Voto: 4

Gli Wheels, progetto nato nel 1995, propongono con il loro primo lavoro un heavy rock in classico stile mid 80s seguendo tutti i canoni e i clichè del genere, spaziando da influenze sleazy/street a melodie più marcatamente A.O.R. Il problema è che, una band che propone un genere già vastamente esplorato in ogni suo spazio, dovrebbe come minimo suonare e prodursi come si deve e magari proporre una interpretazione personale! Purtroppo non è questo che troverete in questo disco.

La opener Beneath the rainbow delude sotto ogni punto di vista: mai perfettamente a tempo, il basso non sembra nemmeno presente, di originalità non se ne parla, anzi nel verso (voce e linea chitarra) si ritrova perfettamente la “Freight Train” dei Nitro senza nessuna possibilità di paragone, inoltre la voce è veramente debole nelle parti acute.

Segue Wheel ancora penalizzata da una tenuta ritmica totalmente approssimativa, spesso scattosa; alla parte lenta poi non trovo proprio senso: le chitarre non convincono proprio, il groove proprio non esiste.

Un po’ meglio si va con Power of the rock che però risente ancor di più di riff strabanali, una voce mediocre anche se meglio come intonazione dei precedenti, un testo veramente poco interessante oltretutto cantato in un inglese quasi “maccheronico”, sugli acuti la voce non ce la fa proprio.

Con la successiva 3611 ci troviamo in piena banalità in stile hard rock 80s, molto legs diamond ma senza il loro mordente, riff davvero troppo simili alla “The Beauty and the Beast” degli Stormwitch: la linea delle chitarre degli wheels è del tutto identica a quella che che introduce all’assolo della band tedesca (provate ad ascoltarla intorno ai 2:30)! Tempo e groove sembrano essere ancora degli sconosciuti…

La successiva Big bon star inizia con un tempo tenuto da un Hi-hat che si perde, non si capisce se per problemi di registrazione, se sia voluto(???) o un errore, ma forse è la migliore dell’album: sempre scontata e priva di originalità ma per lo meno non è troppo fastidiosa.

I won’t be cool è un altro banalissimo hard rock melodico, alla Danger Danger/Warrant, tanto che il ritornello potrebbe esserne una cover, registrato e suonato sempre in maniera moto approssimativa.

In un giro come quello che introduce la successiva Easy foxy lady ci vuole un buon senso del tempo e anche un certo affiatamento, specie nella sezione ritmica che deve creare il groove di un pezzo così rock’n’roll, qua invece proprio non ci siamo, anche il tentativo di originalità con tempi dispari non riesce a rendere anche perchè ci vuole il groove e la precisione di cui parlavo prima perchè funzionino.

Ecco poi la parentesi AC/DCBig snake, che pronunciato “bisnecc”, più che il doppio senso fa venire voglia di bistecca, oltretutto un testo davvero trito e ritrito su una musica banalissima e suonata con approssimazione senza nemmeno avvicinarsi al groove che ha caratterizzato proprio la band australiana rende quasto uno degli episodi peggiori del disco.

Per distruggere un pezzo che si intitola Devil take me bastano poche cose: un inglese risibilmente maccheronico e un coro infantile tipo “unga bunga” e qui ci sono tutte, oltretutto su una musica strabanale, scopiazzata tra l’altro da Paranoid e da alcuni pezzi di Alice Cooper.

Un cd così non poteva che concludersi con la “don’t cry” ballad della situazione, mi pare fosse d’obbligo un finale così scontato!Scorpions e Guns’N’Roses non saranno intimoriti dalla concorrenza di questa When I think.

Onestamente questo è un cd di cui si fa tranquillamente a meno. Si salva giusto qualche discreto assolo di chitarra, tutto il resto, ragazzi perdonatemi, ma è da rifare di sana pianta! Iniziate intanto da una cosa basilare: ascoltate tutto ciò che c’è stato prima di voi, sapete bene di non essere i primi a suonare questo tipo di musica, quindi diventa indispensabile colpire l’ascoltatore con qualcosa in cui possa sì riconoscersi, ma trovare anche la vostra personalità.

Occhio al groove: basso e batteria devono scandire il tempo più precisi possibile e creare il feeling del brano, le chitarre devono completarlo seguendo la struttura creata dalla sezione ritmica, non siate approssimativi, provate a suonare con un metronomo ogni tanto e capirete meglio cosa correggere.

Purtroppo, per adesso, proprio non si può valutare positivamente questo lavoro.

 

Psycho Andy Romi

 

TrackList

  1. Beneath the rainbow
  2. Wheel
  3. Power of the rock
  4. 3611
  5. Big bon star
  6. I won’t be cool
  7. Easy foxy lady
  8. Big snake
  9. Devil take me
  10. When I think

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: G Records/Rough Trade Germany
  • Genere: Hard Rock

 

Links:

Facebook

Spotify

Youtube

 

Autore