Voto: 9
Di Mombu abbiamo già parlato diffusamente due anni fa (cfr. questa recensione), quindi non mi dilungherò oltre. Niger è il secondo lavoro del duo romano formato da Luca T. Mai (Zu) al sax baritono e da Antonio Zitarelli (Neo) alle percussioni. Un titolo quanto mai ad hoc, poiché il grande fiume scorre in un continente, quello africano, che ispira la musica dei Mombu, soprattutto per quanto riguarda la componente tribale e percussiva, come esemplificato dalla title track, non a caso posta in apertura a mo’ di manifesto sonoro e dichiarazione d’intenti da parte dei nostri. Il jazzcore sperimental-rumorista, incarnato dal sassofono di Mai, incontra il tribalismo ossessivo e sciamanico dettato dalla batteria di Zitarelli, in uno scenario tanto disturbante quanto avvolgente. Seguono vere e proprie schegge sonore, che sembrano schizofreniche eppure sono disciplinate secondo canoni quasi geometrici: “667 A Step Ahead of the Devil” (titolo beffardamente ironico) e “Adya Houn’ To“, episodi degni dei migliori Naked City, mentre in “Mighty Mombu” irrompe una chitarra dal suono ribassato (alla Meshuggah, per capirci) che conferisce un impatto ancora più dirompente.
Come in “Regla de Ocha” sul disco d’esordio, anche in “Carmen Patrios” è la m’bira – strumento tradizionale africano simile allo xilofono – a farla da padrona, tra spoken word in un idioma incomprensibile e cupi riff di chitarra simil-doom qua e là. Dopo una “Seketet” che provoca più o meno lo stesso effetto di un trapano conficcato nel cervello, arriva la catarsi: “The Devourer of Millions” è una danza vudù spinta al parossismo, con percussioni ipnotiche e un sax iperdistorto che, almeno pare, si sposa alla chitarra in un magma vulcanico di dissonanze e feedback.
Se Mombu poteva essere definito una sorpresa, Niger è una roboante conferma. I Mombu sono una delle migliori espressioni della musica avantgarde europea, più metal dell’heavy metal, più tribali della musica etnica, più rumorosi delle sonorità noise, più sperimentali degli sperimentatori. Gli afrogrinders sono tornati e credo che anche stavolta andranno a finire nella mia Top Five di fine anno. La loro è musica per molti ma non per tutti, parafrasando una famosa pubblicità di fine anni Ottanta, non per niente fanno parte di una ristretta élite, quella dei musicisti geniali.
Costantino Andruzzi
TrackList
1. Niger
2. 667 A Step Ahead of the Devil
3. Adya Houn’ To
4. Mighty Mombu
5. Carmen Patrios
6. Seketet
7. The Devourer of Millions
- Anno: 2013
- Etichetta: Subsound Records/Goodfellas
- Genere: Voodoom
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