Voto: 6.5
I The Dallaz sono una band bolognese nata nel 2000. Grande è la voglia di suonare e di riproporre , alla loro maniera, le sonorità dei primi anni 90. Dopo cambi di formazione e la pubblicazione di un EP (diffuso tramite compilation di webzine come Perkelele.it), nel 2013 entrano in studio per registrare il loro debutto uscito a inizio maggio di quest’anno. “Dirt Dealer” si presenta proprio come un prodotto sporco (citazione di Dirt degli Alice in Chains) e diretto come vuole il genere.
Durante l’ascolto dell’album trovo molto dinamismo: si passa dallo stoner rock al rock psichedelico americano. Se con l’opener “Eye of the Wolf” i nostri non riescono a colpire nel segno, la situazione cambia con il brano seguente. “Travellin band” (bella citazione dei Creedend Clearwater Revival) si presenta come un brano rock’n’roll e dalle tinte moderne e psichedeliche. Suona come una bella jam session tra le vecchie band rock’n’roll di inizio anni 70 (The Stooges ad esempio) e gli Screaming Trees di Mark Lanegan ma con un tocco vagamente country . La voce “calda” del singer, l’armonica e le linee di chitarra molto ispirate, creano una bella atmosfera. Imsomma, qualcosa di più originale e più personale rispetto al solito stoner rock già sentito. Molto buono.
Andando avanti con l’ascolto troviamo altri due pezzi da novanta: “FurGone” e “Octopussy”.“FurGone” è molto affascinate: infatti possiede linee vocali che mi ricordano molto Chris Cornell e le sonorità ricordano molto i vecchi Soundgarden. Ottima la sezione ritmica che ha il merito di dare una bella carica al brano e l’assolo di chitarra, abbastanza ispirato, s’incastra molto bene con il basso. Con “Octopussy” ritorniamo quasi al rock pischedelico ma più hard. Brano melodico e allo stesso tempo marcio.
Altra traccia molto ispirata è “11-29”. Mi fa ritornare indietro ai miei 15 anni, quando consumavo gli LP dei Soundgarden e dei Mudhoney. la ricetta è molto semplice : groove e melodia. A propsito di groove, la potente intro di basso di “Demon Night” è capace di trasmettere una bella carica. Brano dal grosso potenziale. Riff di chitarra granitici (degni del miglior Kim Thaiyl) e con quelle sonorità che solo un wha wha puo’ darci. Da sentire dal vivo!! Con l’ultima traccia “Losers” sfociamo nel classico desert rock ma personale. L’influenza dei Kyuss è notevole ma riesco a intravederci molto di più. Come detto all’inizio, trovo molte somiglianze con il cantato di Mark Lanegan è la cosa è molto positiva . Quest’ultima riesce a dare quel tocco di oscurità a brani molto rock e intensi. “Losers” è un brano che ha due facciate: quella rock’n’roll e quella psichedelica.
Ne ho sentiti veramente tanti di dischi del genere, veramente tanti ma sento di premiare i The Dallaz. Nonostante l’inizio sottotono, mi sono trovato molto coinvolto nel loro album. Ho trovato un sacco di sonorità che non sentivo da tempo (quelle dei vecchi Screaming Trees in primis) . Un buono e onesto debutto per la band bolognese che potrebbe darci qualche bella sorpresa.
Domenico Stargazer
TrackList
1. Eye of the Wolf
2. Travellin Blend
3. FurGone
4. Octopussy
5.Ridin In My Mind
6. 11-29
7. Bringing Back The Dead
8. Demon Knight
9. I Do Nothing
10. I Want Speed
11. Losers
- Anno: 2014
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Hard Rock
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