Voto: 7.5

Tornano alla riscossa i pisani Vexillum, che con questo ‘Unum’ giungono al terzo LP di stampo power/folk metal. Penso sia utile ed interessante presentare la band con una breve biografia per chi, come me, li aveva persi di vista per un po’, o per chi magari non li conosce: chiamatisi inizialmente Shadow Vexillum, il quintetto nasce nel 2004 e rilascia, due anni dopo, la demo ‘Tales’, per poi cambiare nome in Vexillum nel 2007. Da quell’anno in poi seguiranno varie release, tra cui il primo LP (‘The Wandering Notes’, che ebbi modo di ascoltare), il successivo ‘The Bivouac’ (e qui li persi di vista!), e finalmente questa terza release, ‘Unum’. Tale disco, noto con piacere, conta la presenza di svariati illustri ospiti come, ad esempio, Hansi Kursch dei Blind Guardian, oppure il leggendario ex-MalmsteenMark Boals‘Unum’, forte di nove tracce, vede la luce sugli scaffali il 16 gennaio del 2015, sotto la label Limb Music GmbH.

Bene, andiamo subito a cominciare!

Apre le danze ‘The Departure: Blow Away The Ashes’, opening che ci presenta un lato fortemente folk e orecchiabile, sia nelle linee cantate che, ovviamente, nella controparte strumentale. L’onesto mix tra un monologo presentatoci dal singer e un suono di chitarra (che diventa successivamente cornamusa ) ci porta dunque alle distorsioni, e qui abbiamo nuovamente il frontman Dario Vallesi, che si lancia in un orecchiabile ritornello sostenuto da una ritmica a tratti martellante, per una traccia che certamente lascia un’impressione positiva. L’unica cosa negativa che devo dire, e che mi è capitato di avvertire più di una volta nel corso del disco, è che il vocalist mi sembra proporre una voce un poco stridula, nelle parti più acute, e penso possa anche non piacere.  ‘The Jester: Over The Clouds’ acquista, invece, velocità, creando un giusto bilancio tra il folk e il power, rispetto alla traccia d’apertura, mischiando orecchiabili suoni di tastiera dai sapori folk con il ritmo e i ritornelli tipici del power. Fa anche capolino Chris Bay, cantante/chitarrista dei tedeschi Freedom Call, che qui duetta con il Vallesi. Parlando di ospiti, non riesco a non menzionare immediatamente quello che presenzia nel pezzo successivo (‘The Sentenced: Fire And Blood’), ovvero Hansi Kursch dei Blind Guardian, che con la sua voce aggressiva ed inconfondibile trasmette una marcia in più a suddetta traccia, che si presenta come un brano ancora più veloce e melodico, aperto da archi, e in seguito arricchito dall’incalzante chitarra. Il sodalizio tra il vocalist tedesco e la band mi sembra efficace e funzionale: abbiamo infatti un Hansi piuttosto in forma, sostenuto da dei Vexillum più galoppanti e adrenalinici, che sacrificano leggermente il versante folk in favore di sfuriate chitarristiche e rapide marce batteristiche. Incalzante il duetto presente in ‘Lady Thief: What We Are’, ove partecipa, sempre in veste di ospite, la vocalist Maxi Nil (ex-Visions of AtlantisJaded Star). Anche questa volta abbiamo, sullo sfondo dei due, un buon connubio tra un variegato versante folk e le distorsioni, coronato da un altro orecchiabile ritornello. Un’intro da festa di paese apre ‘The Hermit: Through The Mirror’, che vede la presenza di un ulteriore ospite, ovvero il blasonato Mark Boals. La traccia, dopo una intro che riporta inevitabilmente alla ballata, si apre scoppiettante, per una canzone pensata veramente con gusto, a tratti sorprendente per il suo essere scorrevole ed orecchiabile, con una controparte folk sfruttata con sapienza. Detto in totale franchezza, penso che Boals sia un po’ fuori dal suo genere classico, al punto che la sua presenza, per quanto evidente, non si distingue quanto dovrebbe. Forse l’errore è stato farlo duettare nella traccia migliore del pacchetto? Ben strutturata, in ogni caso! Ci avviamo ora verso la seconda metà del disco. Si parte con ‘The Way Back: The Clash Within’, che si apre con un coro a metà tra il rhapsodiano e (per render meglio l’idea) la canzone Misty Mountains udita ne Lo Hobbit, e che farà capolino in più occassioni, con piglio a tratti accattivante. Inaspettata la chiusura dai sapori tribali, per un brano che ho trovato poco incisivo, tutto sommato. Un’aura più mistica avvolge ‘The True Beginning: Standing As One’, dove i Vexillum tornano nuovamente a brillare in veste compositiva, e in cui tornano a farsi sentire quasi tutti (o forse tutti?) gli ospiti presenti nel disco. Apprezzabile pensata per una degna canzone che possiede tutte le qualità che, a volte solo una ad una, sono presenti nelle tracce targate Vexillum: scorrevole, adrenalinica, variegata, piacevole. Ma lo abbiamo capito che uno dei marchi di fabbrica della band è proprio la capacità di ricreare melodie orecchiabili per un sound incalzante e nemmeno molto pesante, e in questo caso ci sta molto bene!

E mentre ci avviamo verso le ultime due tracce…ecco che ‘Spunta La Luna Dal Monte’! E’ proprio il conosciuto pezzo dei sardi Tazenda che i nostri ripropongono adeguatamente in chiave folk/power, per una cover potente, (ovviamente) melodica, veloce ed orecchiabile, con in aggiunta un buon lavoro chitarristico. A chiudere le danze è una cover degli Slade‘Run Runaway’, pezzo già di per sè dalle reminescenze folk, viene reso ancora più veloce con l’aggiunta di un tocco chitarristico ancor più spudoratamente (in senso buono) folk, e il buon Dario che calza perfettamente i panni dello scanzonato gnomo irlandese, spalleggiato come si deve dai suoi degni compagni, per una traccia dalle venature assolutamente happy che chiude a dovere il disco.

Tiriamo ora le somme…credo che ‘Unum’ sia un passo decisamente interessante per i Vexillum. Il disco propone, infatti, pezzi generalmente riusciti, forti di una sana dose di adrenalina, ottimizzata a dovere dal ricco comparto folk. Non sono affatto rari i soli di chitarra, i ritmi veloci, e un cantato perfettamente calzante. Anche se ho trovato certe tonalità acute un po’ forzate, e, alla lunga, un pochino fastidiose. Si tratta, comunque, di sporadiche occasioni. Notevole il versante strumentale, che sa farsi valere grazie ad una certa energia e anche un po’ di cattiveria nella sezione ritmica, che male non fa. Molto apprezzata la presenza degli stracitati ospiti, che tirano fuori tutta la propria esperienza, destreggiandosi come si deve, e arricchendo tracce già di per sè molto buone (‘The Sentenced: Fire And Blood’‘The Hermit: Through the Mirror’‘The True Beginning: Standing As One’), raramente sotto gli standard (‘The Way Back: The Clash Within’). Le cover riproposte in salsa metal dai nostri, poi, sono veramente la ciliegina sulla torta. Si tratta di un buonissimo lavoro, e non posso non consigliarne l’acquisto agli amanti del genere folk/power, che troveranno in ‘Unum‘ un notevole intrattenimento.

 

Francesco Longo

TrackList

  1. The Departure: Blow Away The Ashes
  2. The Jester: Over The Clouds (Feat. Chris Bay from Freedom Call)
  3. The Sentenced: Fire And Blood (Feat. Hansi Kürsch from Blind Guardian)
  4. Lady Thief: What We Are (Feat. Maxi Nil from Jaded Star)
  5. The Hermit: Through The Mirror (Feat. Mark Boals from Ring Of Fire)
  6. The Way Back: The Clash Within
  7. The True Beginning: Standing As One
  8. Spunta La Luna Dal Monte (Tazenda cover)
  9. Run Runaway (Slade cover)

 

  • Anno: 2015
  • Etichetta:  Limb Music GmbH
  • Genere: Power/Folk Metal

 

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