Voto: 8

Mentre scrivo, la pioggia cade come lacrime dolorose da un cielo plumbeo e il vento sferza tutto ciò che sta intorno… Non c’è migliore condizione meteorologica per apprestarsi all’ascolto di Occult You, disco di debutto dei Vanity, quartetto multietnico composto di elementi italiani (toscani, per la precisione), svizzeri e palestinesi. Ognuno dei membri apporta il suo personale contributo artistico e culturale alla proposta musicale del gruppo, che anche per questo risulta decisamente poliedrica e non facile da inquadrare. Pertanto, la mia classificazione come post-gothic metal è puramente – e giornalisticamente – di comodo e da prendere cum grano salis.

Di certo ci troviamo all’interno di suoni cupi, malinconici, introspettivi, con evidenti venature gothic metal (il singolo “Sleeping Tears“, connubio tra Paradise Lost Katatonia, del quale è disponibile anche un interessante videoclip, la cui seconda parte uscirà prossimamente, e “Pagan Hearts“, con brevi inserti celtic folk), dark-wave alla Depeche Mode meets Joy Division (“Under Black Ice“; qui il video) ed electro-rock con sfumature sabbathiane (“The Wanderer“). La band suona molto compatta e la voce di N (nato a Gaza), pulita, effettata, aggressiva o melodico-recitativa che sia, è il perfetto collante per le tessiture musicali dei nostri. Belle le citazioni post-punk di derivazione Killing Joke nella nerboruta e insieme orecchiabile “Ghosts“, simile a “Sun“, dove la chitarra scudiscia e la batteria picchia forte; qui il metallo gotico si sposa a fraseggi new wave e addirittura a rallentamenti doom. Nella title track troviamo una marcata componente elettronica, per una ballata romantico-decadente che, a tratti, può ricordare certe partiture degli Anathema, mentre “Time’s New Romance” emoziona per le sue sonorità in chiaroscuro, tetre e opprimenti, ma anche aperte e catartiche, con un refrain che cattura la mente e il corpo. Un ottimo brano che ci dice come Vanity sia un combo a spiccata vocazione internazionale, confermata dalle diverse origini geografiche dei quattro componenti e dalla distribuzione mondiale garantita da Rough Trade.

Le note biografiche informano che «il disco ed i testi nascono da un romanzo mai pubblicato di NOccult You, che diventerà il titolo dell’album. Una tragedia privata e drammatica in cui si fondono amore (tema centrale dell’album) ma anche solitudine, angoscia, ineluttabilità del fato, incomunicabilità. Al centro dell’opera un eroe in guerra, un guerriero ossianico, che si batte malinconico contro il nulla tra paesaggi sepolcrali, per se stesso e per l’amore perduto». Quanto basta per suscitare interesse nei confronti di un’opera prima che, pur non facendo gridare al capolavoro assoluto, è molto ben fatta e “perversamente accattivante”, al punto che sento di potermi sbilanciare nel profetizzarne un certo successo commerciale. Intanto il CD è giunto alla conclusione e, curiosa coincidenza, il sole sta squarciando i nuvoloni neri…

 

Costantino Andruzzi

  • Anno: 2013
  • Etichetta: Church Independent/Audioglobe
  • Genere: Post-Gothic Metal

 

Links:

Spotify

Youtube

 

Autore