Voto: 8.5

La Minotauro Records negli ultimi anni si è dedicata a riesumare vecchi Lp degli anni ’80 proponendoceli in versione cd a vantaggio di chi non avesse gli originali. In questa opera di recupero non poteva mancare ovviamente Paul Chain nome storico legato all’etichetta marchigiana, in questo caso l’opera di reissue riguarda ‘Life and Death‘ troppo spesso dimenticato tra i tanti lavori dell’oscuro chitarrista pesarese, nonostante fosse il primo full-lenght dopo l’uscita dai Death SS e la fine dell’esperienza del Violet Theatre.

Prima di questa uscita col nome Paul Chain avevamo avuto il fantastico split 12″ con i Sabotage, una delle migliori produzioni in assoluto per quanto mi riguarda del metal italiano ‘King Of Dream/Welcome‘ e l’Ep ‘Ash‘ che faceva già intravedere il potenziale tutto heavy metal/doom di questo successivo Lp.

L’inquietante ‘Still Breath‘ apre le danze (macabre) con il suo suono angosciante e ossessivo, una horror song che vede protagonista anche la voce di Aldo Polverari, il grande musicista scomparso a soli 35 anni, a cui fa seguito ‘Antichrist‘ che ci lancia nel criptico mondo di Chain, questa volta rispetto ai lavori del passato meno oscuro e più dannatamente vicino al sabba nero di Iommi con quel pizzico di follia che ha sempre caretterizzato i lavori del maestro italiano, con l’organo a presenziare sinistro. Decisamente Cateniana 100% la lunga e appassionata ‘Kill Me‘ dai suoni heavy/doom pesanti ma mai e dico mai portatori di noia, tra melodia e dark scorre come sangue nelle vene, con la chitarra del maestro a segnare la via. In questo lato A troviamo oltre al citato Polverari (R.I.P.), Lu’ Spitfire alla batteria e Klaus Rosental al basso.

Ancient Caravan‘ si apre con l’organo suonato da Sylvia Chain e prosegue con un suono medievale che vede Paul in una inedita versione di tetro menestrello (quello che più o meno poi farà in seguito Blackmore, meno oscuro però), autentico picco qualitativo dell’album. La prima facciata si chiude con ‘My Hills‘ che omaggia sotto certi aspetti i Led Zeppelin unendo tematiche folk al rock senza però incidere come forse avrebbe voluto nella prima parte, quella folkeggiante ma riprendendosi nella seconda suonandoci un rock devoto sì alla band citata ma con un pizzico di personalità che ne eleva l’impatto, magari la voce lascia a desiderare ma ci passiamo sopra.

Inizia il lato b e troviamo alla voce Sanctis Ghoram (R.I.P. 2004), Claud Galley al basso, Thomas Hand Chaste alla batteria e già con ‘Alleluja Song‘ sembra di tornare a sentire i primordiali Death SS che vanno a suonare del buon hard rock senza però incidere troppo sul risultato finale dell’album, da notare il coro iniziale eseguito da Paul e dalla moglie Laura Christ. Di ben altro spessore è ‘Spirit‘ che incarna lo spirito dark, quello sperimentale e la vena più hard rock risultando tutto ben strutturato, grazie anche a un gran lavoro di basso.

Pur arrivando a quasi otto minuti di durata ‘Cementary‘ non crea noia e si destreggia nell’ inquietudine pervasa da nevrosi in cui eccelle il cantato di Ghoram autentico mattatore del brano, tra cupe atmosfere dark e psichedelici momenti di chitarra con sempre il basso presente e decisivo nel caratterizzare il tutto. Arriviamo alla fine soddisfatti ma la strumentale ‘Oblivious‘ risulta come la ciliegina sulla torta, tra ambient e dark, doom e sperimentazione in un orgasmo sonoro che solo la mente del maestro Paul Chain poteva partorire.

Life and Death‘ è un disco che le nuove generazioni dovrebbero riscoprire per capire cosa era la musica italiana in quel periodo e quanto avrebbe potuto incidere sul mercato internazionale se solo ne avesse avuto i mezzi che in altri paesi della vecchia europa portavano al successo band decisamente inferiori.

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

  • Lato A
  1. Steel Breathe
  2. Antichrist
  3. Kill Me
  4. Ancient Caravan
  5. My Hills
  •  Lato B
  1.  Alleluia Song
  2.  Spirit
  3.  Cemetery
  4.  Oblivious
  • Anno: 1989/2015
  • Etichetta: Minotauro Records
  • Genere: Doom

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