Voto: 8.5

Omnia sub leges mors vocat atra suas”, “La tenebrosa morte chiama tutte le cose sotto le sue leggi”. Ovidio ci ricorda che tutti dobbiamo, presto o tardi, affrontare il trapasso: quale modo migliore per dare il via a un disco doom? È così, infatti, che si apre “Mors Vocat” delle SaturninE, band bolognese tutta al femminile in attività dal 2010 e formata, allo stato attuale, da Katrien* alla voce, Samantha e Giulia alle chitarre, Jex al basso e Angelica alla batteria. La loro musica è un riuscitissimo mix di sludge, doom, crust con un pizzico di death, e già questo basta a mandarmi in fibrillazione; i loro testi, invece, si concentrano su tematiche non solo connesse alla sofferenza ed alla disperazione, ma anche ad uno stile di vita e ad un modo di alternativo di approcciarsi alla società. Vediamo di che si tratta, shall we?

“Mors Vocat” è il disco di debutto della band, preceduto soltanto da un demo nel 2012, e consta di sette tracce complessive. Si parte immediatamente con l’intro strumentale, brano da cui il disco prende il titolo ed inaugurato dalla citazione che ormai conosciamo. Segue ‘Moloch’, permeata da un’energia ed un’oscurità quasi palpabili, in cui lentezza inesorabile e ritmi da scapocciamento selvaggio si alternano e fondono, quasi come in una danza. Scordatevi qualsiasi accenno di melodia dal punto di vista vocale: sei minuti di puro buio.

Il terzo brano, ‘Fangs in the Flesh’, propone un doom più classico, con riff duri e incazzati che mi ritrovo immediatamente a canticchiare ed un interessantissimo assolo; anche ‘Crimson Sand’ si mantiene sulla stessa linea, con l’aiuto di effetti un po’ psichedelici e una sana spruzzata di sludge con gli attributi. È di nuovo l’assolo a colpirmi anche in ‘Empire of Guilt’: quasi orientaleggiante, personalmente trovo che suoni più che altro come l’intro (rallentata) di un brano death metal… e ci sta divinamente. ‘Bones and Regrets’ ritorna in territorio “zozzume e cattiveria” con striature di melodie quasi prog metal (l’effettistica iniziale mi ha fatto pensare ai Nevermore, che col doom non c’entrano assolutamente nulla) e, di nuovo, death (that solo). Molto interessante anche lo stacco a metà brano. Chiude il disco ‘Escape from reality’, un tripudio di generi che davvero mi risulta difficile scindere per via del sapiente modo in cui sono mescolati e fusi tra loro… è come avere la violenza del death alla stessa velocità del doom. Nell’outro fa capolino, di nuovo, la citazione ovidiana; dopodiché, tutto tace.

Le SaturninE sanno il fatto loro e andranno lontano, ne sono sicura: hanno perfino ricevuto le lodi di Fenriz dei Darkthrone, quindi penso di aver detto tutto. Dal canto mio, non posso che essere fiera del fatto che queste ragazze abbiano scelto di dedicarsi a questo doom così eterogeneo, così ben concepito e così ben eseguito. Vi faccio con tutto il cuore un enorme in bocca al lupo, con la certezza che riceverete solo ed esclusivamente critiche positive. A voi lettori, ovviamente, raccomando caldamente l’ascolto di Mors Vocat, perché è una mazzata sui denti. Di quelle serie.

*Nei credits del comunicato stampa del disco è indicata la vocalist precedente, Laura.

 

Elisa Mucciarelli

TrackList

  1. Mors Vocat
  2. Moloch
  3. Fangs in the Flesh
  4. Crimson Sand
  5. Empire of Guilt
  6. Bones and Regrets
  7. Escape from Reality

 

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Terror From Hell Records
  • Genere: Doom Metal

 

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