Voto: 6.5
Ho ascoltato a lungo questo “Hardship Wastelands”, secondo ep dei Shaytan, per giungere a delle conclusioni non affrettate. In primis perchè non si tratta propriamente di un genere che ascolto tutti i giorni, secondo perchè si rivela come un disco da ascoltare e riascoltare per essere apprezzato in tutte le sue sfumature. Non è uno di quelli che al primo passaggio sul lettore cd resta impresso per un chorus o per un assolo, tutt’altro. Lascia piuttosto quella che potrei definire come una sensazione di incompletezza positiva, che spinge cioè l’ascoltatore a premere di nuovo play per cogliere dei momenti, dei dettagli che di primo acchito il suo orecchio non aveva valorizzato.
L’ep è il frutto della raccolta di sette canzoni nate nell’arco di circa tre anni e, come afferma il gruppo stesso, sono brani non omogenei, proprio perchè nati in tempi diversi e da musicisti con alle spalle background differenti. In effetti la diversità tra alcuni brani è più marcata, ed è un’ulteriore caratteristica che può destabilizzare l’ascoltatore convinto di trovarsi di fronte ad un gruppo con una maggiore continuità musicale. Per contro è vero che può allo stesso tempo piacere a chi apprezza le sprimentazioni.
Passiamo ora ad esaminare le sette tracce. È “Falling Universe” ad aprire il lavoro dei Shaytan, un pezzo molto ritmato di chiaro stampo hard & heavy. Partendo dalla sola chitarra solista, a cui si aggiungono mano a mano chitarra ritmica, batteria e basso, arriviamo alla voce femminile che, con un’impronta molto dark, ci canta di quanto la fine del mondo sia vicina e nono possiamo fare altro che sperare in una vita migliore nell’aldilà.
“One Of Us” inizia con un’incedere doom, che cambia quando arriva il momento della parte cantata, un trascinarsi di parole che vuole far trasparire tristezza e rassegnazione di fronte all’ingiustizia del mondo posto davanti al giorno del giudizio. Altro pezzo con riff orientati al doom/stoner è “Santa Muerte”. “A Farewell To The Rain” è molto più lento (aumenta di velocità solo nell’ultimo minuto) ed accompagna molto più linearmente il cantato che resta praticamente uguale in tutto l’ep. “Rotten Roses” condensando in tre minuti la velocità dell’heavy con dei ritmi più punk, racconta l’ossessione di un uomo che uccide l’amata per averla solo per lui e sposarla all’inferno. “Waking Down Below” è, musicalmente, un’altra sfuriata sonora che cita nel testo una parte de “Il Corvo” di Poe. A chiudere troviamo “Desert Wanderer”, che nel refrain ha il pregio di far risaltare lati della voce che in precedenza non erano stati evidenziati.
Il progetto è interessante, se non altro perchè dopo molteplici ascolti lascia la curiosità sul futuro musicale della band: manterranno vive tutte le sfaccettature finora proposte o si direzioneranno verso una proposta più omogenea? E’ ancora presto per dirlo, dopo poco meno di tre anni di attività alle spalle, ma noi li seguiremo. Intanto la sufficienza la meritano eccome.
Elena Merlin
TrackList
- Falling Universe
- One of Us
- Santa Muerte
- A Farewell to the rain
- Rotten Roses
- Waking Down Below
- Desert Wanderer
- Anno: 2014
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Heavy Metal
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