Voto: 7

Ciao a tutti, oggi si torna in tema “Grunge” con il secondo lavoro degli Acid Muffin, band nata nel 2010 ma attiva in studio dal 2012!  A differenza del precedente omonimo di soli tre pezzi, questa volta il lavoro è un po’ più consistente con cinque brani.

Si apre con “Around the Hole” e la sua intro in pieno stile Mad Season, che ha sempre il giusto fascino tra soffuse e atmosferiche melodie! Segue una serie di rullate devastanti, che dà il via ad un’evoluzione progressive. Attacca la voce con un buon timbro e si rimane costanti sulla strofa che alterna il riff portante al ritornello. Segue “Just Another Way” che rimane semplice e compatta, ma che sembra prendere una direzione totalmente opposta da quelli che erano i canoni sonori della band. Il pezzo è diretto e semplice, ma tutt’altro che riuscito. A dare la mazzata al brano è la spocchiosa evoluzione strumentale che non sposa proprio per niente col pezzo. Si riprende con ‘Bones‘, una sorta di ballata andante con un cantato abbastanza cadenzato nella strofa. Il ritornello si apre bene, peccato per le distorsioni delle chitarre che rimangono troppo dietro e non danno la giusta spinta, la produzione in questo caso incide parecchio. Rimane abbastanza in rilievo la voce ma non c’è la necessaria incisività da “parte della band”. Sulla fase strumentale conclusiva il pezzo si perde un po’… come avvenuto nella traccia 2.

On the Skin”, sembra un ritorno in pompa magna con un riff bello e potente. Purtroppo sulla strofa si siede leggermente e la ritmica delle parole sembra non essere appieno dentro il pezzo, colpa attribuibile anche al basso avrebbe potuto rendere la cose più facili. Buona la progressione basata sul lick di chitarra. Il pezzo generalmente risulta gradevole all’ascolto anche se penalizzato dalla produzione.

Si chiude con “Nothing Inside”, che parte con un’intro arpeggiata e idilliaca. Il cantato è abbastanza rilassato e sposa bene con la chitarra. Il ritornello è buono come idea ma non rimane incisivo, probabilmente la scelta delle parole avrebbe potuto essere meglio dosata. Concludo dicendo che l’EP non è malvagio, ma non è neanche qualcosa di rivoluzionario o tantomeno di non sentito. Il cantante ha un buon timbro in linea con il “Post Grunge-Melodico” (The Calling o Hoobastank) ma non sembra avere grandi doti di interpretazione e duttilità. Il primo problema però potrebbe essere anche imputabile alla produzione. A mio sincero parere ci sarebbe potuto essere più spazio per i solisti, di cui non si vede neanche l’ombra, inoltre tutto il “reparto chitarra “si riduce a qualche riff o lick carino che è foriero ma mai vero portatore di groove! Spezzando una lancia a favore del gruppo, l’EP sembra penalizzato dalla produzione, ragion per cui dentro di me rimane la curiosità di sentire la band dal vivo per valutarne il potenziale.

 

Paolo Prosil

 

TrackList

  1. Around The Hole
  2. Just Another Way
  3. Bones
  4. On The Skin
  5. Nothing Inside
  • Anno: 2013
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Alternative

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