Già conosciuti al pubblico di Italia di Metallo grazie all’omonimo debut del 2012 gli umbri Signs Preyer tornano all’attacco freschi di nuova etichetta con questo ‘Mammoth Disorder‘ che ne conferma totalmente la qualità. Otto brani robusti con un imponente groove di base ad associarsi a calde razioni di hard rock, stoner, southern e post-grunge.

L’ascolto è piacevole per tutta la durata del cd, in evidenza l’apertura ‘It Comes Back Real Pt. II‘, che prosegue il lavoro messo in atto nel precedente album, agita subito le acque, ruvida e incalzante ‘Hornies‘ aasesta il tiro della band umbra. La passione e l’entusiasmo messi nelle composizioni escono in tutto il loro splendore nel moderno southern blues di ‘I Want a Big Black Mama‘, scudisciate fuoriescono da ‘New World Order‘ a metà strada tra stoner e grunge.

Meno convincente ‘Anal Fisting‘ unico neo almeno a mio parere di questo ‘Mammoth Disorder‘ che subito torna di buon livello con ‘BBQ Sauce‘ apprezzabile southern rock scorrevole dalla prima all’ultima nota con le chitarre sugli scudi. ‘Mad Slit‘ è compatta, monolitica e perfettamente coerente con quanto prodotto finora, grande impatto per quella che a mio personale avviso è la song migliore del lotto.

Si chiude con ‘Damned‘ che alterna momenti arcaici ad altri modernamente più rabbiosi, brano complicato da ascoltare con attenzione.

Mi rimane solo da dire che i Signs Preyer con questa seconda fatica si confermano all’altezza della situazione non tralasciando l’ottima vena compositiva che ne fa un gruppo con i controcazzi.

 

Gary Stone

 

TrackList

  1. It Comes Back Real, Pt. 2
  2. Homies
  3. I Want a Big Black Mama
  4. New World Order
  5. Anal Fisting
  6. BBQ Sauce
  7. Mad Slit
  8. Damned

 

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Buil2Kill Records
  • Genere: Doom/Hard Rock

 

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