Voto: 6.5

Al sentire la parola “core”, qualsiasi sia il prefisso ad essa associato, buona parte di chi ascolta metal rabbrividisce, mentre una fazione altrettanto numerosa si esalta. Croce e delizia da sempre, basta questo termine a descrivere il genere in cui si muovono i Six Days Of May, band di recentissima formazione; ben pochi i pezzi finora all’attivo: giusto una demo, dal titolo ‘Pneumatic Ego’, che esaminerò a breve, a cui va aggiunto un singolo, ‘Spring Break’ (di cui mi appresto a parlare in calce a questa recensione), che fa da apripista a quello che sarà poi il primo full lenght di questi ragazzi. Classicissima la formazione, con tanto di doppio vocalist.

Più che buono il primo impatto: sin dalle prime note di ‘Bullet As A Pledge’ emerge una capacità di visione di insieme che denota una maturità ben superiore a quella che mi aspettassi. Il suono risulta accogliente, invitante, sicuramente meno aggressivo di quello perpetuato da molti colleghi, il che rende più gradevole l’ascolto anche a chi non fa colazione a base di pane e violenza; i ritmi non sono banali, e anzi presentano vari cambi all’interno del singolo brano; e anche gli intarsi tra strumenti e voce paiono interessanti. Certo, la band paga un po’ di inesperienza specialmente per quel che concerne le linee vocali, quasi sempre scolastiche e indistinguibili da quelle delle miriadi di band che affollano il genere: punto debole dell’album e direzione in cui lavorare in futuro (non mi riferisco all’operato dei singer, sia chiaro, bensì proprio alla fase di concepimento delle linee stesse).

Peccato che l’unico dettaglio fuori posto sia poi quello che salta più in evidenza, perché per il resto i Six Days Of May ci sanno davvero fare, e svariate sono le cose che si fanno valere, dai fraseggi in stile Machine Head apprezzabili in ‘Sweet Dawn’ ai molteplici cambi di intensità nella sentita ‘Drown Your Soul’. Comunque, e lo ribadisco, per essere la prima uscita di una band di formazione più che recente, non ci si può certo lamentare.

Veniamo al nuovo singolo, ‘Spring Break’. Il pezzo si presenta con una strofa molto incisiva, spaccata in due tra clean e raw vocals di cui paradossalmente le più rabbiose sono le prime; rispetto ai brani dell’ep, l’unica vera novità sono degli inserti di synth dal vago sapore industrial (anche se, confesso, in primo acchito mi hanno fatto temere delle divagazioni in stile dubstep, tanto di moda oggi…), coadiuvati da un bridge con voce filtrata che rappresenta a mio avviso il punto debole della song. Dal connubio coi synth (tutt’altro che invadente, bisogna dirlo) possono nascere cose interessanti come cantonate pazzesche, a priori è difficile dirlo: ammesso che questa sia la direzione scelta dai Six Days Of May, sarà il full-lenght a dirci qual è il risultato ottenuto.

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

Pneumatic Ego:

  1. Bullet As A Pledge
  2. Sweet Dawn (The Story Of)
  3. Drown Your Soul 

Spring Break (singolo):

  1. Spring Break
  • Anno: 2012
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Metalcore

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