Voto: 8.5

Gli Abysmal Grief sono un’oscura entità proveniente dal circondario genovese, formatasi solo nel 1995. Le origini della band affondano su scarse ed incerte informazioni, per giunta annebbiate da una coltre tetra, greve e funerea. Intorno alla metà dei Novanta il combo prende forma grazie a Regen Graves, misteriosa figura fuoriuscita dagli anch’essi genovesi MalombraGraves, appassionato di occultismo e magia nera, cerca di portare al limite il lavoro già fatto precedentemente con i Malombra, tingendo di nero pece ogni nota del suo nuovo vagito artistico. Tuttavia, solo tra il ’98 e il ’99 arrivano le prime demo, seguite dalla prima uscita ufficiale su Cd singolo “Exsequia Occulta”, proseguendo con  ”Hearse” “Creaturs From The Grave”, entrambe 7”, e il 12” “Mors Eleison”. L’attività della band è però ininterrottamente minata e rallentata da continui cambi di line-up, difatti, solo nel 2007, grazie al contratto con la Black Widow i  Nostri arrivano al primo esteso esordio discografico, l’omonimo “Abysmal Grief”. Il periodo compreso tra il 2009-2012 è fecondo, tanto che la band rilascia uno split, due 7” e un 12”, fino alla tanto attesa seconda opera, “Misfortune”, che dona un gran successo in ambito underground.

Nel trascorrere del 2012 la band compone incessantemente, ed ecco che il 14 febbraio 2013 esce la terza occulta opera dal titolo “Feretri”, questa volta per la Terror From Hell Records.

Il titolo scelto è un vero e proprio manifesto sonoro, rappresenta il tentativo di coinvolgere ogni sforzo artistico nel rappresentare la morte come fascinoso momento di pura bellezza. Descrivere con eccezionale lucidità il momento del trapasso; raffigurare essa come essenza di vita o di antimaterica trasmutazione, verso ciò che macabramente eccezionale può essere la morte. La musica degli Abysmal Grief s’inserisce in quel filone detto del macabro, che solo poche anime sanno capire e seguire con famelica avidità.

“Feretri” è figlio di quel gusto del sepolcrale che il territorio italico ha partorito nel corso del secondo Novecento, pensando all’opera dei nostri grandi cineasti quali L.FulciD.ArgentoM.Bava, e molti altri, senza ignorare le opere eccezionali di artisti come Death SSP.Chain, Antonius Rex  e Jacula, per non perderci in dissertazioni riguardanti il proto horror-doom partorito nei meravigliosi anni Settanta. Gli italiani nella loro solarità possono essere, per ossimoro, quanto di più oscuro si possa idealizzare. Rendere vivido il profumo della morte, quasi reale, sentirsi a proprio agio, quasi a casa, nel bel mezzo di un cimitero gotico, questo è ciò che ci rende diversi. Il gusto per la morte ci rende paradossalmente più vivi e realistici, se paragonati ad altre entità a tinte oscure. Conferma a tutto questo mio dire è la veste grafica di Feretri, la quale rappresenta  un’istantanea di un classico dell’horror made in Italy, a titolo “La donna rossa uccide sette volte”.

Suoni ambientali e rintocchi di campane funeree fanno da interludio al primo brano “Lords Of The Funerals”, una sezione ritmica in medio tempo disegna una architettura  al quanto cimiteriale, su cui un organo, d’indole rituale, interviene, quantunque, a scandire l’andare di un immaginario corteo funebre. Per non parlare della voce roca, profonda e a tratti in growl, dal tono evocativo ed ossessionante. “Hidden In The Graveyard” possiede un bit senz’altro più veloce, questo componimento è davvero trascinante, il sound compatto intriso a chiesastiche partiture d’organo, ne conferiscono un’aula di preghiera maledetta. “Sinister Gleams” è un brano doom dal tempo medio e dalla struttura circolare, coadiuvato dalle ossessive liturgiche tastiere in evidenza. La struttura è davvero interessante, dato il suo incedere circolare, ha un effetto incredibilmente induttivo, per merito, anche, del peculiare tono baritonale del vocalist, che si cimenta in una performance tipica del teatro macabro.

“Crepusculum” è un breve interludio costruito su suoni ambientali, un litanico e notturno arpeggio di chitarra, accompagnato da un organo liturgico, fanno da substrato al canto di uccelli notturni e suoni tipici dell’immaginario dei film horror anni Settanta; di seguito “The Gaze Of The Owl”, brano horror-doom sporco e dal tempo notevolmente cadenzato, in cui l’esibizione clavicembalistica, in contrappunto, e l’espressione vocale, al limite del mostruoso,  ci conducono in un ambiente sulfurio, dove solo l’horrorifero è possibile, ogni luce  o speranza è relegata al diniego.

L’album conclude il suo greve cammino con la lunga “Her Scythe”, horrorifera e sabbathiana, dove ogni riff procede in un ipnotico unisono, traghettandoci in un mondo intriso di perdizione e malinconia, come se Caronte conducesse l’ascoltatore verso lo Stige,  metafora del non ritorno. È facile abbandonarsi alle note di quest’ultima suite dal tipico ondeggiante andamento doom, intervallato dai soliti inserimenti organistici, che ne donano gusto e profondità emotiva.

Sono dannatamente affascinato da questa seducente e al tempo stesso orribile manifestazione artistica italiana, l’ascolto degli Abysmal Grief non è solo oggettivo ascolto di un supporto musicale, ma è la contemplazione di un gusto, l’immergersi in un stato di sensazione che a partire dall’abominio ascoltato, si trasmuta, nel poi,  in qualcosa di seducente e splendente. È ostico capire le mie parole se non si approccia ad uno stato di abbandono mentale durante lo scorrere delle nere trame musicali dei genovesi, soffermarsi solo ad un primo approccio, criticarli come reietti e maledetti, sarebbe un errore imperdonabile. L’arte espressa dalla band esprima la pura realtà, ciò che parte della vita per assurdo e per contrasto letterale è, parlo ancora della morte, che voi lo accettiate, che ne fuggiate, la realtà è questa. Il sound e il concept alla base del combo esprime quanto di più umano e normale su cui si possa dissertare circa la vita, la morte e le sue inevitabili umane e deboli paure.

Spero che un giorno non lontano, vi sia una sorta di giustizia artistica in modo che le vere realtà espressive, possano metaforicamente uscire dalle proprio catacombe artistiche e poter brillare, uscendo così dal solo ambiente underground e di culto.

Nicola Pace

 

TrackList

1.  Lords of the Funerals

2.  Hidden in the Graveyard

3.  Sinister Gleams

4.  Crepusculum

5.  The Gaze of the Owl

6.  Her Scythe

 

  • Anno: 2013
  • Etichetta:  Terror from Hell Records
  • Genere: Doom

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