Voto: 8.5

Anno Domini 2011.

Nell’area di Ravenna prende vita un progetto nuovo per quanto riguarda la musica estrema: Surge Assalut! Un five-piece portatore di una ventata d’aria fresca per tutti coloro che desiderino ascoltare heavy metal d’impatto e qualità, suonato con cattiveria e privo di fronzoli.

Collocati dalla critica nel filone black/thrash, questi ragazzi sanno essere molto più che una semplice band di matrice oscura e satanica. Il loro EP di debutto vede la luce nel 2012, quel “The First Division” (uscito sotto etichetta Lo-Fi Creatures) che mette in mostra le doti del gruppo, forse ancora un pò acerbo a livello di personalità, ma di certo già pericoloso, veloce e dannatamente crudele.

Il ritorno in grande stile è con il loro primo vero album, questo “Lust & Misery”: una prova che fa scuola.

Chiaramente influenzati da bands di altissimo livello come Carpatian ForestCeltic FrostMotörhead e gli abrasivi Discharge, i nostri ci propongono un metal di matrice certamente black (i testi non lasciano dubbi), ma permeato anche di tutte le caratteristiche tipiche dei migliori esponenti dell’hardcore-crust (le oscure tematiche dei padri Killing Joke tornano in mente in modo ricorrente) e del miglior thrash anni ’80: impossibile non pensare a “Reign in Blood” dei maestri Slayer (la traccia n°2 – Get Drunk & Destroy” – è l’esempio migliore).

E’ oltremodo impressionante la velocità d’esecuzione, vero e proprio marchio di fabbrica di quest’opera: un assalto sonico dalla prima all’ultima nota. Brutalità e furia incontenibili sputate in faccia al malcapitato ascoltatore senza mezze misure. Questa è la realtà. Prendere o lasciare! Nessun episodio sottotono, quaranta minuti di pura cattiveria per un debutto che non può lasciare indifferenti e che mette le carte in tavola fin dalla traccia di apertura. Una band tecnicamente dotata (ma è ora di mettere in chiaro come il Metal e la tecnica siano due elementi inscindibili) che assembla musicisti assolutamente convinti della bontà delle loro idee. Il batterista B. Aliens è la punta di diamante e lascia il segno su tutte le canzoni, menando fendenti come un dannato, sfoggiando un’enorme precisione e rapidità esecutive (una doppia cassa che sfonda il muro del suono) e trascinando tutto il gruppo dietro di sé. Monarch, chitarra solista e autore di pregevoli assoli al fulmicotone, taglienti come rasoi. Il chitarrista ritmico Korsakoff e il bassita Vinteren costituiscono, insieme al batterista, la sezione che fa da colonna portante alla base di tutte le canzoni; un’autentica e impenetrabile muraglia musicale. E poi c’è Hell, vocalist dotato di un’ugola al vetriolo, velenosa e spietata come poche: il tassello che eleva in modo esponenziale il livello di estremismo musicale della proposta.

Una delle particolarità di questo platter risiede nella difficoltà di analizzare ogni singola traccia senza dover scrivere le stesse cose per ognuna di esse, ma questo non significa avere per le mani materiale scadente (si è sempre detto lo stesso anche per gli AC/DC, ricordate?). Molto più semplicemente abbiamo qui un lavoro estremamente monolitico, che vuole ribadire continuamente il credo della band: un satanasso alcolizzato che ci porge una birra prima di condurci all’inferno, donne appariscenti, sboccate, lascive e rigorosamente vestite in pelle, chilometri di cartucciere, rastrelliere zeppe di armi da fuoco e la volontà di dissacrare ogni cosa. Perché è esattamente così che sono i Surge Assault. Loro non aspettano di conoscere se siate amici o nemici: sparano e basta, spargendo raffiche d’odio e bile in ogni direzione e decisamente compiaciuti di mietere vittime.

Nove canzoni, nove pallottole di livore da ascoltare dalla prima all’ultima, tutte d’un fiato; tuttavia, se proprio si fosse costretti a fare una scelta, penso sia caldamente consigliabile la song n°7 “Anti Human Black_Thrash”, vero e proprio manifesto del genere di cui il gruppo romagnolo si fa alfiere. “Whoreship Me” e “Stay Alone with Us” sono altri momenti indimenticabili. Ma, a costo di dovermi ripetere, ribadisco che qui non c’è nulla da scartare.

Cristallina anche la produzione, altro punto a favore di un ulteriore capolavoro da sfoggiare sui vessilli della scena metal italiana.

Ci troviamo di fronte a un gruppo che lascerà il segno, un ensemble che farà sicuramente parlare di sé, perché come spesso capita per quello che riguarda le proposte estreme, questa band è da amare o odiare nella sua completezza, senza alcuna via di mezzo.

Parliamo di autentico e bastardo heavy metal, signore e signori: quest’album mi ha fatto davvero molto male! Da avere, senza scuse!

Fabrizio Travis Bickle Zànoli

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Earthquake Terror Noise
  • Genere: Heavy Metal

 

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