Voto: 6
La band bolognese nasce nel 2009, ma solo del 2011 è il primo lavoro autoprodotto “Spiriti Bollenti“. Nel 2013 esce quindi “Lontano“, secondo album in studio che siamo qui a recensire.
Capitanati da Tia Villon alla voce, pianoforte e tastiere, la formazione viene completata da Vincenzo Adduci alle chitarre, Rocco Romani al basso elettrico e Francesco Lupi alla batteria e percussioni. La band è molto compatta e tecnicamente preparata, vuoi per la frequentazione del Damms, dove, secondo la loro bio, si sono conosciuti, vuoi per l’assidua attività live. Recensire questo disco non è però affatto facile. In questo full lenght di ben dodici tracce ci sono due capolavori (“Intera” e “Autoconfessione“) e altre 10 tracce che mi lasciano perplesso. Spiegamoci meglio.
La prima traccia, “Lontano”, ha un buon groove e belle chitarre, ma la melodia stenta soprattutto perché sembra di sentire Ligabue che canta un pezzo dei Litfiba. Stessa cosa per “La Fenice”, il secondo brano. Anche “Non C’è Più Tempo Per Voi” risente delle influenze che loro stessi ammettono di subire (Litfiba, Ritmo Tribale, Karma, Timoria, Movida, Dhamm ed altri), ma sembra di sentire una vecchia melodia degli Heroes Del Silencio, senza nessuna innovazione, solo pura nostalgia. Tia canta in tonalità volutamente bassa, pur avendo un range vocale di tutto rispetto, che però usa solo in pochi momenti, segno che questa cosa è voluta e cercata. Ma se non si ha una naturale vocalità baritonale come Nick Cave o De Andrè (sentitevi Anime Salve e capirete cosa intendo) si rischia solo di essere monocorde.
Infatti con la quarta track “Intera”, in cui il nostro buon Villon tira fuori una melodia pazzesca e tonalità in falsetto per il ritornello, inciampiamo in un piccolo gioiello. Veramente complimenti. Purtroppo “Mia Dolce Metà” ci riporta, con un riff di El Diabolica memoria, a pensare ai Litfiba ed il mio entusiasmo si spenge. Passano ancora brani come “Le Ali” (con gli accenti ligabuiani su <Fragilè>, <Possibilè>, <Piangerè>, giuro non ce la posso fare…) e “Via Di Qui” piano e voce, “Gli Angeli” con le chiusure sulle frasi “senza nota” come il supercitato Luciano Ligabue fa sempre (perché non sa cantare, ma Tia sa cantare e questo mi dispiace) e poi “Luce Bianca” in cui ormai le melodie si fanno il verso da sole con quelle precedenti, “Eppure Sei Qui” con riff di tastiere parecchio 80’s ma carina tutto sommato, “Le Stelle” in cui per stare basso di tonalità ci sono delle evidenti imprecisioni vocali e poi, come per dispetto, ecco “Autoconfessione”. Bella, bellissima. Tia canta un’ottava sopra rispetto al resto del disco e canta bene. Quindi la domanda nasce spontanea…possiamo forzare le nostre peculiarità artistiche per asservirle ad un genere che vogliamo inderogabilmente seguire?
Secondo me, no.
Evol McDevil
TrackList
01. Lontano
02. La Fenice
03. Non C’è Più Tempo Per Voi
04. Intera
05. Mia Dolce Metà
06. Le Ali
07. Via Da Qui
08. Gli Angeli
09. Luce Bianca
10. Eppure Sei Qua
- Anno: 2013
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Rock
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