Voto: 8.5

No Shores of Hope‘ è il disco di una band underground, i The Burning Dogma (già conosciuti su queste pagine col precedente lavoro datato 2012 ‘Cold Shade Burning), un disco  valido, bello, suonato bene e prodotto con cura da una band dalle buone capacità tecniche. Ricco di sinfonie sinistre e oscure, un phatos opprimente che porta l’ascoltatore nel viaggio dell’incertezza e della sofferenza  esistenziale.

Vocals  in scream, growl e femminili si alternano lungo i 50 minuti del disco che trova ispirazione nel metal oscuro ed estremo degli anni ’90. Non faccio riferimenti di influenze ad altre bands perché il disco mostra una sua buona personalità, tra riff megalitici, refrain melodici, titoli malinconici attraversati da brevi parti elettroniche sparse.

I 13 brani che troviamo sono della lunghezza tra i cinque e i sei minuti, e ho segnato questi come i più interessanti. ‘The Breach‘ è il primo brano che rappresenta bene il discorso dell’album, riff pesanti appena macchiati di doom, alternati a taglienti giri, che mi ricordano vagamente qualche band di death melodico con arrangiamenti melodici in soli di chitarre, ‘Skies of Grey‘ che parte forte con doppio pedale schiacciasassi, accelerazioni, con dense atmosfere cupe in cui si fa spazio una voce femminile ad addolcire.

Feast of Crowns‘ parte con atmosfere affascinanti  che diventano a tratti quasi dreamtheateriane e ricordano persino certe ritmiche del nu metal, ma sempre giusto da lontano in quanto il tutto ha uno stile death doom melodico in perfetto stile The Burning Dogma.

Burning Times‘ parte con un riff interessante, e presenta bei arrangiamenti, ‘Hopeless‘ invece ritorna sul death anni ’90 con accenni verso un black melodico, sempre accompagnato da grandi atmosfere ambient delle keyboards, con growl e scream alternati. In tutto il brano si sente un buon variare delle parti, fattore importante tant’è che è il brano che mi ha convinto di più. ‘Nemesis‘ presenta la sempre ottima caratteristica delle melodie oscure, sinistre in cui la band è maestra.

Nel complesso per essere la prova di una band underground, il risultato è molto molto buono, una band dal songwriting che mostra passione, da chi sa cosa vuole ottenere e cosa vuole offrire, creando così un disco sicuramente interessante e piacevole per gli amanti del genere e aggiungo che Una band con questo sound dev’essere vista dal vivo.

 

Ilvinox

 

TrackList

  1. Waves Of Solitude
  2. The Breach
  3. Enigma Of The Unknown
  4. Kies Of Grey
  5. Feast For Crows
  6. Burning Times
  7. Distant Echoes
  8. Hopeless
  9. Dying Sun
  10. Nemesis
  11. Dawn Yet To Come – 1. Drowning
  12. Dawn Yet To Come – 2. No Heroes Dawn
  13. Dawn Yet To Come – 3. Uscimmo A Riveder Le Stelle

 

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Sliptrick Records
  • Genere: Death Metal

 

Links:

Spotify

Youtube

Facebook

 

Autore