Gli Ancient Dome sono ormai una realtà del panorama underground italiano. Dopo l’ottimo Cosmic gateways to infinity”  e in attesa di nuovo materiale, il leader storico e chitarrista della band Pol si è sottoposto alle domande del nostro Enrico.

Ciao Pol, benvenuto..

Pol: …ciao Enrico, e benvenuti a voi tutti nel magico mondo degli Ancient Dome!

 

Partiamo subito a spron battuto.. Cosa bolle in pentola in casa Ancient Dome?

Pol: Stiamo registrando un nuovo ep, abbiamo qualche live in ballo in cui verremo supportati da Giorgio al basso, già in forza nei Nameless Curse del nostro cantante Jerry, visto che non abbiamo ancora supportato a dovere “Cosmic Gateway To Infinity“, il nuovo e terzo album uscito lo scorso ottobre ancora sotto l’egida della Punishment 18 Records… insomma, niente di nuovo, la classica vita della band underground italica, ah ah ah!!!

 

Se non sbaglio negli imminenti live estivi presenterete anche una nuova formazione.

Pol: Mi auguro di poter presentare in breve tempo un nuovo bassista a tempo pieno, ma come già detto, per ora abbiamo esclusivamente un supporto nei live già in programma. Per il resto vedremo di portare avanti il nostro discorso musicale nella miglior maniera possibile!

 

Rimaniamo ancora in ambito live; sei sulle scene da qualche anno ormai. Come vedi la scena oggi e cosa è cambiato rispetto agli esordi?

Pol: Dunque, onestamente non ho visto miglioramenti o peggioramenti di sorta; rimane il fatto che, anche se i metalheads nostrani non sono mai stati rinomati per la grande propensione al supporto live (soprattutto in ambito underground), di eventi ai quali prendere parte ne hanno a bizzeffe, ragion per cui resta solo l’imbarazzo della scelta. Di certo la qualità delle band più giovani è salita vertiginosamente: se prima potevi assistere allo spettacolo di una marea di dilettanti allo sbaraglio (tra cui non fatico ad inserire gli Ancient Dome), ora moltissime formazioni hanno un bagaglio tecnico spaventoso, da far rabbrividire noi vecchietti… sarebbe il top avere una scena di nicchia che non offra sempre ed esclusivamente il ristretto (o meno) gruppo di amici e supporter, ma favorisca tutti coloro che risultano meritevoli di attenzione, ma per ora non riuscirei a parlare di buoni passi in questo senso, purtroppo.

 

Dunque, 3 full length, due ep, uno split 7 pollici, più svariati promo dal 2000 ad oggi. Puoi tracciare un bilancio di questi primi 15 anni?

Pol: Penso di aver raggiunto tanti risultati che, quando per la prima volta 15 anni or sono si creavano le basi per questa band, non avrei quasi nemmeno sperato di intravedere! Sono soddisfatto di tutto, errori compresi; quest’ultimi sono serviti di lezione per i passi successivi, e l’interesse che quest’ultimo album ha suscitato e suscita ancora in molta gente non può che rendermi orgoglioso della perseveranza nel proseguire su questa strada… molti sassolini sono stati levati dalle scarpe, ma di certo poter prendere parte a concerti nei quali “assaporare” la presenza di più persone sarebbe il traguardo successivo ed un ulteriore appagamento.

Parliamo anche un attimo della tua etichetta DeathStorm Records. Vedo che il rooster si amplia.

Pol: Come tu ben sai, caro Enrico, indicare la DeathStorm Records come “etichetta” è forse una deliberata esagerazione! Mi piace parlare di collaborazione fra appassionati: da una parte la band, che crede nel proprio prodotto, dall’altra un singolo (il sottoscritto) che crede nel metal italiano, pur conoscendo perfettamente limiti e difficoltà nel tentare di promuovere un prodotto che, per partito preso, non è considerato degno di nota da una percentuale troppo elevata di metallari del nostro paese. Le soddisfazioni arrivano molte più volte da paesi stranieri, ma puoi immaginare come basti la parola di stima da parte di chiunque (nostri connazionali compresi) per far andare avanti… Sono contento di aver collaborato, appunto, con le 4 band che attualmente accompagnano al proprio prodotto il logo DeathStorm, nato da un’idea di Gian ed Alex dei Metalheadz (band di Verona oggi purtroppo inattiva) qualche anno fa, ed attualmente portata avanti dal sottoscritto… spero in futuro di avere fondi e voglia per proseguire su questa falsa riga, in caso contrario non posso che dire quanto sia stata una bellissima e motivante esperienza, e questo mi basta ed avanza.

 

Ritorniamo in casa Ancient Dome. “Cosmic.. ” ormai è fuori da qualche mese. Hai ottenuto i riscontri che quel disco obiettivamente merita? E soprattutto, stai già lavorando al successore?

Pol: Pur non avendo ricevuto una miriade di recensioni, posso dire che la maggior parte si attesta su lidi ben più che positivi; questa era la mia speranza, considerando che “Cosmic…” è l’album su cui sai di poter contare per aumentare lo zoccolo duro dei sostenitori! Ci credevo e ci credo ancora… Successore? Personalmente vado a rilento, ma posso dire che l’innesto di una fucina umana di riff che risponde al nome di Jerry, il nostro attuale cantante, sia stato una manna e stia già offrendo i primi frutti! Spero di poter parlare di nuovo album già nel 2016, vedremo di muoverci in tal senso. Per intanto, contiamo di far uscire prima dell’estate l’ep al quale stiamo lavorando, che vedrà vecchi brani (di cui alcuni nostri sostenitori non ne possono davvero più, ah ah ah!) uniti a 3 nuove composizioni, più qualche altra “chicca”, chiamiamola così… restate sintonizzati!

 

Bene Pol, siamo purtroppo alla fine. Concludi come vuoi.

Pol: Fate un salto sulle nostre pagine, fatevi un’idea della nostra proposta ascoltando in rete il nostro ultimo album (non fatevi remore se i canali non sono del tutto legali; personalmente non li apprezzo e non li utilizzo, ma egoisticamente so quanto siano utili per promuovere piccole realtà come gli Ancient Dome…), e se sarete soddisfatti del risultato, supportateci acquistandolo, permettendoci di continuare a credere nella nostra avventura! Supportate l’underground, senza di esso sarebbe un mondo peggiore… parola di appassionato!

 

 

Intervista a cura di Enrico Pulze

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