A distanza di oltre due anni da ‘Metal Maniac Attack e mentre nel frattempo ci avevano allietato con l’Ep ‘Leather in London‘, tornano finalmente sulle scene col nuovo album i sardi Megahera, come ci aveva preannunciato il leader Mario Marras nell‘intervista concessaci ad inizio anno.

Condemned To Insanity‘ questo il titolo del nuovo cd esce per la tedesca Hellion Records a dimostrazione della dimensione sempre più internazionale della band sarda che ha partecipato al recente Headbangers Open Air dopo un tour in Australia e altri gigs in europa.

Le coordinate musicali rimangono fedeli al quel metal/speed/thrash che ha fatto le fortune dei Megahera, con qualche interessante cambio stilistico in alcune partiture, come vedremo analizzando i vari brani.

E allora premiamo il tasto play e andiamo ad ascoltare la prima traccia, trattasi della strumentale ‘Adventus‘ che spolverando un suono tetro e acustico ci introduce a ciò che vuole rappresentare l’album e cito qui le parole di Marras dalla sua intervista per IdM : “Adventus.. intro strumentale.. aprirà le danze del mostruoso potere occulto massonico, che invade le nostre vite quotidiane, colui che sta riducendo l’uomo a semplice oggetto il cui primario compito è: comprare, consumare e crepare.”

Ed ecco allora entrare in scena ‘An Eye For An Eye‘, occhio per occhio, giusto per entrare nel tema dell’album come ci diceva sempre Marras: “Tratterà spesso, della lotta secolare tra l’uomo e il Serpente Simbolico.. la Sacra lotta tra il bene e il male.. ma tratterà anche di temi a carattere storico/culturale, e di esperienze personali.” Classico brano heavy/thrash con influenze evidenti dei Metallica dei tempi che furono, ma il tutto sotto il marchio ormai distinguibile dei MegaHera, accelerazioni, stop and go, rullate potenti (Antonello Mocci alla batteria) cavalcata di metallo che scatena l’headbangin’ e che subito fa breccia nel cuore e nel cervello, gelidi giochi di chitarra ad opera della coppia Mario Marras e Marco Tronu (alla ritmica), ottimo inizio.

Condemned To Insanity‘. Non posso fare a meno di citare nuovamente l’intervista con Mario “Nessun rispetto per ciò che ci circonda: avvelenano l’aria, il cibo e danno false immagini del mondo. Tutto rientra secondo lo schema di chi detiene il potere che lentamente ci uccide l’anima e il corpo, riducendoci a poltiglia indifferenziata. ..
Condannati alla demenza e quindi alla follia!” 
E come possiamo dargli torto? Il brano diventa più potente rispetto al precedente, si sente la rabbia che scaturisce dal testo: “La promessa è ora adempiuta decimano la razza umana vampiri massonici sono in mezzo a noi! corruzione, denaro e morte! il potere Statale ci schiaccia è troppo tardi siamo fottuti! Condannato alla pazzia!” e dalle bordate musicali a cui ovviamente contribuisce il basso di Antonio Borgesi autore di parte delle liriche, ovviamente in collaborazione con Mario. Un nuovo manifesto della band è quindi ora a disposizione dei metal kids.

Orientaleggiante invece il preludio di ‘Pharaoh’s Curse‘ ma è solo un momento perchè poi si parte con ritmi serrati e tribali in una cavalcata epico metallica che emoziona, in quel misto di potenza e romanticismo che accompagna ogni nota espressa, belli i bridge che fanno da intervallo al brano giusto il tempo per poi ripartire dannatamente massicci e violenti, un pò in ombra la voce nelle parti più melodiche ma complessivamente altro brano sugli scudi.

Fighting Forever‘ alza ed abbassa i toni in un susseguirsi di “scontri” di note, si passa dalla violenza pura a momenti di melodia pur sempre in ambito metallico, e poi ancora rabbia e violenza, speed metal che sfocia nel thrash con una matrice classica. Ottimo il testo che invita a non guardarsi mai indietro e a combattere per sopravvivere.

Into the Sea‘ si apre con un momento acustico e potremmo definirla sotto certi aspetti una “ballad”, in stile Metallica Black Album, o una versione megaheriana di ‘Fade To Black‘ basta sentire il suono della chitarra per rendersene conto, vorrei anche lodare la ottima produzione (a cura della band stessa) e registrazione e mixaggio curati nei Red Warlock Studio da Andrea Giribaldi Mario Marras, in definitiva un altro grande brano, dal testo profondo e molto malinconico.

Notare che ogni brano ha una durata oltre la media, ma riesce a coinvolgere sempre non lasciando mai adito a momenti di noia.

Segnalo anche che la copertina e il curatissimo artwork sono opera di Stan Decker (Stryper, Monument, Annihilator ecc..), unica nota negativa son i testi scritti un pò troppo in piccolo, ma perdionamo questo particolare.

Tornando all’ascolto è la volta della epica ‘Atlantis‘ che narra appunto la storia della leggendaria isola ‘vissuta’ 9600 anni a.c., il ritmo è frenetico con la sezione ritmica che guida il tutto per un gradito omaggio ai maestri della NWOBHM, piacevole il bridge acustico che distingue la parte centrale della canzone seguito dall’ottimo solo di Marras. Ovviamente dopo si riparte frenetici e scatenati elevando la canzone al rango delle migliori della produzione Megahera, grazie anche a questi continui cambi di ritmo e di sonorità.

Con ‘Bipolar Mind‘ si va verso la parte più intima e melodica, con arpeggi medievali nella prima parte, che poi confluiscono in una serratissima parte in cui riecheggiano note folkmetal sotto il pesante suono della batteria, decisamente una virata stilistica di qualità che vede poi nevrotiche parti di chitarra che spadroneggia nel corso del brano, trovo ‘Bipolar Mind‘ innovativa nella sua classicità, e sono letteralmente rapito dal cantato nel ritornello con una specie di coro che ammalia. Vincente!

Azure Mirror‘ è lo specchio del passato della band come si evince dal testo. Musicalmente siamo ancora su tenori qualitativi superiori alla media, si tratta sì di heavy metal ma contaminato da stacchi thrash con altri più rock, parti melodiche e anche un tocco di progressive nel gioco di chitarre a metà brano, segno di una grande preparazione tecnica e compositiva che fa impallidire molte altre blasonate band. Tanto di cappello.

Riuscire come mi sembra ormai a due soli brani dalla fine a migliorare quanto fatto nell’album precedente non era facile, ma sembra che i ragazzi sardi siano riusciti nell’impresa.

Ed ecco la scatenata ‘Against The Law‘ speed/thrash tiratissimo, e non poteva essere altrimenti dato il tasso ribelle del testo, testo che ricorda come genere i pionieri dell’hardcore nazionale Raw Power, non mancano stacchi melodico/metallici per una fottuta song dall’alto potenziale adrenalinico, ennesima dimostrazione della varietà stilistica dei nostri quattro eroi metallici.

La finale ‘Dancing in the Fire‘ è una ballata tribale dal testo molto intimo che ci parla della fine di una storia d’amore, musicalmente esce completamente dal contesto di ‘Condemned To Insanity‘ e forse lascia presagire la fine di un ciclo e l’inizio di un qualcosa di ancora più sorprendente nel prossimo futuro.

A conclusione della recensione posso dire che i Megahera fanno un altro passo avanti verso la perfezione, pur muovendosi infatti in territori ormai battuti e ribattuti riescono a personalizzare molto spesso i loro brani e a dargli quel tocco di originalità in più, cosa che non a tutti, anzi a pochi riesce.

Se amate il metallo duro e puro questo pregevole secondo lavoro sulla lunga distanza dei Megahera non può sfuggirvi!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

01. Adventus

02. An Eye For An Eye

03. Condemned To Insanity

04. Pharaoh’s Curse

05. Fighting Forever

06. Into the Sea

07. Atlantis

08. Bipolar Mind

09. Azure Mirror

10. Against the Law

11. Dancing in the Fire

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Hellion Records
  • Genere: Heavy Metal

Links:

Facebook

Sito Ufficiale

Bandcamp

Autore