Voto: 7

Originari di Tivoli, gli Astral Domine vedono la luce nel 2011 per volere di Luca Gagnoni (chitarrista). Il sestetto si mette quindi a lavoro, prediligendo assolutamente il metal sinfonico, e il risultato è questo ‘Arcanum Gloriae’, mixato dal buon Andrea De Paoli (Labyrinth, ex-Vision Divine), e rilasciato sotto l’etichetta Bakerteam Records.

Ciò che può subito saltare all’orecchio, ascoltando questo lavoro composto da dieci tracce, è la (probabilmente voluta) somiglianza con i triestini Rhapsody of Fire, da cui i nostri riprendono precisamente non solo lo stile, ma addirittura il vocalist del gruppo, Marco Scorletti, ha una coloratura di voce praticamente identica a quella dell’osannato Fabio Lione. Parlando invece delle guest presenti in questo disco, a tal proposito, non mancano di figurare, in singole tracce, lo stesso Lione, nonché l’apprezzato Giuseppe “ Ciape” Cialone, che milita nei romani Rosae Crucis.

Andiamo, dunque, subito a cominciare!

La traccia d’apertura, ‘Arcanum Gloriae’, è praticamente una intro dai sapori epici, aperta da una voce di donna, e che si amplia mano a mano con l’aggiunta di cori ed una voce narrante maschile, il tutto accompagnato da calzanti suoni di tastiera, e che scorrevolmente ci porta alla prima traccia cantata, ‘Holy Knights’, che parte, lemme lemme, con un’opening medievaleggiante, seguita da imponenti cori. E’ rapidamente possibile notare, nel pezzo in questione, un modo di operare piuttosto solido nell’esecuzione, ed una struttura forse un po’ diretta, ma comunque efficace, e senza dubbio orecchiabile nel ritornello, ove voce e cori si muovono assieme. In ‘King of North’, altro pezzo spedito, è sopratutto la chitarra ad intagliarsi uno spazio maggiore, dimostrando di sapersi muovere su quello stile, ed arricchendo il pezzo con partiture varie, sia in solo, conteso anche dalla tastiera, che non. Parte quieta e onirica la successiva ‘Moonlight’ che, a sorpresa, si pone come una ballata melodica e ben realizzata, grazie non solo alla sensibilità degli strumentisti, quanto anche alle buone linee melodiche create dal cantante Marco Scorletti, e che certamente rende il pezzo meritevole di ulteriori ascolti. ‘Tales Of The Elves and Pain’, a propria volta, è forte di un buon impatto iniziale, ma soffre di un perdersi che, a volte, si fa sentire, riuscendo però a riprendersi in più occasioni grazie alla propria immediatezza. Forse un punto debole può essere la durata della canzone, che è di quasi otto minuti. Sapori funerei contraddistinguono ‘Where Heroes Die’, che vede la partecipazione di Fabio Lione, il quale si muove soprattutto su tonalità alte, amalgamandosi a dovere con uno stile a lui certamente familiare, per un pezzo che onestamente non mi ha convinto molto, forse reo di non essere incisivo come avrebbe dovuto, ma che sa alternare partiture decise, come il ritornello, ad altre più delicate o tenebrose. Curiosamente, l’ex-Rhapsody of FireLuca Turilli, rilasciò sul disco Kings of The Nordic Twilight una canzone dal titolo molto simile: Where Heroes Lie. Che sia un omaggio?
Altra melodica disposizione di cori apre ‘I Am The King’, più immediata e a tratti incalzante, forse leggermente dispersiva, mentre meste note di pianoforte ci introducono la successiva ‘My Lord’, lento malinconico che, nell’aprirsi, vede al centro del palcoscenico voce e cori.  Parte con una base nuovamente veloce la penultima canzone, ‘Welcome To My Reign’, ove fa capolino una specie di voce in scream effettata che, per quanto a mio avviso orribile, svolge ugualmente a dovere il proprio compito, rivelandosi comunque calzante ed amalgamandosi con l’atmosfera creata. Buono il ritornello, che rallenta i toni e propone un godibile cantato dalle tinte oniriche. Delle linee melodiche intriganti fanno la propria apparizione, in pompa magna, anche nella traccia conclusiva, ‘Falsi Dei’, cantata interamente in italiano, e che mette in risalto un lato più heavy metal. Interviene, al microfono, anche Giuseppe Cialone che, proprio come Lione, si muove agilmente in duetto, sotto una ritmica ferrosa e veloce, concludendo in modo piacevole e con grinta il full length.

Tirando, ora, le somme: quanto proposto dagli Astral Domine fila nella maggior parte dei casi, anche bene, e si pone come una considerabile alternativa a chi piace lo stile Rhapsodiano, da cui i nostri prendono a piene mani, rendendo dunque il disco in questione privo di originalità. E’ chiaro, inoltre, che il prodotto sia stato creato, intenzionalmente o meno, per una fascia di ascoltatori ben precisa, e che se questi riuscissero a non sentirsi infastiditi da una band così sfrontatamente influenzata, potrebbero trovare negli Astral Domine, e nella fattispecie in questo ‘Arcanum Gloriae’, un’ottima scelta, in quanto si parla sempre di un disco di tutto rispetto, evocativo, sognante, quasi un prosieguo di quanto sono stati i vecchi Rhapsody of Fire, ultimamente sempre più mutevoli nel proprio stile, o comunque certamente diversi dai primordi, a cui gli Astral Domine sembrano rifarsi.

Francesco Longo

 

TrackList

01.Arcanum Gloriae

02. Holy Knights

03. King Of North

04. Moonlight

05. Tale Of The Elves And Pain

06. Where Heroes Die

07. I Am The King

08. My Lord

09. Welcome To My Reign

10. Falsi Dei

 

  • Anno: 2014
  • Etichetta: Bakerteam Records
  • Genere: Power Metal

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