Voto: 7.5

Dietro al progetto fantasy Arcandia si cela il chitarrista neoclassico siciliano Antonio Pantano, che in questo LP ci propone un mix che farebbe impazzire qualunque amante del symphonic metal più “soft”. Cosa intendo per “più soft”? E’ presto detto: il musicista ci propone un mix che mette in rilievo svariate influenze, ispirato dalle sonorità dell’ex-Rhapsody of Fire Luca Turilli, dalla musica degli stessi Rhapsody of Fire,  dalle mistiche atmosfere presenti in certi videogames (checché si dica, pozzi di genialate anche se si tratta di musica, in particolare negli anni ’80 e ‘90) quali Warcraft o Skyrim, o ancora le atmosfere legate al Chronicles of Ice and Fire (A.K.A. Game of Thrones) di George Martin,  che tanto sono seguite, ed infine le colonne sonore composte da Hans Zimmer (Il Gladiatore, Il Codice DaVinci, Il Re Leone, Uno Sguardo al Cielo, e mi fermo qui, perché la lista sarebbe lunga) nonché  il norvegese Thomas Jacob Bergersen (Two Steps From Hell), e penso di essere stato abbastanza esaustivo.

Pantano, quindi, oltre ad aver badato ad  artwork, booklet,  produzione e mixaggio, si occupa del comparto strumentale quasi in toto, ad esclusione di batteria e percussioni, eseguite dal batterista W.J. Mitchell, mentre in determinate tracce è supportato dagli assoli di tastiera o anche solo dall’apporto del guest Gabriels (che presenzia precisamente nel secondo, il sesto e l’ottavo pezzo), di cui abbiamo avuto modo di occuparci su questo stesso portale in più di un’occasione. Il disco, infine, è stato registrato presso la Soundimension Records Studio e il Nordik Studio Lab di Milazzo.

E’ da premettere che il cantato è assente: la mira di Pantano, basandoci su quanto afferma sulla biografia, è di trasportare l’ascoltatore in un mondo fantastico, ove vigono le atmosfere, chitarre distorte dai sapori neoclassici, ed ovviamente il sapiente uso della tastiera, essenziale più che mai per un progetto del genere. Abbiamo, piuttosto, una voce narrante non particolarmente presente (e di questo ringrazio, non per la qualità, buonissima, del narratore, bensì perché tracce troppo narrate non mi hanno mai particolarmente coinvolto): il narratore in questione è Peter Baker, voce fuori campo della BBC.

Andiamo, dunque, subito a cominciare, poiché il disco, che comprende una storia scritta dallo stesso Pantano  (intitolata “Chronicles of the Nordic Warriors”), vanta la bellezza di quattordici tracce, escluse le quattro bonus track, che portano il totale a ben diciotto canzoni!

La traccia d’apertura, Intro: March To The Frozen Plains’, propone una breve narrazione, al seguito della quale possiamo goderci il versante strumentale, qualcosa a metà tra la luce e l’oscurità dei Summoning di Stronghold e i Rhapsody of Fire di Triumph or Agony, in cui è possibile avvertire una gradevole cura per il versante atmosferico. Evito di dire tutto quello che questo pezzo mi riporta alla mente, o dovrei necessariamente citare, tra le altre cose, anche qualcosina (sottolineo, qualcosina) dalla  trilogia del Signore Degli Anelli di Jackson. Con ‘Hymn To The Brave’ si entra quasi subito nel vivo, dopo un’apertura imponente che acquista velocità mano a mano, per un pezzo bello movimentato che mette in primo piano chitarra e tastiera per gli assoli (che per la tastiera sono eseguiti dalla mano di Gabriels), e il cui unico “difetto” è di durare meno della stessa intro, ma andiamo avanti! Un dolce flauto ed una gentile chitarra ci accolgono nella sognante ‘Valley Of The Dragons’, che dopo un breve intermezzo elettrico, torna nel proprio angolino di delicatezza che chiude la traccia. Breve, ma intensa. Un’apertura intrigante costituisce l’intro di ‘Icy Tempest (The Epic Frost)’, brano più lungo e consistente che questa volta torna a toccare quelle velocità tipiche del symphonic power che, alla lontana, mi ha ricordato le trilogie strumentali degli svedesi Dragonland, per una traccia che pare volerci portare in un viaggio attraverso pianure verdissime immerse nell’oscurità, forte di una parte ben narrata con un buon sottofondo strumentale, e che culmina con una degno outro. In ‘Heroes Of The Mighty Castle’, strumenti dai sapori medievali si interscambiano con veloci partiture metal composte da assoli chitarristici, per un ritornello il cui sottofondo è infine animato dal clangore metallico, mentre ‘Furia Divina ( King Atheristan VI) ‘ ci è introdotta da una timida chitarra, protagonista assoluta di un brano che costituisce praticamente un lungo assolo dalleTurilliane reminescenze. E la tempesta in distorsione non finisce certo qui, infatti il pezzo successivo,  ‘Orania’, dai sapori vagamente arabeggianti, riporta in primo piano la ruvida distorsione che prima sparisce lasciando al pezzo delle tinte prettamente da colonna sonora, che di quando in quando torneranno a farsi sentire, per poi accodarvisi in uno scorrevole connubio, coronato nell’outro dalla voce narrante che, solennemente, chiude la canzone.

Palesi sono le influenze della musica celtica nella nona traccia, ‘Ancient Folks Of The North (Clash Of The First Century)’, traccia che ho reputato gioiosa, adrenalinica, scoppiettante, forte di un incalzare dove suoni di flauto e cornamusa sono adoperati saggiamente, con tanto di intermezzo progressive rock anni ’70 totalmente inaspettato, e che fortunatamente non mina la scorrevolezza di una delle tracce migliori del pacchetto, anzi. Ben fatto. ‘Elvish Woods’ smorza un po’ l’adrenalina, presentandosi come traccia quasi tribale, d’atmosfera, come se si vagasse per un bosco apertamente animato da creature celate dalle fronde, forte, seppur con meno evidenza, di venature celtiche che non dispiacciono di certo. Se ’ Born From The Cold’ propone un intermezzo pianistico che fa da ponte alla successiva ‘On Top of the World’, quest’ultima ci diletta con un piacevole e luminoso assolo hard rockeggiante che caratterizza interamente la canzone. ‘Majestic Winds Of The Northland’ (il titolo sarà forse un omaggio a ‘Sacred Power Of Raging Winds’ dei Rhapsody, che inizia praticamente con quelle parole?) è una strumentale lunga con una cangiante batteria che però non mi ha colpito particolarmente, nonostante faccia di tutto per porsi come brano massiccio e imponente, tra tastiere che sembrano rievocare una montagna innevata con tanto di cori, assoli chitarristici, sezioni celtiche…Si riparte all’avventura con ‘Escape from the Frost (Across The Crystal Lake)’, che torna palesemente a navigare presso le coste della colonna sonora da film epico, finché non torna in primo piano la chitarra in un assolo dai richiami neoclassici, per una traccia suddivisa in una prima parte martellante dove le distorsioni assumono il ruolo da protagoniste, ed una seconda parte meno combattuta che invece cede il posto alle influenze più celtic/folk del nostro. Le tracce “regolari” sono chiuse da ‘Closing:  Return to Summer Lands’, che dopo una breve intro parte bella sparata, rimettendo in primo piano batteria e chitarra, per un ritmo veloce e melodico che si calma in favore di un lento dai richiami misticheggianti. E’ ora tempo di parlare delle bonus track: si parte con la danza popolare ‘Cooley’s reel’, qui in versione neoclassicheggiante. Non sapete di che sto parlando? Gli amanti del folk metal avranno presente ‘Trollhammaren’ dei Finntroll e la sua melodia portante (e per chi non li conoscesse, filate ad ascoltarli!). Ecco, si tratta del pezzo originale d’origine irlandese da cui sia la band finnica che il buon Pantano hanno preso ispirazione, chi in parte, chi coverizzandola a modo proprio, come in quest’ultimo caso: il chitarrista ci propone, come si può evincere dal titolo, il pezzo trasposto in chitarra,  stile neoclassical metal. E passiamo ora a ‘Dragonvale (rpg version)’ (!), che mi sembra essere una versione molto diversa di ‘Valley Of The Dragons’  le cui sonorità vanno a riprodurre quelle di un videogioco di ruolo, ovvero un tranquillo sottofondo acustico costituito da archi e flauti. Ed ecco la penultima traccia, ‘EagleWood’, che torna a rifarsi al concetto di colonna sonora che avevamo abbandonato alcuni brani fa. Il pezzo, permeato da un’aura di tranquillità, pare quasi affacciarsi ad una verdissima piana, cui fa da sottofondo.  A concludere le danze è l’ultima traccia bonus, una revisione metal sinfonico della già citata ‘Cooley’s Reel’, bella movimentata e festaiola, e che potranno ascoltare coloro che preordineranno l’edizione limitata del disco.

Bene, tiriamo ora le somme….quanto proposto in questo ‘Arcandia’ è un piacevole viaggio nei luoghi mistici più disparati:  dalle lande ove vige l’inverno e il ghiaccio (‘Hymn to the brave’), ai campi di battaglia in cui i valenti cavalieri assaltano il contingente avversario (‘Heroes Of The Mighty Castle‘), fino alle terre verdeggianti dove regna la pace, il tutto arricchito da onirici strumenti classici o medievaleggianti (‘Eagle Woods’). Direi che la fantasia dell’ascoltatore può sbizzarrirsi a più non posso.  Alcune tracce, come, ad esempio, la ben riuscita ‘Ancient Folks Of The North (Clash Of The First Century)’, riescono perfettamente nel proprio intento di acchiappare l’ascoltatore, di adrenalinizzarlo, di portarlo altrove, mentre non ho riscontrato lo stesso effetto in brani un po’ troppo immediati e burrascosi come  ‘Majestic Winds Of The Northland’, tra le poche. L’unica nota negativa, ahimè, è legata a certi suoni, che talvolta mi danno l’impressione di essere un po’ “schiacciati”, compattati.

Si sente, in ogni caso, tutta la passione del chitarrista siculo, che con questo ‘Arcandia’ propone un disco interessante, un onesto prodotto che i fan della musica e dei film fantasy, nonchè dei gdr per console e PC, non pochi invero, potrebbero trovare piacevole e di gusto. A loro, consiglio l’acquisto.

Francesco Longo

 

TrackList

01. Intro: March To The Frozen Plains

02. Hymn To The Brave

03. Valley Of The Dragons

04. Icy Tempest (The Epic Frost)

05. Heroes Of The Mighty Castle

06. Furia Divina (King Atheristan VI)

07. Orania

08. Ancient Folks Of The North (Clash Of The First Century)

09. Elvish Woods

10. Born From The Cold

11. On Top Of The World

12. Majestic Winds Of The Northland

13. Escape From The Frost (Across The Crystal Lake)

14. Closing: Return To Summer Lands

Bonus Track:

15. Cooley’s Reel (Neoclassic Guitar Version)

16. Dragonvale (Rpg Version)

17. EagleWood

18. Cooley’s Reel (Symphonic Metal Version)

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Symphonic Metal

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