Voto: 8.5
Spettacolari! un gruppo con gli attributi. Sono felice di dire che i Sinphobia hanno tutte le doti che un gruppo dovrebbe avere: pezzi di ottima qualità che, sì, a volte possono ricordare alcune altre band, ma ogni reminiscenza cede il posto al loro sound e alla loro originalità; dei messaggi chiari e precisi che arrivano come pugni in faccia; un look professionale coerente con lo spirito della band. Partiamo da quest ultimo punto: Sinphobia è l’unione di 2 parole: Sin e Phobia, cioe’ peccato e paura: il loro messaggio è aggredire le proprie paure al fine di vincerle e liberarsi così delle catene mentali che ci opprimono in questa società. Da qui nasce l’idea delle maschere che portano, i componenti dei Sinphobia sono dei demoni che con quelle maschere ricordano all essere umano che lui una maschera la porta tutti i giorni nella sua vita.
I Sinphobia sono di Verona e questo e’ il loro secondo lavoro, dopo l’omonimo ‘Sinphobia’, autoprodotto, i ragazzi fanno uscire “Awaken” con Bakerteam Records, sempre prodotto dalla band, mixato e masterizzato nei Kreative Klan Studios.
La band e’ formata da 4 elementi: Vain alla chitarra, Darkoniglio al basso, Conso alla voce e Falsi alla batteria.
La loro musica è un mix letale di death e thrash metal maturo, consapevole di ciò che c’è stato in passato e come deve essere portato avanti in futuro. Ritmiche serrate aprono la strada a delle parti più melodiche oppure a parti ancora più estreme, il tutto diventa davvero vincente per la precisione con cui viene suonato. Le parti di batteria sono varie e ben curate, da sole potrebbero bastare a farvi fare headbanging per tutta la durata del disco, e il basso ha quel suono caldo e avvolgente che per quanto mi riguarda è il suono che un basso deve avere per svolgere il suo compito, in poche parole non fa la chitarra aggiunta; i fill sono di gran gusto e funzionali per i pezzi.
Le parti più classiche, come le chitarre super plettrate melodiche dal sapore black metal, hanno comunque quel suono che le distingue e le danno personalità. Stesso discorso per la voce: le varie tecniche di scream e growl usate hanno sempre quel timbro proprio del cantante.
Il disco apre con un intro non lunghissimo dove un mood un po’ tribale e’ accompagnato da un noise di sottofondo, aprendo la strada alla prima canzone “Prayer to Warcry“.
Già dal primo riff si capisce che è roba seria: molto in stile Lamb of God, la canzone si sofferma più sulle ritmiche e lascia ai ritornelli le parti melodiche. Molto belli anche gli stop che usano per ripartire.
Non voglio descrivere canzone per canzone, in modo da lasciarvi il piacere di questo album senza troppi avvisi. Quindi farò delle scelte tra track e track. La terza si chiama “Guilty of Downfall” e ve la consiglio vivamente ma non ne parlerò.
Passiamo a “The Punishing Hand“, un po’ più lenta delle altre, la parola che descrive appieno il pezzo è Groove! le ritmiche suonano così bene anche per l’intenzione abbastanza seduta del pezzo. Quando si arriva al ritornello non potrete fare altro che convincervi appieno del valore dei Sinphobia: le ritmiche di cui parlavo prima sono stupendamente completate con degli armonici di chitarra e dei fill di basso perfetti.
“Thread of Salvation” inserisce sullo stile Sinphobia dei blastbeat infernali, e anche se presenta delle chitarre un po’ black, la direzione va più sul death melodico. la tematica è molto interessante, parla di non farsi condizionare la propria vita da fattori negativi “esterni” (donne fatali e manipolazioni mentali, finalmente dei demoni che non parlano di diavoli e storielle di fantasia! viva l’attualità).
La track numero 6 non poteva che suscitare interesse per un fan dei Pantera come me, parliamo di “Respect“, il parallelismo con “Walk” mi e’ venuto naturale, ma sempre in senso positivo: niente a che vedere col pezzo di “Vulgar Display of Power”, e’ sempre una canzone dei Sinphobia con le loro precise caratteristiche, ma il concetto è un po’ quello di “Walk”, che tutti noi metallari persi abbiamo internato nel tempo, compreso il quartetto in questione.
Il disco prosegue con aggressività fluida e piacevole, e tra qualche parte alla Death, alla Cannibal Corpse, sono arrivato ad un punto di “March of the Lambs” che addiritura mi ha portato a riflettere: ad un certo punto il cantante inizia ad usare l’italiano (in una parte peraltro che spacca, plettrate velocissime e stops), da qui ho capito l’importanza di una buona sillabazione e pronuncia nella voce, anche questo è un punto forte dei Sinphobia, in questo modo anche se la voce può essere sporchissima il messaggio arriva diretto e veloce, e la musica è comunicazione, nient’altro.
Il disco chiude con una cover di… attenzione!!!!!….. ELISA!!!! La canzone è “Labirinth” e per chi non la conoscesse è un pezzo pop che ha fatto un po’ la fortuna di Elisa. Il bello della cover dei Sinphobia è che di pop non c’eè proprio nulla!!!! forse la canzone risulta ancora più aggressiva delle altre, l’arrangiamento è da manuale. Quei quattro accordi, tipici di un pezzo pop, sono ribaltati come un calzino e esplorati al massimo, infatti la cover è in pieno stile Sinphobia, cattiva, veloce… riescono anche ad inserire un po’ di tenerezza in più campionando la voce della popstar italiana e inserendola come accompagnamento alle urla disumane di Conso.
Ho dato questo voto all’album perché da un gruppo così inizio a pretendere molto, e vorrei dare un voto più alto al loro prossimo lavoro, perché se lo possono permettere.
MetalSkin
- Anno: 2015
- Etichetta: Bakerteam Records
- Genere: Death/Thrash Death
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