Voto: 8
Esordio per il progetto campano Taur Im Duinath, one man band guidata dal polistrumentista Francesco Del Vecchio, musicista già attivo in altri gruppi della zona.
“Randir”, nonostante sia solo una demo, è un disco prodotto molto bene con ottimi suoni e ogni singolo aspetto risulta molto curato, a partire dalla bellissima copertina raffigurante un viaggiatore immerso nella natura.
Il nome del gruppo, che significa terra tra due fiumi, e il nome dell’album “Randir”, che significa viaggiatore, derivano dall’universo di Tolkien.
Le tematiche affrontate, prendendo spunto dall’universo tolkeniano, sviluppano in senso intimista le riflessione del Randir durante le sue interazioni con la natura che lo circonda.
Il cantato utilizza l’idioma italico e si rivela uno dei punti di forza del disco, grazie allo splendido scream di Franceso e ai testi curati ed eleganti.
Musicalmente il disco si muove attraverso i canoni classici del black metal nordico, soprattutto nella scelta di un riffing gelido che ricorda gli Immortal, ma arricchendo i brani con un alto tasso di melodie malinconiche e tristi che rimandano al doom( Katatonia).
Il disco è composto da una intro e tre brani che si snodano sinuosi e coinvolgenti, mantendo alta l’attenzione sia nei passaggi vicini al black tradizionale( “Scrutare L’Abisso”), sia nellle tristi melodie intime e decadenti ( “Fuochi Estinti”) e sia nell’ epica ed evocativa “La Chiusura del Cerchio”, ottimo brano in cui emerge quell’atmosfera arcaica che rendeva unici gli Ulver del debutto.
“Randir” è un ottimo disco, curato e raffinato, che riesce a rapire l’ascoltatore nelle sue trame di black metal tradizionale e melodico attraverso testi personali in cui possiamo immedesimarci.
Koz
TrackList
- L’incedere Nel Vuoto
- Scrutare L’Abisso
- Fuochi Estinti
- La Chiusura Del Cerchio
- Anno: 2016
- Etichetta: Depressive Illusions Records
- Genere: Black Metal
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