Voto: 7

Disco di debutto per gli Under The Bed, che si presentano immediatamente come una band dalle molteplici influenze e sfaccettature, tanto che diventa difficile definirne il genere e dare ai potenziali ascoltatori un’idea generale di cosa possano trovare nell’album in questione, ‘The Noble Art of Denying Reality’ – questo il titolo.

Il punto di partenza può essere individuato in una corrente a cavallo tra crossover e mathcore, in cui a dominare sono ritmi serrati e riff stoppati; ma nell’arco di questo lavoro incontriamo molte sperimentazioni e contaminazioni sonore. Partendo da un basso spesso esibizionista, con linee anche slappate e ai limiti del funk in una sorta di rivisitazione dei RATM, e proseguendo con linee vocali che oscillano tra scream, growling gutturale e pulito leggermente graffiante di stampo post-grunge, l’elenco è lungo. Un elenco che include anche prepotenti inserti industrial (‘Listen’‘Dead Giant’‘Now Go’), fasi più tipicamente alternative metal in stile System Of A Down (‘Cornstrarch’), divagazioni verso la psichedelia post-core o ancora (sporadiche) violente sfuriate ai limiti del grindcore (‘Twi-Night DoubleHeader’).

Se a questo disco si può rimproverare l’assenza di una traccia in grado di fare presa immediata – cosa che in un debutto farebbe invece comodo – nulla si può obiettare riguardo la cura con cui è stato concepito. Cura che si riflette sia a livello di produzione (con suoni più approssimativi sarebbe stato molto difficile valorizzare la proposta degli Under The Bed…) che di songwriting, con brani che appaiono tutt’altro che prevedibili nel loro incedere. L’esempio principale della verve compositiva di questa band può essere trovato in ‘Twi-Night Doubleheader’, un continuo saliscendi di fronti stilistici e di dinamiche.

Se devo essere sincero, da un disco di debutto (autoproduzione, poi) non mi sarei aspettato una prova matura come quella che gli Under The Bed evidenziano con questo ‘The Noble Art of Denying Reality’. I valori che emergono non sono in potenza, bensì in atto. Non posso dunque far altro che esprimermi positivamente in proposito, sperando che le idee qui evidenziate vengano correttamente portate avanti anche in futuro. E suggerendo l’ascolto a chi ama la musica un po’ – passatemi il termine – ibrida.

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

  1. Listen:
  2. Cornstarch
  3. Twi-Night Doubleheader
  4. Fuckface
  5. Dead Giant
  6. Mosh to This at my Funeral
  7. Now Go

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: NU Metal

 

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