Voto: 6.5

L’estrosità e l’eclettismo del pittore rinascimentale Paolo Veronese furono tali da suscitare il poco simpatico “interessamento” del Tribunale dell’Inquisizione. Il Paolo Veronese dell’era digitale certo non smuoverà nulla di paragonabile a quell’ingombrante interlocutore, ma fin qui ha dimostrato qualità non troppo diverse dal suo illustre omologo. Autore, esecutore e produttore dell’opera prima dei Vol de Conscience, il nostro alla tavolozza e ai pennelli sostituisce la chitarra, il basso e la batteria, e per dare forma concreta alle sue visioni si è affiancato al cantante e paroliere Claude Arcano e al tastierista Filippo Galvanelli.

Se estrosità ed eclettismo dunque non mancano a “One”, la genialità delle grandi, eccentriche e affollatissime tele del Veronese non è però paragonabile a quanto messo in campo da queste otto tracce, otto tappe di un disco talvolta auto-indulgente e confuso nel marasma degli stili e delle sonorità proposte. “Sviscerare con la musica storie e situazioni legate all’inconscio e alle sue sfaccettature più nascoste”: questo l’ambizioso progetto, forse perfino troppo ambizioso per le effettive capacità dei musicisti e le idee proposte, annacquate qua e là in un sound un po’ troppo levigato e soprattutto privo di autentiche sorprese.

Fra cavalcate psicotiche, richiami prog e momenti di contemplazione estatica, “One” racconta il dramma del protagonista, eroe “conteso” fra le personalità opposte del White Angel e del Black Devil, i due spiriti che puntualmente giungono a turbare le sue notti nel corso di un lungo, apocalittico calvario, al termine del quale riuscirà a riconquistare la propria coscienza e la pace interiore. Un concept album dove, come nella migliore tradizione del genere, ogni singolo brano è un tassello che compone la storia narrata, dall’iniziale ambient di Bowed” fino alla fragorosa “Eleven and One”. Pur riconoscendo la bravura di Arcano nel destreggiarsi fra vari registri (growl, voce spettrale e cantato potente alla Jonathan Davis), il disco offre i momenti migliori quando gli strumenti hanno campo libero, come nell’atmosferica coda conclusiva della già citata “Eleven and One” o la strumentale Sleeping Dawn – The Neverending Clash” (Emerson, Lake & Palmer dopo un seminario tenuto da Tom ArayaDave Mustaine e James Hetfield). Chiude l’opera la delicata ballad acustica e strumentale “Relieved”, un quasi flamenco di tre minuti che sembra fuori posto dopo tante catastrofi sonore, ma in realtà perfettamente in linea con la storia, a suggellare l’agognata e finalmente ritrovata serenità interiore del protagonista.

In conclusione, un disco che offre più di qualche spunto interessante e alcuni momenti di trascinante energia musicale, troppo pochi però per permettere all’opera di decollare, agganciata ad un sound di maniera e spesso prevedibile. Un debutto dalla personalità ancora acerba, ma il futuro potrebbe riservare interessanti sorprese.

 

Nero Tribici

 

TrackList

  1. Bowed
  2. Within
  3. Sealed
  4. Sleeping Dawn – Nightime Hecklers
  5. Sleeping Dawn – The Neverending Clash
  6. Realized
  7. Eleven and One
  8. Relieved

 

  • Anno: 2016
  • Etichetta: Hypnoise Recording Studio
  • Genere: Prog

 

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