Voto: 7
Se amate l’hard rock e seguite le band italiane non potete non sapere la storia dei piemontesi Bad Bones, anche se ammetto stranamente su questa nostra webzine non sono mai stati recensiti, eppure il loro primo cd “Smalltown Brawlers” è lì tranquillo sul mio scaffale e spesso è passato dallo stereo, misteri italiadimetalliani..
Quindi tutti saprete del loro tour americano, dei molti concerti italiani, e dell’attitudine che hanno sul palco e nella vita di tutti i giorni, e non sto qui a ripeterlo, male che vada andate ad informarvi sulla rete.
Arrivano a questo terzo capitolo della loro ormai lunga storia reclutando un cantante di ruolo Max Malmerenda che va così a sostituire Meku Borra che passa alla sola chitarra, mentre ovviamente confermatissimi sono i fratelli Balocco Steve al basso e Lele alla batteria, quindi il quartetto dei ‘fratelli’ Bone è ora completo.
“Snakes and Bones” è stato inciso ai Modulo Studios di Cuneo con la supervisione di Riccardo Parravicini (Marlene Kuntz e Nicolò Fabi tra gli altri), e l’attitudine di cui parlavo prima è ancora lì bella viva come nell’iniziale “Don’t Stop Me” di cui da pochi giorni è uscito anche il videoclip. Il ruvido e grezzo rock’n’roll della band risalta come sempre, se devo trovare una pecca e non me ne vogliano i ragazzi la voce di Max non mi convice pienamente, ma ci sarà modo e tempo perchè ciò accada.
Subito il primo attacco si passa a “Gasoline Rock” dove una certa matrice blues riecheggia tra riff e bridge coinvolgendo piacevolmente l’ascoltatore, caratteristica che ha sempre contraddistinto la band è la giusta dose di melodia mischiata alla carica aggressiva del loro hard rock pulsante e questo brano lo evidenzia alla grande.
Di impatto la title track, nella quale si esalta il lavoro di gruppo della band e l’ottima produzione dell’album.
Più sprizzante di adrenalina “Am I Walking Alone” con i suoi ritmi sincopati, immancabile “Desert Start Blues” davvero toccante e punto massimo dell’album!
Classica “Rebel Radio” che riecheggia di west coast e profuma di eighties, “Jumping White Devil” segue le orme della precedente ma con meno slancio.
“Follow the Rain” parte in acustico e strappa emozioni, poi sale di tono divenendo una bellissima ballad altro episodio fondamentale dell’album nel quale non si può dire altro che: bravi!
“Nowhere Girl” sporca di fumo e whiskey pare uscita da un pub sotterraneo pieno di fumo, alcol e tanta figa disponibile.
“Bugs Lane” spinge i fratelli Bone sulle onde dell’HM classico, a dimostrazione definitiva di come la band possa anche svariare musicalmente da episodi più easy ad altri più duri con la stessa identica classe.
La chiusura è affidata a “Indian MedicineMan” episodio abbastanza particolare che risalta per la sua voglia di uscire dai classici stilemi dell’hard rock fin qui profuso dalla band, ma che sinceramente mi coinvolge e mi affascina pienamente grazie a una ricerca raffinata di suoni e immagini (che scaturiscono nell’ascoltare il brano) che vanno oltre le semplici note.
Tirando le conclusioni “Snakes and Bones” è un lavoro che può segnare una svolta nella carriera della band, secondo me stanno aprendo la strada ad un nuovo modo di proporre rock, si senza fronzoli, ma anche con quel tocco di diverso che incoraggia l’ascolto. Ascolto che va ripetuto più volte perchè questo non è un album usa e getta ma va appunto ascoltato attentamente per scorgerne le tracce ed i tratti migliori.
Klaus Petrovic
TrackList
01. Don’t Stop Me
02. Gasoline Rock
03. Snakes & Bones
04. Am I Walking Alone
05. Desert Star Blues
06. Rebel Radio
07. Jumping White Devil
08. Follow The Rain
09. Nowhere Girl
10. Bugs Lane
11. Indian MedicineMan
- Anno: 2012
- Etichetta: Bagana Records
- Genere: Hard Rock
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