Voto: 7.5

Se amate le sonorità glam avrete sicuramente sentito parlare dei livornesi Smelly Boggs, cult band italiana che fondata nel 1993 dette alle stampe questo omonimo album nel 1999, dopo aver prodotto una demo nel 1995 dal titolo “D.L.B.” ed aver partecipato nel 1997 alla compilation “The Pink and the Black” prodotta dall’americana Delinquent Records, nella quale figurava il gotha del genere: Twisted SisterPretty Boy Floyd ecc.

A distanza di molti anni la band ha deciso di riformarsi e dare vita ad un tour del quale a breve saranno comunicate le date, per rinfrescare la memoria ai fans dell’epoca e ai nuovi ascoltatori, abbiamo così pensato di recensire quel piccolo capolavoro della loro discografia.

Prima di farlo vi ricordo che gli Smelly Boggs sono composti da: Marco Biuller, voce; Emil Bandera, chitarre; Luca Rivieri, basso e Emilio Simeone alla batteria.

Inutile negare che già l’avvio del cd è imperioso grazie alla chitarra di Emil che dirige le operazioni,e “One Damned Reason” scolpisce nella pietra il nome degli Smelly Bogs, animal band da party degenerativi con alcol e figa! Il brano è infatti classico street metal che si accompagna al devasto punk.

Su tutte però si erge la spettacolosa “Party Gay” tra la goliardia e la voglia di stupire, in questo secondo caso i ragazzi riescono in pieno nel proprio intento, song killer con coro e ritornello impetuoso, per scaldare qualsiasi pubblico fosse presente ad un loro concerto, dalla figona in minigonna e reggicalze al vecchio pervertito ma nascosto timidamente tra il pubblico.

Tocca poi alla grondante erotismo “Sexy Telephone“, (quella inclusa nella compilation americana), adatta a quegli anni dove le telefonate erotico/porno erano all’ordine del giorno grazie a un imponente battage pubblicitario su tv e giornali. E vorrei vedere quanti adolescenti dell’epoca non hanno almeno una volta fatto il numero magico.. Tornando alla musica, esaltante riff e ritornello accessibile per un brano senza tempo.

Stiletto Strut” altri non è che la copia conforme del brano degli Alleycat Scratch, passiamo quindi a “The Day of Shit” che ha la carica sleazy necessaria per piacere a una larga fetta di pubblico e per essere a distanza di tanti anni ancora nei cuori degli aficionados della band.

Katty” è scatenata nel suo ritmo senza tregua, “Dirty Little Baby” fa smuovere le chiappe ed esalta una volta di più le doti di Emil Bandera!

Lesbo Generation” è dissacrante con un bel midtempo metallico, “Bathroom” è più tirata, quasi speed, “Forbidden Dream” si fa più “cattiva” musicalmente parlando.

L’apoteosi finale è affidata alla omonima “Smelly Boggs” che possiamo definire l’inno della band, canzone dal tiro efficace, coro pirotecnico, suoni demolenti e insomma tanta voglia di divertirsi!

Conclusioni: speriamo che il ritorno in scena non si limiti solo a calcare i palchi ma anche a immettere sul mercato un nuovo album, ce ne è davvero bisogno!

 

Gary Stone

 

TrackList

01. One Damned Reason

02. Party Gay

03. Sexy Telephone

04. Stiletto Strut

05. The Day of the Shit

06. Katty

07. Dirty Little Baby

08. Lesbo Generation

09. Bathroom

10. Forbidden Dream

11. Smelly Boggs

 

  • Anno: 1999
  • Etichetta: Lucifer Rising/Self
  • Genere: Glam

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