Voto: 8

Gli Abysmal Grief sono un gruppo genovese fomatosi nell’oramai lontano 1996: nel suo passare, trapassare e pesantemente calare di oltre vent’anni di storia, poche sono le informazioni certe sui membri che compongono la band, considerando quelli passati e coevi. Quadro musicale dall’indole opaca, sfocata e dal gusto funereo, è quello che affonda nell’essere Abysmal Grief. Anno 2013, il combo rilascia “Feretri”, quello che da molti è considerato il capolavoro assoluto della band, una summa stilistica di un ventennio di tetra carriera, una sorta di compendio di tutto ciò che concerne il filone detto del “macabro”, accessibile e metabolizzabili da soli pochi. Eccoci solo un anno dopo all’ascolto di una nuova proposta, “We Lead the Procession”: questa volta siamo al cospetto di otto tracce dalla svariata origine, pergiunta registrate in un lungo tempo che va ed oscilla in un periodo compreso tra il 1998 e il 2009, alcune delle quali prime registrazioni di alcuni classici del loro repertorio, sommando quattro composizioni inedite.

L’album apre il suo lento e melanconico andare con “Open Sepulchre” (anno 2008), tipico brano in Abysmal style, un organo chiesastico interloquisce con la sezione ritmica, financo tutta la band all’unisono sostiene per mezzo di un ritmo ben sostenuto la performance teatrale del vocalist, dal tipico tono baritonale, sfumando, quantunque, in un orrorifero growl espressivo.

“Fear of Profanation” (anno 2013) ripercorre come sempre lo stile doom e cadenzato, ma qui le cose si fanno più intricate, come se i Nostri si ricongiungessero ad un metal senz’altro più nord-europeo, imparentandosi in qualche modo con trame black-metal, colorando, o meglio decolorando, la propria materia con altre sensazioni.

“Raise the Dead” (2009), cover dei maestri Bathory, tributo a chi, penso, abbia influenzato parte dell’Abysmal sound. Versione eccezionale, ben teatralizzata e atmosferica al punto giusto; adorabile o abominevole a seconda delle prospettive l’espressività vocale.

“Exequia Occulta” (2006), traccia tratta dalla registrazione di uno dei rarissimi live tenutisi dalla band, mostra il lato più disperato: tempi cadenzati, ambientazioni cimiteriali, rappresentano l’anima più oscura e doom.

“Procession” (2000), strumentale coadiuvato da effetti sonori, rintocchi e litaniche tastiere, ci conducono in un ambiente sonoro tipico delle pellicole horror in bilico tra Sessanta e Settanta.

“Bara” (1998), una registrazione molto scarna, oserei dire casalinga, mostra un gruppo sospeso tra gotico, dark e proto-metal.

“Profanation” (1999), omaggio ai maestri dell’oscuro all’italiana, i Death SS, un tributo o una consacrazione a chi ha plasmato il dark-occult sound made in Italy.

“Mars Eleision” (2008), tipico brano dei genovesi, dall’incedere atmosferico e cimiteriale grazie all’utilizzo ostinato di organi e tastiere dal gusto funebre.

Tutto questo, suddetto, conferma quella che sia l’indole e la volontà artistica del combo genovese: guidare, come un’immaginaria processione dell’oscurità, ancora oggi dopo quasi vent’anni di carriera e molte decadi trapassate di dark-sound all’italiana, ponendosi a capo di tutto questo, portando al limite lo stato di sofferenza, disperazione ed abbandono alla morte; gli Abysmal Grief sono capaci di descrivere e raccontare i momenti più indicibili della vita, ossia i riflessi della morte, la paura e la sofferenza. Tutto questo dissertare conferma una tesi che affermo da sempre, come l’italianità partorisca da tempi oramai remoti, in ogni campo dell’arte, capolavori d’indiscutibile accezione oscura, in specie, se pensiamo al cinema e alla musica, che guarda caso s’imparentano fra loro molto facilmente. Se pur il territorio italico sia privo di riferimenti culturali, riferendomi alla tradizione della letturatura gotica e horror, è indiscutibile come i Nostri musicisti e cineasti abbiano creato delle opere generalmente riconosciute come lugubri, tenebrose, grevi e visionarie, a volte al limite del visionabile o ascoltabile perché oltremodo disclocanti e spaventose. Come affermai qualche tempo fa, gli italiani nella loro indole solare e giocosa nascondono qualcosa di primordiale e per ossimoro, possano realizzare quanto di più incredibile e oscuro si possa immaginare, anche se scevri di un retroterra culturale del genere. Il gusto per l’indicibile, cioè per tutta la materia di cui l’umanità pone grandi distanze, come la paura dell’ultimo attimo, del trapasso, ci attrae e ci rende particolarmente vivi nel rappresentarlo.

Concludendo, e tornando a “We Lead the Procession”, ritengo esso un gran documento sonoro che testimonia i grevi passi di questa entità artistica, e che possa rappresentare per l’ascoltatore, l’immergersi in uno stato globale di sensazioni, che partendo dalle gelide e abominevoli trame ascoltate, si possa trasmutare, in qualcosa di seducente e avvolgente, ossia che si possa realizzare e quasi tangere quel senso di smarrimento inconsapevole a contatto con l’atimaterico oltrepassare.

 

Nicola Pace

 

TrackList

1. Open Sepulchre

2. Fear of Profanation

3. Raise the Dead (Bathory cover)

4. Exsequia Occulta (live)

5. Procession

6. Bara (rehersal)

7. Profanation (Death SS cover)

8. Mors Eleison (rehersal)

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Terror From Hell Records / Horror Records
  • Genere: Doom

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