Voto: 7

Gli Zombie Scars sono una formazione assai giovane, nel senso che nata appena nel 2011 è già al secondo episodio musicale, infatti dopo l’Ep “Spirits” dello scorso anno arrivano oggi all’esordio sulla lunga distanza con questo “Revenant“.

La band è composta da personaggi abbastanza noti nella scena umbro-toscana come Daniele Petri (bassista anche di Pollution e G.U.N.), David Riganelli alla voce, Francesco Riganelli (chitarra) e Saul (Drums) entrambi ex Fear Traders. La musica che ci propongono è un heavy metal influenzato da parti thrash ed altre molto rock’n’roll alla Motorhead  tanto per capirci, e anche da molto alternative, ma approfondiamo meglio il tutto.

Le influenze motorheadiane si notano subito dall’inizio della trascinante “Blessed Are the Devils“, la quale poi vira verso un sound molto più compatto e granitico in cui la sezione ritmica ha la sua parte importante. Ottimo avvio, buoni i cori e la coesione tra tutti i componenti.

Si prosegue con “Shivers” che ha nelle sue corde passaggi sabbathiani, perchè il bello degli Zombie Scars dopo innumerevoli ascolti è proprio questo, cercare di mischiare influenze anche distanti tra loro per ottenere questo effetto granitico e interessante, evolvendosi brano su brano in una ricerca perenne di una propria identità che emerge di volta in volta. Ottima la produzione curata dallo stesso Francesco.

Gran bel brano la title track “Revenant” melodie e sound potente si amalgamano al meglio, il risultato finale è ottimo, anche se a volte come nei brani prcedenti manca un pò di rabbia nelle parti cantate.

Rabbia che David sembra invece tirare fuori in “Backyard Graveyard“, altro brano potente con fiammate improvvise e frenate roboanti che impreziosiscono il tutto insieme a massiccie dosi di riff e solo graffianti.

La buona intesa tra i componenti a mio avviso deriva anche dai molti live che fin qui li hanno visti protagonisti sin dagli albori della formazione, anche per questo suggerisco sempre, prima di uscire con prodotti inutili di fare un bel rodaggio live, pur sapendo come ciò non sia facile non essendo spesso i locali interessanti a band emergenti.

Bleeding Black” risulta più scanzonata e easy rispetto alle precedenti song, ma non pensate ad un ammosciamento improvviso, la potenza c’è tutta, solo che il tutto appare più “ascoltabile” anche ad orecchie meno avvezze a certe sonorità.

1987” ovviamente non ha nulla a che vedere con gli Whitesnake, pur essendo una bella ballata un pò fuori dal contesto di quanto ascoltato finora, ma meglio così, si incastona bene nel complesso e dà modo a David di mettersi maggiormente in mostra in un quadro a lui forse più adatto.

Si riparte con note pesanti in “High Tide” che sconfina in un ibrido di metal moderno, thrash e alcune parti stoner, per ribadire che gli Zombie Scars non si limitano a fare il compitino semplice, ma vanno oltre.

Ritmo ai massimi livelli per “On The Day of the Deads“, una delle migliori in un lotto di buon livello, Pantera style direi come la successiva “The Riddle“.

Spirits” non cambia molto il senso di quanto detto fino a questo punto. Tantomeno “Dead Eyes” che va a chiudere un’interessante lavoro da parte degli Zombie Scars.

Se amate le sonorità variegate ma di impatto potete dare tranquillamente uan possibilità a questo valido combo. Se suonano dalle vostre parti è d’obbligo presenziare!

 

Klaus Petrovic

 

TrackList

01. Blessed are the devils

02. Shivers

03. Revenant

04. Backyard graveyard

05. Bleeding black

06. 1987

07. High tide

08. On the day of the deads

09. The riddle

10. Spirits

11. Dead eyes

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: The Unlimited Records
  • Genere: Thrash Metal Rock’nRoll

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