Voto: 8.5

Non mi stancherò mai di dirlo, in Italia ci sono due generi di rock, quello spacciato per tale e diffuso da tv e radio (la più clamorosa cazzata l’ho sentita da un noto giornalista di settore a un tg nazionale, il quale affermava che Rihanna è una rockstar) e quello che nasce dai garage e dalle cantine, che sputa sudore e sangue, non va in classifica ma spacca il culo.

Tutto questo per farvi capire di che pasta sono fatti i Grog e il loro leader Joe Perrino (una storia la sua iniziata nel 1982 passando per varie band, SS 2O, MellowtonesElefante Bianco e Rolling Gangster su tutti) che tornano con questo ‘L’Esercito del Male‘ uscito a inizio anno. La storia dei Grog nasce nel 2010 dall’incontro tra Joe (voce e testi) e il Conte John Solinas (chitarra), ai quali si uniscono Claudio Sechi (batteria), Jim Solinas (hammond e tastiere) e Angelo Pingerna (basso) e vede con questo cd l’esordio discografico. Il genere è chiaramente rock puro con qualche influenza moderna e tanti rimandi al passato storico, in primis quegli anni ’70 che ancora ci danno i brividi.

Si comincia con ‘Due Monete D’Oro‘ turbinosa canzone che subito chiarisce gli intenti di questo lavoro, non dare spazio a minchiate ma essere essenziali e diretti sia nei testi che nelle sonorità. Ma è la successiva ‘L’Esercito del Male‘ a indicarmi il potenziale altissimo di questo lavoro. Testo attualissimo nel quale ci si potrebbe riconoscere qualsiasi lavoratore messo alla porta da un’azienda senza scrupoli e da un direttore scaltro e bastardo (sarà che sto vivendo questa situazione..) cantata in duetto con lo special guest Pino Scotto, altro che nel sociale è a pieno agio, il quale insieme a Joe tira fuori il meglio accompaganti da una band che ci delizia di suoni stupendi e settantiani con l’hammond a cucire il tutto. “Che si fotta la speranza, ora io ti faccio male, come tu l’hai fatto a me..“. Il Rock è la musica dei ribelli, è la musica di chi non ha più nulla e deve riscattarsi altro che fiaschi e bovi.. a buon intenditor..

La tribale e sincopata ‘Euforia Sintetica‘ si distingue per un bel chorus pieno di groove e suoni mediterranei ad accompagnare un testo di vita vissuta cercando di allontanarsi dallo schifo circostante, pregevole il testo della suadente ‘Il Mio Battello Fantasma‘ che affronta lo scomodo tema dell’eutanasia e lo fa in modo mirato accusando senza mezzi termini chi si accanisce terapeuticamente su chi soffre e vorrebbe solo morire. La coerenza di dire sempre quello che si pensa è il vanto di un’artista come Joe che non si è mai venduto alle logiche commerciali per barattare il suo Io con il facile successo, onore a lui.

Non le manda a dire nemmeno in ‘Io e Dio‘ dove sotto un martellante sound di altri tempi (solo di hammond strepitoso) unito a basi elettroniche (come in tutto il cd ad opera di Sick Boy Simon) si sviscera il dialogo tra lui e l’entità divina senza paura di dire la propria verità per essere la spina nel fianco e fare male.. Da ascoltare e riascoltare per apprezzare un brano degno di attenzione massima.

Una peculiarità fondamentale dell’album è il crossover di suoni che spaziano dai già citati anni ’70 al modernismo passando per hard rock e reminescenze punk. ‘La Soglia D’Argento‘ si distingue per la sue liricità e per la bella voce di Joe che domina la scena da vero rocker mentre la chitarra di John spazia tra ritmiche e chitarrismi di altri tempi, pregevole anche il lavoro di basso e batteria come del resto in tutto l’album, musicisti di classe e qualità.

Love Song‘ potrei definirla la più easy: non tanto per il suono comunque sempre alla ricerca di qualcosa di diverso unendo vari generi, ma per il testo; ma easy non è poi nemmeno il termine più giusto affrontando il tema della fede persa o forse mai avuta. Di altra caratura è ‘Madre‘ dedicata alla madre scomparsa a causa di un brutto male, una ballata rock toccante come poche che affronta di nuovo il tema di ‘Il Mio Battello Fantasma‘ con una personalità incredibile essendo vissuta in prima persona.

L’elettrica e vivace ‘Poesia Assassina‘ colpisce per il suo incedere marziale mentre la conclusiva ‘Una Bella Giornata‘ sostenuta da ritmi rock funkyzzati e tiratissimi si distingue per il coro che si stampa indelebile in testa e non se ne va per giorni: “Era una bella giornata, il sole più alto del cielo. Le nuovole come avvoltoi aspettavano..“.

Fondamentalmente posso considerare sin da adesso questo ‘L’Esercito del Male‘ il più bel disco rock del 2015, sicuramente il migliore a trasmettere emozioni. Attendo smentite ma dubito che troveremo di meglio da qui a fine anno. Grog feat. Joe Perrino per chi crede nel rock vero e non in quello imposto dai media.

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

01. Due Monete D’Oro

02. L’Esercito del Male

03. Euforia Sintetica

04. Il Mio Battello Fantasma

05. Io e Dio

06. La Soglia D’Argento

07. Love Song

08. Madre

09. Poesia Assassina

10. Una Bella Giornata

 

  • Anno: 2015
  • Etichetta: Isula Records
  • Genere: Hard Rock

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