Voto: 7

Ci voleva un gruppo così, a ricordarci quali siano le origini dell’Heavy Metal. Una musica oscura e allo stesso tempo affascinante. Non è un caso quindi che i The Wild Child abbiano iniziato la loro carriera suonando cover di Black Sabbath e Judas Priest che – se parliamo almeno dei primi – hanno gettato le basi  per l’evoluzione del Metal sia dal punto di vista musicale che da quello tematico.

Ma lasciamo da parte la Storia per addentrarci in quella di questo combo lombardo, originari della Valchiavenna (Sondrio), i nostri muovono i primi nel 2004 appunto come cover band dei due gruppi sopra citati. Nel 2007 decidono di scrivere cose proprie e proprio nello stesso anno arriva a pubblicazione il disco d’esordio, “In The Next Life“.

La compagine valchiavennasca, capitanata dal vocalist Cristian “Cris” Nava è formata dai due fratelli Marco e Paolo Gilardoni (rispettivamente chitarra e basso) a cui poi aggiungono Mattia Ardenghi (dal 2005) come chitarra ritmica e il nuovo batterista Massimo Azimonti anche se c’è da notare che quest’ultimo arriva nel gruppo dopo l’uscita di questo disco e che prima dietro le pelli siedeva Andrea Martocchi.

I nostri danno alle stampe “The Wild Child” nell’anno 2012, lavoro rigorosamente autoprodotto, dotato di artwork pseudo-amatoriale, molto sabbathiano (Paranoid!?)!

La Title-Track sforna un Heavy vecchia scuola, riff cupi si stagliano su un tessuto sonoro di chiara influenza sabbathiana, mischiata ai primi Judas Priest. Nel corso del brano si alternano momenti energici a stacchi lenti e cupi dove la batteria di Ardenghi e e il lavoro di Riff di Marco Gilardoni creano insieme un Heavy irresistibile!

E si continua anche in “Confusion” che si appoggia sempre sul lavoro strumentale, più calmo del precedente, il brano possiede qualche tocco di epicità nel lavoro chitarristico. Il Sabba Nero ritorna poi nella performance vocale di Nava che sa alternare timbri  disperati alla Ozzy (i primi due dischi) a timbri cattivi pseudo-growl senza mai esagerare!

Cavalcate di Heavy Grezzo costituiscono la struttura di “Mo.Fo”, track che non presenta niente originale ristetto alle altre se non per il fatto che è arricchita da un  piccolo assolo di Martocchi.

Si parlava di epicità prima, in “The Last Battle” trova posto rilevante. Atmosfere gothiche e quasi decadenti fanno da accompagnamento ad un HM epico e oscuro. Track divisa in due parti, la prima caratterizzata da un senso di calma, sottolineato dal cantato di Nava. Rintocchi di campane introducono alla seconda parte, chitarra e basso  danno il via ad un Heavy di chiara matrice Priestiana (almeno i primi dischi) che si staglia su atmosfere epiche!

La minacciosa “Fuckin’ Money” presenta un Hard Rock cupo,roccioso in cui la parte del leone la fa il basso di Paolo Gilardoni che regala all’ascoltatore un assolo già dopo il primo ritornello!

C’è posto anche per un’ottima ballata rock. “Mother Eyes” presenta un tappeto musicale fatto da pianoforte e chitarre che trascinano l’ascoltatore in un vortice di malinconia. Ma se qui di Rock si parla,viene anche avanti l’influenza-se c’è-di certo Prog alla Genesis (quelli storici dei primi anni ’70).

“The Ghost” risulta un pezzo energico che rieccheggia al miglior Hard N’ Heavy grazie ai straordinari riff di Marco Gilardoni. Incessante e cattiva la batteria di Ardenghi che dimostra la propria bravura creando un lavoro ritmico da accademia!

La finale “Cris’s Song” conclude nel miglior dei modi un ottimo disco.Track che inizia con un pianoforte alternato alla cattiveria delle chitarre,il tutto scandito dalla voce arrabbiata di Nava. Memorabile l’attacco dell’ascia di Gilardoni verso la prima metà del brano che ci riporta in uno stato di calma accompagnata dal pianoforte. Sempre Gilardoni tira fuori assoli ben suonati e mai esagerati su un incessante lavoro magistrale del batterista Ardenghi, qui nella miglior veste!

Un’ottima conclusione per un veramente bel disco. I nostri riescono a creare, attraverso il talento di ogni singolo membro, un proprio sound senza cercare tanto di imitare i propri idoli, e non poco per una band che ha iniziato suonando cover!

 

Sonia Steel Diamond

 

TrackList

  1.  Wild Child
  2. Confusion
  3. Mo.Fo
  4. Last Battle
  5. Fuckin’ Money
  6. Mother Eyes
  7. The Ghost
  8. Cris’s Song

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Heavy Metal

 

 

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