
- Live Your Life Again
- Lonely Between Mass of Puppets
- The Mistery of Quid
- Crazy For You
- Circle of Lust
- The Enter
- Dreaming
- Will of Living
- Anno: 2016
- Genere: Heavy Metal
- Etichetta: Pure Underground Records
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