Voto: 6.5
I Sirgaus vedono la luce nel 2011 per volere del bassista Mattia Gosetti, la cui causa viene subito sposata dalla moglie, Sonja Da Col (cantante), e dal chitarrista, Massimo Pin. Con ‘Sofia’s Forgotten Violin’, i Sirgaus ci propongono una storia, un concept album, composto da ben undici tracce, che si muove generalmente sotto il genere gothic metal, e che viene arricchita dagli inserti di violino di Lethien (violinista degli Elvenking), qui in veste di special guest. Mettiamoci subito le cuffie e vediamo cos’hanno da proporci questi ragazzi!
Buona la intro che compone l’opener, ‘The Orphan’s Letter’, presentataci da un malinconico violino a cui poi si uniscono le distorsioni, e che comprende anche influenze sinfoniche. Il pezzo è composto da lunghi inserti cantati che favoriscono la melodia, sia in solo che uniti al suono del violino. Sicuramente utili anche gli interventi della seconda voce, ad opera di Mattia Gosetti, e il buon assolo di Massimo Pin, che aiutano a rendere meno lineare l’ascolto. Un’altra mesta intro ci è data da ‘Sofia’s Forgotten Diary’, pezzo diretto e dalle distorsioni da una parte più pesanti, mentre dall’altro lato più delicate nel seguire il cantato. Ho trovato più apprezzabile ed emotiva la semi ballad, ‘Through The Creepers’, che comprende un piacevole duetto, accompagnato dai suoni d’atmosfera, e che vede una prima parte più dolce e riflessiva, seguita da una seconda in distorsione con un cantato deciso e una ritmica nella norma.
Un violino dalle venature quasi folk ci presenta ‘Evening Lessons’, altra canzone che favorisce un sound scorrevole e immediato, anche se piuttosto ripetitivo verso la fine (immagino che si volesse dare un’idea di ridondanza con aumento di incisività, ma non ci siamo). Aperta da suoni d’atmosfera e da delle sirene, è ora il turno di ‘Escape From The Mansion’, che rievoca come si deve, anche grazie ad inserti di tastiera, una fuga rocambolesca, brevemente interrotta solo dalla sezione d’assolo chitarristico. ‘Cellar’ presenta un’aura più inquietante, e si muove con lentezza ed estrema circospezione, mentre ‘Desert City’ torna a riproporci un’apertura di archi, per un pezzo questa volta più disinvolto ed un cantato a tratti incalzante, adeguatamente sorretto dalla sezione strumentale, in particolare quella cangiante chitarristica, con tanto di assolo dalle venature arabeggianti, e una buona sezione di chiusura dai richiami quasi classicheggianti.
‘Believe in you’ torna a favorire il duetto di voci e un sound più soft, direi gothic rock, per un’altra ballad certamente più orecchiabile, dando magari un’impressione quasi di creato a tavolino, ma nel senso buono del termine. E’ ora il turno del trittico conclusivo, che inizia con ‘Sofia Returns’, un pezzo più movimentato, mentre ancora più incisivo, a livello strumentale, si rivela ‘Real Angel’, traccia che favorisce inserti sinfonici ed un sound più aggressivo, circondato da un dualismo composto da cupezza e luce. A concludere il concept è ‘Sofia’s Memories’, una gradevole conclusione strumentalmente delicata, a cui si accoda il cantato.
Tiriamo ora le somme: il disco dà molto spazio alle voci, forse anche troppo. Le sezioni cantate sono, a mio avviso ed in diversi momenti, quasi eccessive. Sonja ha una bella voce, spesso e volentieri riesce a destreggiarsi come si deve, ma le sezioni che si aggiudica sono davvero troppe, non sempre incisive (ma si parla di una minoranza, ben inteso), al punto che c’è il rischio che l’ascoltatore si assuefaccia alla voce, e questo di solito non è un bene. Ho letto nella biografia che il bassista, Mattia Gosetti, si occupa anche di musical, e in effetti, ascoltando ‘Sofia’s Forgotten Violin’, pare quasi di ascoltare un pezzo solo, suddiviso in undici parti, e personalmente ho apprezzato. Il lavoro chitarristico è buono, e sfrutta varie influenze. Un disco, dunque, interessante, strumentalmente più vario di quanto non sembri. Forse l’uso saggio di differenti espedienti utili a sminuire almeno un minimo l’importanza eccessiva data al cantato, avrebbero garantito un voto un po’ più alto.
Francesco Longo
TrackList
01. The Orphan’s Lettere
02. Sofia’s Forgotten Diary
03. Through The Creepers
04. Evening Lessons
05. Escape From The Mansion
06. Cellar
07. Desert City
08. Believe In You
09. Sofia Returns
10. Real Angel
11. Sofia’s Memories.
- Anno: 2013
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Gothic/Folk Rock
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