Questa per me è una recensione molto importante, perchè è la prima che mi porta a descrivere e giudicare l’operato di una band con anni e anni di esperienza alle spalle. Dubito che qualcuno di voi non li conosca, anche solo per sentito nominare.

I signori in questione sono Ul Mik Longobardeath, ormai sulle scene dal lontano 1993 (come ci tengono a precisare fin dalla copertina di questo “Old Time Balabiott”) con all’attivo sei album in studio e un paio live. Milanesi di nascita, già con il debutto “Ki L’è Dur” decidono di muoversi come fieri portabandiera di un hard rock/metal potente e roccioso cantato esclusivamente in dialetto lombardo. Nel corso della loro carriera hanno aperto a concerti di numerosi gruppi di spessore, tra i quali TankardGirlschoolDestruction e Dismember; hanno suonato praticamente in tutta Italia e a due festival esteri, a Berlino e in Portogallo. Niente male per un gruppo i cui testi vengono compresi bene solo in Lombardia no?

E meno male che per questa recensione ho potuto leggerli, i testi! Dico meno male perchè, da veneta quale sono, senza avrei capito veramente molto poco…

Le tracce che compongono “Old Time Balabiott” sono 17 tra un intro, un outro, varie canzoni tradizionali riprodotte in chiave metal e pezzi scritti dal gruppo, per 60 minuti di divertimento scanzonato e goliardico. Si parla di birra ovviamente (“Ghe Minga Bira Alle Hawaii”) e di bevute in compagnia (“Dai, Dai, Dai, L’è Tardi”“Grapa”), delle passioni solitarie degli uomini (“Oreste Selfmademan”) e del momento a cui nessuno è sfuggito: l’incontro con i testimoni di Geova (“La Tur De Guardia”). C’è spazio anche per lo sfogo rivolto alla nostra Italia e alle sabbie mobili delle tasse con “Italian Porcorescion 1861”, per poi tornare ad argomenti più frivoli come le donne rifatte fino al ridicolo in “W La Gnocca Ma Niente Plastica”. I miei complimenti a Ul Mik per “Astromagutt”, ascoltarla senza il testo davanti è stata un’odissea, almeno per le prime 5 volte!

In situazioni come queste è facile, volenti o nolenti, rischiare di focalizzare l’attenzione principalmente sul cantato ma non è il caso di Ul Mik Longobardeath. D’altronde, oltre vent’anni di carriera non arrivano a caso, e il nostro frontman continua a circondarsi di musicisti abili e competenti che portano anche la parte strumentale ad avere la sua fondamentale importanza, come è giusto che sia. Si sente il rock n’roll che scalpita qui dentro, portato più in là verso un hard&heavy con parecchie sfumature punk.

In conclusione non siamo di fronte a niente di estremo insomma, ma un buon sound di quelli genuini e d’impatto che ti si attaccano subito addosso. Ah dimenticavo, anche il dialetto lombardo si attacca addosso. Dopo due settimane passate ad ascoltare “Old Time Balabiott” mi sento pure un po’ milanese, fate voi…

 

Elena Merlin

 

TrackList

  1. Chi E’ Che El Dis (Intro)
  2. Ghe Minga Bira Alle Hawaii
  3. W La Gnocca Ma Niente Plastica
  4. La Tor De Guardia
  5. Italian Porcorescion 1861
  6. Montecarlo Shitting
  7. Bevo Bevo
  8. Oreste Selfmademan
  9. Dai, Dai, Dai, L’E’ Tardi
  10. Astromagutt
  11. Rembambi Discoteque
  12. Salute
  13. La Rustisciada
  14. Noi Che Fighi Siamo
  15. Grapa
  16. Bira e Minestrun
  17. Chi E’ Chel Dis (Outro)

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Anger Music Releases
  • Genere: Thrash Metal

 

Links:

Sito Ufficiale

Instagram

Spotify

Youtube

Facebook

 

 

Autore