Voto: 6

«Death Metal a tinte Post-rock»

I bergamaschi “While Sun Ends” ci presentano un death metal di difficile classificazione. Il loro sound decisamente interessante nasce dalla fusione delle scuole di DeathMetal Americano e Scandinavo, le due principali del genere, con risultato di un certo spessore creativo. Inusuale ma intrigante la scelta di un vocalist femminile, Serena Caracchi, la cui performance, dal sapore di “Sigur Ros“, è forse ciò che più aggiunge particolarità al gruppo.

I due brani di questo EP si muovono continuamente fra riff brutali e tecnicismi, propri della scuola americana, vicini allo Schuldiner di “Symbolic” e “Sound of Perserverance”, e parti melodiche rette da arpeggi acustici che richiamano invece le sonorità più nordiche tipiche degli Opeth, il tutto orchestrato dai due chitarristi, Massimo Tedeschi Diego Marchesi. La sezione ritmica, composta dal bassista, Carlo Leone, e dal batterista, Enrico Brugali, con l’uso di ritmi scomposti e poliritmi 3/4 su 4/4 tipici dei “Katatonia” di “The Great Cold Distance”, aggiunge un ulteriore colore a questo sound già notevolmente variegato. Per quanto riguarda la voce, questo EP risulta diviso in due: le parti con la voce pulita e le parti con growl. Nel primo caso il risultato è più che appagante, e la vocalist sfodera una voce meravigliosa, che, grazie anche ad un mixaggio consono al genere, crea un’atmosfera che non definisco paradisiaca solo per non andare contro allo stereotipo del “Metal=Satanismo”. Tutt’altra storia invece per le parti cantate in growl, forse unica pecca di questo lavoro: piatto e poco cavernoso, si sente che la voce esce dalla gola quando dovrebbe venire da molto più in basso, il che fa perdere profondità e intonazione. Davvero ammirevole il tentativo, purtroppo bisogna rendersi conto che esistono delle differenze fisiologiche (in media e salvo eccezioni che pure ci sono) di genere, forse in questo caso uno screaming avrebbe dato risultati più convincenti per esecuzione e non sarebbe nemmeno uscito troppo dal genere.

In definitiva se anche le influenze sono molte e lampanti, sono comunque molto ben integrate e danno origine ad un sound piacevole e originale, che, unito all’innegabile capacità tecnica del gruppo,  rende “Knowledge” un interessante ascolto.

Per finire, anche se di solito evito di criticare la qualità della registrazione, conscio in primis per esperienza personale della difficoltà, il più delle volte finanziaria, per un gruppo emergente, di investire tanto in una registrazione, visto che stavolta si tratta però di un EP, mi sento di fare alcuni appunti su cui poter lavorare nelle fasi future. Per la batteria, migliorare il suono magari lavorando sull’equalizzazione; per le chitarre, di nuovo, migliorare l’equalizzazione sia delle parti distorte, ora troppo grasse, sia di quelle pulite, troppo asciutte, aumentare il volume delle chitarre distorte e abbassare quelle delle chitarre acustiche, il tutto per creare un sound più uniforme. Ovviamente sia chiaro che stavolta mi sono molto sbilanciato con considerazioni alquanto personali e che mai vorrei metter bocca sulle scelte stilistiche del gruppo. Però è un consiglio in buona fede.

Il voto è un 6, ma solo perché i pezzi sono soltanto 2, e con tanta curiosità di sentire presto un lavoro completo!

Francesco “Il Caccia” Cacciante

TrackList

1. Elevation

2. Tritogenia

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Il Fosso Records
  • Genere: Black Metal

 

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