Voto: 6.5

Gli Afterlife sono un gruppo padovano formato inizialmente da Eddy TalpoStefano Tiso e Nicolas Menarbin nel 2009, proponendosi come cover band. Col passare del tempo si aggiunsero altri due membri, Antonio Gobbato e Anna Giusto. Il progetto Afterlife prese definitivamente vita nel settembre del 2010 e il 18 settembre 2013, tramite l’etichetta Revalve Records, la band ha distribuito l’album “Symphony of Silence”.

L’album si apre con il brano “Falling”, che ci fa immergere in un’atmosfera quasi fiabesca, disegnata dalle tastiere e da un gioco di percussioni, introducendo il secondo brano del cd: “We Are Own Our Evil”. Di questo brano ho apprezzato molto la sezione ritmica, che mi ha positivamente stupito, in quanto mi aspettavo un approccio molto più “symphonyc” da parte della band invece le chitarre sono molto “heavy”, addolcite da un tappeto di tastiere che riporta il tutto ad un’atmosfera più melodica.

Il cd continua con “One More Walk”, canzone in cui ritrovo le impressioni citate in precedenza: le chitarre, infatti, sono veramente incazzate, così come le linee di batteria e di basso, mentre le tastiere contribuiscono a stemperare il tutto. In questo pezzo inizio ad apprezzare maggiormente la voce di Anna, che raggiunge, a parer mio, la sua massima espressione vocale nel brano “Starry Eyes”, dove nel ritornello, con l’utilizzo del falsetto, crea una linea melodica veramente interessante, mentre la band fa trasparire la sua vena progressive.

Il pezzo “Himn To Love” è il brano più sinfonico fino ad ora incontrato nell’album (nonostante le chitarre continuino a sputare fuoco) con un’intro al piano e linee vocali molto dolci.

Arriviamo dunque alla title track dell’album “Symphony Of Silence”: un brano melodico, atmosferico, arricchito dall’utilizzo di chitarre acustiche e dal classico assolo finale in cui solitamente si alzano gli accendini in sede live.

Altro brano dalle spiccate influenze prog è sicuramente “Mirror Lake”, in cui vengono a galla le doti tecniche del batterista Antonio Gobbato in commistione con le chitarre di Eddy e il basso di Nicolas, cosa che ritroviamo anche nel pezzo “Circle Of Fire”.

Conclusioni

Gli Afterlife sono un gruppo con delle buone potenzialità (vista e considerata la difficoltà di resa di un genere come il Symphonyc Prog Metal, e il fatto che questo è il loro album di debutto) e una buona attitudine alla composizione. Le caratteristiche che mi hanno convinto di più sono state la sezione ritmica, anche se a volte le chitarre dominavano un po’ troppo la scena, sembrando uscite da un Engl intriso del sangue di Emppu Vuorinen (cosa che comunque ho apprezzato!), ed in certi frangenti la voce di Anna, che ha saputo interpretare molto bene le parti in falsetto e alcuni ottimi acuti.

La parti che non mi hanno particolarmente convinto sono state il mixaggio, dato che certi suoni, come la chitarra e la batteria, non erano molto definiti in alcuni punti, e talvolta la scelta dei suoni delle tastiere, che in alcuni casi perdevano di attacco e di beltà nonostante il buon lavoro di Stefano.

Non mi resta che augurare agli Afterlife un in bocca al lupo per il loro futuro e a tutti voi amici lettori un buon ascolto, e di trovare un’interpretazione vostra a questo album!

Stay Metal

Luca Fiorini

 

TrackList

01. Falling

02. We Are Our Own Evil

03. One More Walk

04. The Time Beyond The Fog

05. Starry Eyes

06. Hymn To Love

07. Symphony Of Silence

08. Our Season

09. Mirror Lake

10. Heavy Lies

11. Circle Of Fire

12. Winter Might Catch Me

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Revalve Records
  • Genere: Symphonic Metal

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