Voto: 7
Sempre interessanti le nuove uscite della Avantgarde Music, che questa volta ci propone l’ultimo lavoro degli Scum From The Sun. Un viaggio, titolato semplicemente ‘4’ (sarei curioso di sapere a quale simbologia si ricollega questo numero), che si snoda attraverso quattro brani per un totale di 44 minuti tutti da scoprire.
Un genere, quello degli Scum From The Sun, che fa della sperimentazione la propria arma migliore. Partendo da una base di stampo doom metal, fatta di chitarroni distorti prepotentemente rallentati, la band condisce il tutto con atmosfere avvincenti, spesso psichedeliche, e con inserti di tastiera prelevati dal panorama industrial. E il bello è che svariate cose cambiano da un brano all’altro.
‘La Nave Dei Folli’, lasciato senza drumming per tutta la sua prima metà, è forse il brano meno experimental ma – punto di vista personale – lo trovo il più fascinoso del lotto, forse anche per certe affinità con quanto fatto sentire dagli (anche loro italiani) (EchO), band che apprezzo moltissimo.
‘Mammon’ si candida alla palma di song più anomala, apparendo plumbea nella fase introduttiva, e sviluppandosi poi con un corpo armonioso ma segnato da un drumming martellante che detta il tempo quasi fosse una marcia sacrale; svariate sono però le aperture e le divagazioni, che si concretizzano poi in un finale fatto di un tripudio di suoni cyber.
Va invece a ‘La Fine Dell’Essere Nella Cattedrale Della Morte’ il riconoscimento per il pezzo maggiormente oscuro. È un unico riff portante a dominare la scena, ripetendosi martellante con variazioni impercettibili nell’immediato, ma che portano a una corposa evoluzione alla lunga. Al solito il drumming entra molto in ritardo, dettando tempi particolarmente “affaticati” (non siamo ai livelli degli Earth, ma non che manchi molto) che vanno a rafforzare il potere allucinatorio di una chitarra granitica e a dir poco tirannica.
Ho lasciato per ultima ‘Daleth’, song di apertura, perché rispetto alle altre tracce la trovo pervasa di un’atmosfera molto più “aperta”, quasi di tipologia post-rock – così come da tale panorama deriva il tappeto ritmico, sempre volto a tenere alta l’attenzione come in attesa di un qualcosa che poi però nel mondo degli Scum From The Sun non si verifica, come se il crescendo diventasse fine a se stesso e non più un’anticipazione di una successiva esplosione; e coadiuva questa sensazione la voce narrante dalla connotazione epica, sempre tesa all’ignoto.
Niente male, insomma, questo ‘4’. Certo, ci sono dei momenti in cui l’attenzione va calando, e probabilmente è inevitabile, ma in generale le linee proposte convincono, e i mix tra i vari elementi anche. I fanatici della sperimentazione (come me) sapranno bene che non sempre fare qualcosa di strano vuol dire fare qualcosa di bello, anzi; ma gli Scum From The Sun riescono a stare dal lato giusto, non esagerando nell’avanguardia e mantenendo una connotazione che saprà piacere.
Francesco Salvatori
TrackList
- Daleth (ft. Marco Deplano/Wertham)
- La nave dei folli
- Mammon (ft. Bruno Dorella/OvO, Ronin, Bachi da Pietra)
- La fine dell’essere nella cattedrale della morte
- Anno: 2013
- Etichetta: Avantgarde Music / DecimoPianeta
- Genere: Stoner/Doom Metal
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